Insorgono le opposizioni: «Basta ricatti dal dittatorello»; «Da tragedia a farsa». Berlusconi pronto a non rinnovare l’intesa che assegna a viale Mazzini il ruolo di «servizio pubblico televisivo»
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Il presidente del Consilgio, e ministro ad interim dello Sviluppo economico, Silvio Berlusconi (Ansa9) |
ROMA – Il governo potrebbe non firmare il rinnovo del contratto di servizio della Rai, ovvero l’accordo in base al quale a Via Mazzini sono assegnate le prerogative di pubblico servizio. Lo ha lasciato intendere, secondo indiscrezioni raccolte dalla Italpress e poi rilanciate anche da altre agenzie di stampa , lo stesso Silvio Berlusconi che in questa fase si trova nella condizione di essere contemporaneamente il presidente del Consiglio e il ministro ad interim dello Sviluppo economico, non essendo ancora stato nominato il successore di Claudio Scajola, dimessosi dopo le vicende dell’appartamento con vista sul Colosseo che lo ha associato alle vicende di «appaltopoli».
IL SUMMIT DEL PDL – Berlusconi, a margine dell’ufficio di presidenza del Pdl che ha all’ordine del giorno anche le valutazioni sul testo finale del ddl sulle intercettazioni, avrebbe detto che la firma potrebbe non esserci «se la Rai continua ad essere faziosa». L’uscita del premier arriva all’indomani delle nuove polemiche sul caso Santoro, che ha denunciato di sentirsi «mobbizzato» e che aveva chiesto delucidazioni sul futuro del suo programma, «Annozero».
LE REAZIONI DELL’OPPOSIZIONE – Le parole attribuite al premier non sono passate inosservate. Duro il portavoce dell’Idv, Leoluca Orlando: «Siamo stanchi delle minacce e dei ricatti del dittatorello Silvio Berlusconi. Non è il padrone della Rai e non è più sostenibile il fatto che detenga ancora l’interim dello Sviluppo economico. Sono ancora più gravi e inaudite le sue parole perchè lo Sviluppo economico ha anche la delega alle telecomunicazioni. Un maxi-conflittto d’interessi nel conflitto d’interessi. Minaccia giornalisti dalla schiena dritta e vuole imbavagliare la stampa con un ddl anticostituzionale e liberticida». E Paolo Gentiloni, responsabile comunicazioni del Pd, aggiunge: «Con la minaccia di non firmare il contratto di servizio il conflitto di interessi del Presidente Berlusconi oltre che una tragedia diventa anche una farsa. È ovvio, infatti, che il proprietario di Mediaset non può firmare quel contratto diventando così anche sul piano formale l’interlocutore-controllore della Rai. Resta la gravità di una minaccia rivolta al vertice Rai in una giornata in cui sono attese importanti decisioni sui palinsesti.
Redazione online