Ultima di serie A – QUINTO TRICOLORE CONSECUTIVO PER LA SQUADRA DI MORATTI. Come due stagioni fa: la Roma agguanta il titolo per 18 minuti. Ma i nerazzurri segnano e cancellano il sogno giallorosso. Decide Milito, bomber determinante
Gran finale di campionato, con lo scudetto in gioco tra Inter (favorita, in vantaggio di 2 punti) e Roma a 90 minuti dalla fine. E con un copione che si ripete, a due stagioni di distanza. Nel 2008, la Roma fu campione d’Italia dall’8′ del primo tempo al 17′ del secondo, quando Ibrahimovic segnò il primo dei due suoi gol al Parma.
Milito (Ap) |
DUELLO A DISTANZA – Questa volta i giallorossi si sono cuciti sulla maglia il tricolore per soli 18 minuti, quelli che sono passati dal gol di Vucinic al Chievo al 39′ (seguito da quello di De Rossi al 46′) al gol di Diego Milito che ha portato l’Inter in vantaggio a Siena al 12′ della ripresa. Poi la squadra di Mourinho ha gestito con una tranquillità sufficiente a evitare troppi rischi e anzi arrivando più volte vicina al raddoppio. Poi i minuti finali, con un po’ d’inevitabile tensione e la festa: maglietta bianca con numero 18 (gli scudetti conquistati), tricolore e coccarda della Coppa Italia sul petto e coppa sollevata al cielo da Javier Zanetti, capitano in lacrime come Diego Milito e (quasi) José Mourinho, alla premiazione con gli occhi lucidi.
Totti (Ansa) |
SCUDETTO VIRTUALE – Moratti ha parlato in tv con Balotelli al fianco: «Siamo tutti felici, compresi questo ragazzo fantastico che ha fatto tanto e che per come gioca e come sta in campo è al 100 per cento da Inter. Ora vediamo di completare la festa». E SuperMario: «A volte succedono cose non molto belle, che non piacciono a giocatori e tifosi. Ma se ci si vuol bene si risolvono». La Roma a Verona contro il Chievo segna per prima, due reti al Chievo, con Vucinic al 39′ e De Rossi al 46′ del primo tempo. Va negli spogliatoi con lo scudetto virtualmente sulla maglia: pari punti in classifica e titolo assegnato ai giallorossi per il vantaggio nei confronti diretti. L’illusione giallorossa dura meno di mezz’ora, tra campo e spogliatoio. Al 12′ della ripresa l’Inter segna a Siena e lo scudetto, il quinto consecutivo (comprendendo quello assegnato per Calciopoli), è suo.
L’ALTRO DUELLO. SAMP IN CHAMPIONS – All’ultima giornata verdetto decisivo anche per il quarto posto che vale l’accesso (dai preliminari) alla Champions League. Lo conquista la Sampdoria che batte 1-0 il Napoli a Marassi mantenendo il vantaggio sul Palermo. Inutile il successo dei rosanero a Bergamo contro l’Atalanta (2-1). Blucerchiati in Champions proprio nel giorno dell’addio del direttore sportivo Marotta (il presidente Garrone ha ufficializzato le dimissioni) e dell’allenatore Delneri, entrambi chiamati dalla nuova dirigenza della Juve per cercare di rilanciare i bianconeri, mai così disastrosi dalla stagione 1961-62. Come ha dimostrato anche l’ultima partita disputata a San Siro contro il Milan.
Leonardo abbracciato dai giocatori del Milan (Ansa) |
ADDIO LEONARDO – Nel giorno dell’addio di Leonardo, il Milan travolge 3-0 la Juventus e chiude il suo campionato con una vittoria inutile per la classifica, ma comunque di prestigio. I bianconeri, invece, salutano con la sconfitta numero 15 una stagione disastrosa, una delle peggiori in assoluto. A San Siro in 70 mila per una partita che non ha alcun valore, ma che resta una classica affascinante. I tifosi rossoneri dimostrano di stare con l’allenatore uscente (molti cartelli e cori per Leonardo) e contestano con un enorme striscione Berlusconi, accusato di non investire più nella squadra. Ha un buon avvio la Juve che, priva di Felipe Melo e Diego, al 4′ va vicina al gol con Iaquinta, al 7′ con Candreva e al 12′ con Marchisio. Poi sale in cattedra il Milan che si era già fatto vedere con Ronaldinho e Pato e che, al 14′, passa in vantaggio con Antonini che dopo uno scambio con Seedorf batte Buffon. Al 28′ Grosso pasticcia, Ronaldinho non perdona e firma il 2-0 dopo il triangolo con Pato. In chiusura di tempo Del Piero e Cannavaro provano a riaprire la partita, ma senza fortuna. Nella ripresa fuori Buffon (problemi ad una caviglia) e dentro Camoranesi per Salihamidzic, ma è sempre il Milan a fare la partita. Al 22′ Ronaldinho sigla il 3-0 con uno splendido piatto destro. Il resto è accademia, standing ovation per Favalli, Ronaldinho e Dida (anche lui all’addio). I rossoneri fanno un bel regalo a Leonardo, la Juve chiude con una sonora sconfitta una stagione da incubo. L’altro anticipo Lazio-Udinese, con due squadre senza più problemi di classifica, si è concluso 3-1 per i patroni di casa.
LE ALTRE PARTITE – Gli altri risultati dell’ultima giornata: Bari-Fiorentina 2-0, Cagliari-Bologna 1-1, Catania-Genoa 1-0, Parma-Livorno 4-1.