Preoccupazione del Dipartimento di giustizia Usa: «Sono essenziali per i pm». Il ministro: intesa con Washington, «molte delle cose temute non sono vere». bersani: faremo ostruzionismo
Il ministro della Giustizia Angelino Alfano (Ansa) |
MILANO – Pari dignità ai diritti di riservatezza, cronaca e indagini. Così il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha sintetizzato il contenuto del disegno di legge sulle intercettazioni. Un intervento, ha sottolineato, per «ripristinare la verità sugli effettivi contenuti del ddl dato che troppe cose tra quelle che vengono annunciate, dette o temute, non corrispondono al testo in esame al Senato».
USA: ESSENZIALI PER INDAGINI – Le prese di posizione contro il provvedimento non sono mancate. Anche gli Stati Uniti si sono espressi in merito, per bocca del sottosegretario al Dipartimento di giustizia Lanny Brauer: «Non vorremmo mai che succedesse qualcosa che impedisse ai magistrati italiani di fare l’ottimo lavoro svolto finora: le intercettazioni sono uno strumento essenziale per le indagini». Ha quindi ricordato che «l’Italia ha fatto grandi progressi nelle indagini e nel perseguimento di gruppi mafiosi operanti entro i suoi confini, ma siamo consapevoli che insieme possiamo fare di più». Ed è stato lo stesso Alfano in serata a gettare acqua sul fuoco, sottolineando che «c’è piena intesa con Washington su modalità e obiettivi della cooperazione contro il crimine organizzato, come testimoniano i numerosi contatti e incontri a tutti i livelli tra le competenti autorità dei due Paesi. Come confermato da una successiva nota stampa dell’ambasciata americana a Roma, l’esponente Usa non ha inteso in alcun modo entrare in valutazioni di merito sulla legislazione italiana in materia di intercettazioni che ha esplicitamente dichiarato di “non conoscere”».
PD: OSTRUZIONISMO – La nuova legge sulle intercettazioni in discussione al Senato che prevede pene pesanti per editori e giornalisti in caso di pubblicazione fa discutere il mondo politico e la società civile. Non sono bastate a placare le critiche che arrivano da più parti al testo le aperture rese note dal relatore, il senatore Roberto Centaro (Pdl), su possibili sanzioni più miti nei confronti dei cronisti. Tanto che anche la tv satelitare Sky è scesa in campo annunciando ricorsi a tutte le corti di giustizia europee in caso di approvazione della legge. L’opposizione annuncia la lotta in Parlamento. «È doverosa ogni pratica ostruzionistica – tuona Pier Luigi Bersani all’assemblea del Pd -. La giusta esigenza di eliminare l’abuso delle intercettazioni e la loro conseguente diffusione, si sta ribaltando in norme che danneggiano gravemente le indagini e mettono un bavaglio all’informazione sconosciuto a ogni Paese democratico». Il portavoce dell’Italia dei Valori Leoluca Orlando annuncia una mobilitazione anche fuori dai palazzi della politica: «Se passerà il ddl sulle intercettazioni comprese le norme che prevedono il carcere per i cronisti, ci autodenunceremo tutti e chiederemo di essere incarcerati. Siamo tutti giornalisti. Questa è dittatura. Faremo una durissima opposizione senza se e senza ma, comprese azioni eclatanti, ma sempre nel rispetto della legge. L’Europa deve sapere costa sta accadendo in Italia».
ALFANO: INFORMAZIONE TRASPARENTE – Dal canto suo il ministro Alfano spiega che il ddl garantisce «il diritto a un’informazione ufficiale e trasparente e non il diritto all’acquisizione e divulgazione illecita di atti riservati». Alfano chiarisce «gli effettivi contenuti del ddl», ricordando che il comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, in una raccomandazione del 10 luglio 2003, «ha ribadito che i giornalisti devono riferire ed effettuare commenti sul sistema giudiziario penale, ma nel rispetto del principio della presunzione d’innocenza , che fa parte integrante del diritto a un equo processo». E sottolinea che «di conseguenza, opinioni e informazioni relative ai procedimenti penali in corso, dovrebbero essere diffuse attraverso i media solo se ciò non è lesivo della presunzione d’innocenza dell’indagato o dell’imputato; inoltre, nella raccomandazione, si auspica una informazione regolare nell’ambito dei procedimenti penali di interesse pubblico. Ma questa informazione deve essere fornita dalle autorità giudiziarie e dagli organi investigativi purché ciò non rechi pregiudizio al segreto istruttorio e non intralci i risultati dei procedimenti».
MAFIA E TERRORISMO – Nessuna modifica, precisa il ministro, è stata introdotta «rispetto alle intercettazioni per la ricerca dei latitanti». E per i reati di mafia e terrorismo «sarà possibile continuare a utilizzare le intercettazioni, telefoniche visive e ambientali, in ogni luogo sia pubblico che privato». Sarà anche «possibile utilizzare i risultati delle intercettazioni in procedimenti per mafia e terrorismo, anche se realizzati per procedimenti diversi». E «nell’ambito dei reati ambientali, nel caso in cui vi sia una connessione con reati di mafia, non vi sarà alcun tipo di limitazione temporale alle intercettazioni». Se per i «reati ordinari, per disporre le intercettazioni ambientali, sarà necessario che nei luoghi interessati sia in corso attività criminosa, il c.d. sospetto di flagranza», per i reati di mafia e terrorismo «non è prevista alcuna limitazione». Alfano precisa che anche «il limite di 75 giorni alle intercettazioni è valido solo per reati ordinari e non è continuativo, per cui sarà possibile intercettare i soggetti indagati anche in momenti e periodi differenti, in relazione alle scelte investigative del pm». Si è previsto anche che l’autorizzazione alle intercettazioni sarà concessa da un collegio giudicante e non da un singolo magistrato «per fornire maggiori garanzie al cittadino». E sempre per «una reale tutela della privacy e del regolare svolgimento delle indagini, è previsto il divieto di rilascio di copia di verbali, di supporti e decreti sulle intercettazioni»; ed «è inoltre vietata la trascrizione di conversazioni riguardanti fatti, circostanze e persone estranei alle indagini».
MONTEZEMOLO – Sul tema è intervenuto anche il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo che, interpellato dai giornalisti in merito proprio al ddl intercettazioni a margine delle celebrazioni per gli 80 anni della Pininfarina, elogia l’iniziativa di Sky: «Condivido la linea degli editori e ho visto anche come un editore importante e innovativo come quello di Sky segnali un’anomalia rispetto ad altri Paesi europei. Credo che ci sia la necessità, da un lato, di tutelare la privacy poiché la pratica delle intercettazioni non è più accettabile nei confronti dei singoli cittadini, e dall’altra di utilizzare uno strumento fondamentale in tante indagini e processi». Per Carlo Malinconico, presidente della federazione italiana degli editori (Fieg), «queste sanzioni non hanno vera giustificazione se non quella di esercitare pressione sugli editori che in molti casi rischiano la stessa sopravvivenza. Si tratta di un ulteriore intervento penalizzante per la categoria, già duramente colpita dalle recenti iniziative normative».
Redazione online