Il ministro: «Perplessità su esportazione democrazia. Ma ogni decisione va presa insieme». Il premier: «La nostra missione è fondamentale». Bossi: «Non penso che possiamo scappare»
Silvio Berlusconi (Eidon) |
MILANO – Sgomento e cordoglio. Ma anche qualche dubbio sul ruolo della missione italiana in Afghanistan. Queste le immediate reazioni del mondo della politica alla notizia dell’uccisione di due soldati italiani nei pressi di Bala Murghab.
BERLUSCONI – Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha commentato questo nuovo lutto tra le file italiane ribadendo che la «nostra missione è fondamentale per la pacificazione dell’Afghanistan». Il Presidente Berlusconi – si legge nella nota di Palazzo Chigi – ha espresso il profondo cordoglio, suo personale e dell’intero Governo, alle famiglie dei militari caduti. E ha inviato il suo augurio a quelle dei soldati feriti.
CALDEROLI: «VERIFICARE SE QUESTI SACRIFICI SERVONO» – «Spesso abbiamo espresso perplessità sull’esportazione della democrazia, ma ogni decisione va presa insieme al resto, non può essere unilaterale. Vedremo a livello internazionale» ha dichiarato il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli. «Al di là della perdita di vite umane che fanno spaccare il cuore, bisogna verificare – aggiunge Calderoli – se i sacrifici servono. Ma c’è una comunità internazionale, prendiamo le decisioni insieme a loro».
BOSSI: «NON PENSO CHE POSSIAMO SCAPPARE» – «Io non penso che possiamo scappare. Questa decisione sarebbe sentita dal mondo occidentale come una fuga difficilmente spiegabile e probabilmente avrebbe delle conseguenze gravi sul governo» ha detto più tardi il ministro della Riforma Umberto Bossi rispondendo alle domande dei cronisti sull’ultima tragedia in Afghanistan. Il ministro ha spiegato che «le guerre non sono mai una bella cosa perché poi ci sono i morti. Però questo è un governo che guarda alle cose come sono, che ha degli alleati e che mantiene la parola data». Il leader della Lega ha quindi ammesso «sono molto preoccupato e molto triste perché tornano i morti e bisogna ricordare chi muore per una causa giusta e importante».
SCHIFANI – «Ancora una volta l’Italia piange altri due suoi caduti per la libertà e la pace. Due soldati italiani uccisi dal terrorismo perchè difendevano la democrazia e la sicurezza internazionale» queste invece le parole di cordoglio del presidente del Senato, Renato Schifani. «A nome mio personale e dell’Assemblea di Palazzo Madama – conclude il presidente Schifani – esprimo i sentimenti del più profondo, affettuoso e sincero cordoglio alle famiglie dei nostri caduti e alle Forze Armate inviando gli auguri di una completa guarigione ai soldati feriti».
CORDOGLIO DI FINI – Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha anche lui espresso cordoglio per la morte dei due soldati italiani caduti a Herat: «Lo scacchiere internazionale continua a provocare lutti e tragedie. Rivolgo – ha detto Fini aprendo un convegno sulla moratoria alla pena di morte – alle forze armate e alle famiglie dei due militari morti in Afghanistan il senso della più cordiale e sincera partecipazione». Le parole di Fini sono state sottolineate da un applauso della platea, che comprende anche numerosi ministri della Giustizia di svariati Paesi.
FRATTINI – «La missione in Afghanistan resta per l’Italia una missione fondamentale, che continuerà, una missione di pace in cui le nostre donne e i nostri uomini lavorano per la nostra sicurezza e per il bene del popolo afghano» ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini.
ROTONDI: «CONTINUARE LA MISSIONE» – Ga voluto ricordare il sacrificio dei nostri militari anche il ministro per l’Attuazione del Programma di Governo, Gianfranco Rotondi: «Piangiamo due eroi ricordandoli nella preghiera, esprimendo la nostra vicinanza alle loro famiglie come agli altri due militari feriti. Abbiamo la responsabilità di continuare la missione di pace e di edificatori della libertà e della democrazia in Afghanistan in un quadro di accordi e intese internazionali a cui, ovviamente, terremo fede».
FINOCCHIARO: «IL GOVERNO RIFERISCA IN SENATO» – «Esprimiamo il nostro cordoglio per la morte dei due soldati uccisi nell’attentato in Afghanistan e ci stringiamo nel dolore alle loro famiglie e a quelle degli altri militari feriti» ha invece sottolineato il presidente del Gruppo Pd al Senato, Anna Finocchiaro. «Sappiamo con quale impegno i nostri soldati svolgono la loro missione in quel Paese – prosegue Finocchiaro – e negli altri paesi dove le nostre forze armate sono impegnate nelle missioni internazionali. È necessario ora che il governo venga al più presto in Senato a riferire su quanto avvenuto». «Il Parlamento e il Paese devono essere informati – conclude l’esponente Pd – e serve una discussione seria e approfondita sul nostro impegno in Afghanistan».
DI PIETRO – «Esprimo profondo cordoglio, a nome mio e di tutta l’Italia dei Valori, alle famiglie dei soldati caduti in Afghanistan e auguro pronta guarigione ai militari feriti» afferma invece Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori. «Non è questo il momento per ribadire la necessità di porre fine alla nostra presenza in quei territori. Oggi è il giorno del dolore e della solidarietà, ma occorre che al più presto il Parlamento affronti seriamente la questione della rischiosa presenza dei nostri militari, coinvolti non in una missione ma in una guerra, e proponga una exit strategy», conclude Di Pietro.
DILIBERTO: «GOVERNO RITIRI LE TRUPPE» – La via politica è l’unica soluzione per uscire da una guerra persa già da tempo. Un Paese che si rispetti non può accettare che i suoi figli continuino a morire per una causa assurda. Il governo deve ritirare le truppe. E lo deve fare chiedendo scusa all’intero Paese per aver mascherato per missione di pace una sporca guerra» afferma invece Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Pdci, che «esprime solidarietà e vicinanza alle famiglie dei militari italiani morti e feriti» in Afghanistan.
FERRERO – «La guerra in Afghanistan ogni giorno che passa si trasforma sempre di più in un indicibile e orribile massacro, – gli fa eco Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista – a partire dalle efferati stragi di civili e dagli attentati kamikaze o dagli atti di guerriglia, come quelli che questa mattina hanno portato all’uccisione di due soldati italiani e al ferimento di altri due nella zona del NordEst. Ai familiari delle vittime va il nostro più profondo cordoglio e a quelli dei feriti gli auguri per una pronta guarigione, ma dal punto di vista politico deve essere chiaro che dall’illegittima e violenta guerra in Afghanistan l’Italia deve uscire al più presto, ritirando le nostre truppe, come tutti noi e il movimento pacifista chiediamo da anni.
Redazione online