L’imprenditore svizzero era trattenuto per avere violato le leggi sull’immigrazione. Lungo incontro con Gheddafi: restituiti i tre pescherecci siciliani sequestrati. «Ruolo del premier determinante»
Gheddafi accoglie Berlusconi a Tripoli (Epa) |
SOFIA – Lascia di corsa la Bulgaria perché è atteso in Libia. È infatti a un passo dalla conclusione positiva la vicenda del cittadino svizzero Max Goeldi trattenuto dalle autorità di Tripoli assieme a un altro uomo di affari, Rachid Hamdani, per avere violato le leggi sull’immigrazione. E lui Silvio Berlusconi la sblocca, assieme a quella dei tre pescherecci di Mazzara del Vallo trattenuti a Bengasi.
La svolta dopo un faccia a faccia di due ore con Muhammar Gheddafi, e seguito da ulteriori incontri con i ministri degli Esteri di Spagna, di Libia, di Svizzera e con l’ambasciatore tedesco a Tripoli. L’incontro, com’è abitudine del colonnello Gheddafi, avviene in una tenda allestita all’interno della caserma Bad el Azyzyia. Che l’apporto del Cavaliere sia stato decisivo lo riconosce il capo del governo libico, Bagdad Ali al Mahmoudi, che dichiara, quando ormai Goeldi è su un volo di linea che lo riporta a casa, che «il ruolo del premier Silvio Berlusconi per risolvere il contenzioso tra Libia e la Svizzera è stato determinante». Non solo. Al Mahmoudi estende poi i ringraziamenti «all’Italia per tutti gli sforzi messi in atto» ma non dimentica di ricordare quanto siano importanti anche i rapporti «tra Libia ed Unione Europea» e si augura che tra «Svizzera e Libia possa iniziare un dialogo proficuo».
La crisi tra Berna e Tripoli è nata con l’arresto di uno dei figli del colonnello, Hannibal Gheddafi, e della moglie Aline a Ginevra il 15 luglio del 2008 per maltrattamenti nei confronti dei loro domestici di nazionalità filippina. Nel frattempo le autorità libiche arrestano per violazione delle leggi sull’immigrazione Max Goeldi, che verrà successivamente condannato a sedici anni di carcere nel gennaio di quest’anno. Hannibal e moglie vengono rilasciati una decina di giorni più tardi dopo il versamento di una cauzione. Il caso assume proporzioni tali da diventare un vero e proprio incidente diplomatico tra i due governi quando la polizia diffonde le foto segnaletiche di Hannibal scattate dopo l’arresto. Tripoli sospende la concessione di petrolio alla Svizzera, ritira i suoi depositi dalle banche elvetiche e chiude la filiale della Swiss Air a Tripoli. Altre scaramucce. Berna diffonde un elenco di indesiderati, la Libia blocca l’ingresso dei cittadini di Schengen. Ma alla fine si ricompone tutto.
Lorenzo Fuccaro