Bruciati 183 miliardi di euro. Tokyo chiude a -3%. Moody’s: Italia tra i Paesi meno a rischio. Ancora tensioni sui mercati del Vecchio Continente. Le autorità di controllo europee e Usa aprono indagine
Giovedì alla Borsa di New York (Ap) |
MILANO – «Siamo di fonte a un brutto colpo di coda della crisi finanziaria ed economica mondiale. Tutti dobbiamo sentire il dovere comune di concorrere a superare questa crisi». Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in poche parole ha colto il senso delle tensioni finanziarie sui mercati mondiali.
GIORNATA TORMENTATA PER LE BORSE EUROPEE – Un po’ per l’improvviso crollo di Wall Street di giovedì sera, un po’ per la crisi della Grecia e dell’euro, venerdì mattina le Borse europee hanno di nuovo aperto con pesanti cali. Dopo un avvio a picco, le Borse hanno ridotto le perdite per poi passare in terreno positivo dopo mezzogiorno. Poi, mentre Milano era ferma per un improvviso guasto tecnico durato circa 30 minuti, un nuovo inaspettato crollo causato probabilmente dal cattivo andamento di Wall Street che vedeva cedere il Nasdaq del 4% e il Dow Jones di oltre il 2%. Così Londra perdeva il 4%, Parigi il 5,3%, Francoforte il 4%, Madrid il 4%, Amsterdam il 3,09%, Stoccolma il 3,28%, Zurigo l’1,72%, Atene il 2,84% e Lisbona il 3,41%. La riapertura delle contrattazioni del listino milanese faceva riallineare Piazza Affari alle forte flessioni delle altre Borse del Vecchio Continente. Così il l’Ftse Mib cedeva il 5,13%, mentre l’indice Ftse All-Share era in flessione del 4,76%. Poi un nuovo improvviso recupero dei listini del Vecchio Continente. Così alla fine Milano chiude con l’Ftse Mib che cede il 3,27%, mentre l’indice Ftse All-Share termina a -3,16%. Londra invece termina in flessione del 2,62%, Francoforte del 3,27%, mentre Parigi finisce pesante a -4,6%. A New York invece il Dow Jones chiude cedendo l’1,33% mentre il Nasdaq termina perdendo il 2,34%.
BRUCIATI 183 MILIARDI – Alla fine le piazze europee hanno bruciato altri 183 miliardi di euro di capitalizzazione. L’indice Dj Stoxx 600, che fotografa l’andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio Continente, ha perso il 3,94% per cento. I listini in quattro sedute hanno così mandato in fumo quasi 440 miliardi di euro. Le piazze europee avevano bruciato 140 miliardi di euro nella seduta di martedì, 46 mercoledì e 71 ieri che, sommati ai 183 di oggi, portano il conto a 440 miliardi.
LA NOTA DELLA «CONSOB» EUROPEA – Le turbolenze sui mercati europei hanno scatenato anche la reazioni delle autorità di controllo per capire se si siano verificate delle irregolarità. Le autorità di mercato europee riunite nel Committee of European Securities Regulators (Cesr) hanno deciso una regia comune per rispondere alle recenti turbolenze dei mercati e per coordinare eventuali azioni delle autorità nazionali anche in stretto contatto, tra gli altri, con la Sec americana.
INTERVIENE OBAMA – E contemporaneamente all’Europa anche negli Stati Uniti le autorità americane hanno deciso di aprire un’indagine. Il presidente Usa Barack Obama ha riferito che le autorità americane hanno riscontrato una «insolita» attività sul mercato borsistico, che ha innescato il crollo dei valori. Saranno intraprese azioni a tutela degli investitori.
WALL STREET – «Un’enorme, anomala e inspiegabile impennata di ordini di vendita, sembra da Chicago» avrebbe innescato l’improvviso crollo di Wall Street avvenuto giovedì sera (ora italiana). Il New York Times (Nyt) avanza un’ipotesi alternativa per spiegare quanto avvenuto alla Borsa di New York – quando nel giro di quindici minuti sono stati bruciati i guadagni accumulati in oltre un anno di contrattazioni – e attribuito, secondo le prime indiscrezioni, a un errore di un operatore di Citigroup che avrebbe per errore digitato il tasto b (billion=miliardi) al posto del tasto m (million) durante un ordine di vendita. La fonte anonima del New York Times riferisce che la «gigantesca» impennata degli ordini di vendita è avvenuta verso le 14,45 (ora americana) nella piazza di Chicago. «La scintilla – scrive il Nyt – avrebbe dato il via a una serie di operazioni basate su algoritmi informatici, che a loro volta si sono riflesse sugli indici con un effetto domino». Ma molti broker non credono all’ipotesi che tutto sia partito da un errore. «Il mercato non ha mai perso mille punti senza un solo motivo che lo giustificasse», spiega un broker.
CONSOB – La Consob (la commissione italiana di controllo della Borsa) ha avviato già da giovedì accertamenti «per verificare eventuali anomalie o irregolarità nelle contrattazioni sui mercati nelle sedute degli ultimi giorni». Lo hanno dichiarano all’Ansa fonti vicine alla commissione, che ha già preso contatti «con i principali intermediari e le altre autorità competenti per chiarire le dinamiche che hanno caratterizzato le recenti turbolenze».
BORSE ASIA – Delle tensioni sui mercati venerdì ne hanno risentito anche le Borse asiatiche. A Tokyo l’indice Nikkei ha lasciato sul terreno il 3,1%. La Banca centrale del Giappone ha immesso sul mercato liquidità per 2 mila miliardi di yen, pari a circa 17 miliardi di euro, per la prima volta dallo scorso 2 dicembre. La Borsa di Seul ha perso il 2,2%, Hong Kong lo 0,7% e i mercati australiani il 2%.
MOODY’S – Intanto l’agenzia di rating Moody’s ha reso noto che l’Italia è tra i Paesi meno a rischio sul fronte della crisi globale. L’agenzia internazionale mette in evidenza che «il sistema bancario italiano è risultato meno esposto» durante le turbolenze di questi mesi. Quanto al debito, Moody’s osserva che «l’Italia ha bisogno di uno sforzo relativamente moderato per tenerlo sotto controllo». Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, intervenuto alla trasmissione Mattino 5, ha detto che l’allarme lanciato da Moody’s per le banche italiane è «uno dei casi scuola di attacco speculativo: si diffondono notizie non vere e si provoca una reazione da parte di potenziali speculatori. Immediatamente dopo, un’altra agenzia di rating (Fitch) dice il contrario». «L’Italia ha un sistema bancario che per fortuna ha tenuto», ha chiosato il presidente del Senato Renato Schifani.
Redazione online
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