Il premier soffriva di un’infiammazione permanente ai tendini del pollice. L’intervento, eseguito all’Humanitas di Rozzano, è andato bene. «Ora a riposo sino a domenica»
Silvio Berlusconi con Paolo Bonaiuti (Ansa) |
MILANO – Tutto bene. È terminato l’intervento chirurgico alla mano che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha affrontato lunedì mattina all’ospedale Humanitas di Rozzano, in provincia di Milano. Secondo quanto si apprende Berlusconi potrebbe lasciare l’ospedale già oggi. L’intervento è stato condotto dal professor Alberto Lazzerini: «L’intervento di decompressione del nervo è andato benissimo e si è concluso senza problemi», ha reso noto il primario di chirurgia della mano. Il medico personale di Berlusconi, Alberto Zangrillo, ha aggiunto che il premier dovrà «stare a riposo fino a domenica un po’ per la riabilitazione e un po’ perché non ha fatto un giorno di vacanza. Sino a fine settimana non ci saranno impegni pubblici».
L’OPERAZIONE – La sindrome di De Quervain, di cui sembrerebbe soffrire il premier Silvio Berlusconi, è una patologia piuttosto comune della mano, che interessa i tendini del pollice: una tenosinovite che coinvolge la guaina che riveste due estensori del pollice, denominati abduttore lungo ed estensore breve, che occupano il primo compartimento dorsale del polso. L’uso di un tutore che impedisca per qualche tempo i movimenti delle parti interessate, associato a farmaci antinfiammatori, a volte è utile. Quando però il sintomo, ovvero il dolore, diventa importante si ricorre alla chirurgia. In passato, per il trattamento chirurgico della sindrome di De Quervain venivano praticate incisioni abbastanza lunghe. Ora l’intervento, di microchirurgia, viene praticato in anestesia locale e con un taglio di appena un paio di centimetri. Il paziente viene dimesso subito dopo. Si tratta di un intervento che ha una riuscita praticamente del 100%. L’intervento è minimamente invasivo e con un decorso post operatorio rapidissimo e determina un sollievo quasi immediato dei dolori a volte molto forti causati dalla sindrome di De Quervain.