Il telescopio spaziale Hubble comincia a fornire qualche ragionevole risposta. Una cometa o un asteroide della dimensione di alcuni chilometri è caduto nell’atmosfera
Il punto dell’impatto |
Il mistero del corpo caduto su Giove si infittisce nonostante il telescopio spaziale Hubble della Nasa cominci a fornire qualche ragionevole risposta. La storia inizia per caso il 3 giugno scorso quando l’astrofilo australiano Anthony Wesley scrutando il più grande pianeta del sistema solare vede per caso un bagliore, riprendendolo. Nello stesso momento nelle Filippine un altro astrofilo, Chris Go, registra la stessa cosa. L’immagine fa il giro degli osservatori amatoriali e professionali per cercare di dare una risposta alla causa del fenomeno. I bagliori osservati si rivelano intanto due esaminando i video, complicando ancora di più le cose.
HUBBLE – Il 7 giugno la Nasa puntava su Giove persino il suo più potente occhio orbitale, l’Hubble, per investigare eventuali cambiamenti nella zona della caduta. E in effetti analizzando il luogo con varie lunghezza d’onda (visibile, infrarosso e ultravioletto) si vede traccia dell’accaduto. Così si cominciano a tirare le file dell’intrigante vicenda che per fortuna ha riguardato Giove e non la Terra. La spiegazione è questa. Il corpo di una cometa o di un asteroide della dimensione di alcuni chilometri è caduto nell’atmosfera di Giove esplodendo nell’impatto con gli strati più elevati. Il primo bagliore è derivato dalla scia generata nell’attraversamento come accade con l’impatto delle meteoriti nell’atmosfera terrestre nella notte agostana di San Lorenzo, il secondo lampo è generato dall’esplosione stessa.
ESPLOSIONE – Il corpo deve essersi prima sbriciolato e il frammento maggiore dovrebbe aver avuto la dimensione di un paio di chilometri. Le riprese di Hubble che hanno fotografato le tracce aiutano la possibile ricostruzione dei fatti. Tutti hanno ricordato la grande caduta dei frammenti della cometa Shoemaker-Levy 9 nel 1994, ma anche l’anno scorso Giove era stato lo scenario di un evento analogo. Ma sul gigante del sistema solare – dicono gli astronomi – le cadute di corpi celesti sono sicuramente più frequenti di quanto si immagini e di quanto si registri sempre casualmente. Questo perché essendo un grande pianeta la sua forza di gravità attira i piccoli corpi in transito. Ma anche l’occhio del satellite Soho dell’Esa europea registra in continuazione comete che precipitano sul Sole. Insomma il tutto dimostra come il rischio asteroidi o comete non sia così remoto come si continua a credere. Se il corpo caduto su Giove fosse precipitato sulla Terra sarebbe stata una catastrofe. E la colpa allora sarebbe stata degli astronomi? Privi degli strumenti adeguati anche loro sono impotenti. Non ci resta che aspettare.
Giovanni Caprara