E sulla situazione economica: «Incerte prospettive sul lavoro, bisogna puntare a crescita». Il governatore di Bankitalia sulla manovra: «Inevitabile agire presto, sui risultati si vedrà nei prossimi mesi»
Il governatore Mario Draghi e Corrado Faissola, presidente dell’Abi (Scudieri /imagoeconomica) |
ROMA – La manovra economica? «Era inevitabile agire al più presto». Ne è convinto il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, che ha preso la parola all’assemblea dell’Abi, l’Associazione che riunisce le banche italiane. «Se la correzione possa effettivamente consentire di raggiungere gli obiettivi di indebitamento netto – ha sottolineato – potrà essere valutato solo nei prossimi mesi, anche tenendo conto del quadro macroeconomico e delle sue retroazioni sul bilancio». Draghi ha in ogni caso sottolineato che «un’accelerazione del rientro dagli squilibri nei conti pubblici è indispensabile» e ha rilevato come fosse necessaria «una decisa correzione di rotta rispetto alle tendenze dell’ultimo decennio». Ma ha rilevato che «la stima degli effetti del contrasto all’evasione presenta incertezze».
Per il governatore «l’effetto sulla ripresa sarà positivo se il risanamento contribuirà a ridurre gli spread sui titoli sovrani». Quanto alle prospettive economiche, Draghi ha spiegato che «non c’è alternativa alla ripresa della crescita» che in Italia deve essere spinta «dalle riforme». E in questo, ha detto ai suoi interlocutori, «le banche hanno un posto speciale nel sostegno alla crescita» e, se forti, «sono e saranno il suo pilastro». Draghi ha poi esortato le banche a essere più vicine, nell’erogazione di credito, alle piccole e medie imprese che stanno uscendo dalla crisi e riprendono a esportare. «La domanda di credito delle imprese aumenta ma si ha la sensazione che molte piccole imprese dicano che la loro domanda non viene soddisfatta – ha detto Draghi -. Occorre che le banche stiano vicine alle piccole e medie imprese”, ha detto Draghi, sottolineando come le imprese che lamentano un certo razionamento del credito «sono spesso quelle che operano nella parte più produttiva del Paese» . Quanto alla situazione attuale dell’Italia, ha annotato il governatore, «consumi e investimenti restano deboli, perchè i redditi reali ristagnano, le prospettive di occupazione sono incerte».
Il governatore esorta. Ma gli esponenti di banche popolari e di istituti medi o piccoli si sentono tranquilli. Parlando a margine dell’assemblea dell’Abi, gli esponenti delle banche del credito cooperativo come il direttore generale di Banca Etruria Luca Bronchi, il presidente di Banca Marche Michele Ambrosini o il consigliere delegato della Popolare di Vicenza Divo Gronchi spiegano di essere già impegnati al massimo a sostegno delle piccole imprese. Un impegno che peraltro comporta un assorbimento di liquidità notevole e rettifiche e svalutazioni in aumento ma che non può essere derogato o diminuito, visto lo stretto legame degli istituti con il territorio e il tessuto produttivo.
Redazione online