La sorella: «Mio padre uccide Sabrina». Prima l’sms di Valentina, poi Cosima: lei non c’entra. Casa transennata: troppi curiosi
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Valentina Misseri (al centro) rientra a casa accompagnata dall’avvocato Vito Russo ad Avetrana (Ansa) |
TARANTO – «Sabrina è innocente! Questa è la cosa più importante! Mio padre ha ucciso Sarah e ora sta uccidendo la figlia». È questo l’sms, in onda nei tg delle reti Mediaset e sul TgCom, che Valentina Misseri ha inviato domenica mattina a un giornalista di News Mediaset. Da due giorni Valentina difende a spada tratta sua sorella, accusata dal padre Michele di aver partecipato all’uccisione della cugina Sarah. Ma a difendere Sabrina si fa sentire anche la madre: «Mia figlia è innocente e io non ho paura di essere tirata in ballo perché in questa storia non c’entro nulla», ha detto Cosima Serrano, moglie di Michele Misseri, al vicesindaco di Avetrana, Alessandro Scarciglia, che nel pomeriggio di domenica è andato a trovarla.
SENTITA COME TESTE – Nella tarda serata di domenica si è poi appreso che Cosima, la madre di Sabrina, sarà ascoltata nei prossimi giorni come ‘persona informata dei fatti’ nell’ambito delle indagini sull’omicidio della nipote. L’audizione della donna – riferiscono fonti investigative – era stata pianificata prima del fermo di Sabrina, ma la data non è stata finora fissata. La deposizione di Cosima è ritenuta necessaria per definire meglio i contrasti evidenziati dalla pubblica accusa nel provvedimento di fermo a carico di Sabrina. I contrasti ritenuti di «sicura rilevanza» riguardano le divergenze tra il racconto di Sabrina e quello della mamma su quanto avvenne mentre le due donne erano in casa poco prima dell’arrivo di Sara, il 26 agosto, con la quale, assieme a Mariangela Spagnoletti, Sabrina doveva andare al mare. Cosima dice che la figlia si alzò dal letto per prepararsi dopo aver ricevuto il primo sms di Mariangela; la figlia dice invece di essere rimasta a letto fino alle 14.28, quando ricevette lo squillo col quale Sara l’avvisava che stava arrivando.
SABRINA E IL PADRE – Come scrive il giornalista Goffredo Buccini sul Corriere della Sera oggi in edicola Valentina è «la cugina più grande e saggia, sorella maggiore di Sabrina». Al giornalista Valentina ha raccontato che «Sabrina voleva un bene dell’anima a nostro padre, era pazza di lui e lui di lei». Lo ha sempre chiamato «paparino», quando poi lui l’ha delusa ha strillato da una camera di sicurezza: «Non lo chiamerò più papà».
I SOSPETTI – «C’era solo quella magia che i padri e le figlie conoscono bene, tra quei due, o cos’altro ancora? – aggiunge Buccini – C’era una trappola in cui Sarah ha infilato la sua vita? Mimina (ovvero Cosima Misseri, la madre di Sabrina e Valentina, moglie di Michele, ndr) dice che lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per non dare torto a Sabrina, per non darle un dolore. Fino a dove arriva un padre disposto a fare qualsiasi cosa per la figlia? Quanto dolore, quanta delusione c’è nell’ultimo messaggino di Sabrina a Valentina – «papà m’ha incastrato» – spedito dalla caserma di Manduria, prima di essere arrestata?».
L’AMICO IVANO: «NON PUO’ ESSERE STATA SABRINA»– «Per me non può essere stata Sabrina, erano così unite che stavano diventando una sola persona». A Domenica cinque, parla Ivano, l’amico di Sarah e Sabrina, per il quale le due cugine litigarono il 25 agosto scorso. «Sono molto confuso, non capisco più niente – ha detto Ivano – Ripongo tutta la mia fiducia in Sabrina. Non so come comportarmi e cosa pensare. Niente è sicuro e scontato, dobbiamo capire solo tramite le ricerche degli inquirenti». «Spero che Sabrina sia innocente: se così fosse e il padre l’avesse coinvolta non può essere degno di essere chiamato padre. Per me non può essere stata Sabrina, non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Erano così unite che stavano diventando una sola persona. Mi sembra tutto assurdo e guardando il loro rapporto che avevano, tutto ciò è inimmaginabile».
CASA TRANSENNATA – Intanto poiché intervengono troppi curiosi davanti alla casa del delitto e i carabinieri i vigili urbani e carabinieri hanno apposto un nastro rosso e bianco ai lati del cancello di casa Misseri. Ciò per evitare che le persone di avvicinino troppo o sostino davanti all’ingresso dell’abitazione. Ma ciò non ha scoraggiato i turisti dell’orrore che ora si affollano ai lati del cancello e del garage.
DAL CARCERE – Tutto questo mentre dal carcere Sabrina accusa il padre di essere un «vigliacco», si proclama innocente, piange a tratti, vuole leggere libri, e parla molto con le agenti che vigilano accanto alla sua cella. Da quando è entrata nel penitenziario Sabrina non fa altro che ripetere a tutti che lei è totalmente innocente. Piange a tratti ma mangia abbastanza regolarmente. L’impatto con la struttura penitenziaria, a quanto si apprende, l’ha sconvolta e agitata. La ragazza – sottoposta a fermo per concorso in omicidio e sequestro di persona (lunedì ci sarà l’udienza di convalida) – è in isolamento: per questo occupa da sola una cella e da sola trascorre l’ora d’aria. Si trova in un piccolo reparto del penitenziario, chiamato «reparto di transito» dove ci sono pochissime detenute. Nel carcere di Taranto non c’è un reparto femminile, perché lo spazio che in precedenza era occupato dalle detenute è riservato ai detenuti semi-liberi da quando è crollata perchè fatiscente la palazzina del penitenziario dove erano ospitati. È quindi una sistemazione temporanea quella di Sabrina: dopo l’udienza di domani o sarà liberata o, nel caso venga confermata la detenzione, sarà probabilmente trasferita in un altro carcere, così come – con molta probabilità – avverrà, per altri motivi, per Michele Misseri. Sabrina, come è previsto dalla prassi, è stata sottoposta a una visita medica e anche al controllo da parte di uno psichiatra e di uno psicologo. È sorvegliata a vista, 24 ore su 24, da due-tre agenti della polizia femminile. Ha chiesto di poter leggere libri e riviste, letture che le sono state concesse e che, ovviamente, non hanno alcuna attinenza con la vicenda. Sabrina ha inoltre chiesto più volte di parlare con il direttore del carcere, e anche con il comandante del reparto e con il responsabile del reparto femminile della polizia penitenziaria: a tutti ripete che è innocente e che il padre è un «vigliacco». Spera – così come hanno già detto i suoi legali – di incontrare presto il padre e di avere un confronto con lui.
Redazione online