Il sito di Julian Assange pubblica nuovi documenti. Rivelati file segreti su torture e uccisioni di civili nel paese mediorientale. Pesanti le responsabilità americane
“La guerra in Iraq è stato un attacco alla verità, iniziato primo della guerra e che continua ancora ora dopo che è finita”. E’ quanto ha detto Julian Assange, fondatore e direttore di Wikileaks in una conferenza in stampa a Londra per presentare i nuovi documenti sulla guerra in Iraq che mostrano un bilancio delle vittime molto più pesante di quello ufficiale del conflitto: 285mila, di cui 109.032 registrati come morti violente (66.081 di questi erano civili, 23.984 ‘nemici’, 15.196 forze di sicurezza irachene, 3.771 soldati americani e della coalizione). “Con la rivelazione di questi elementi segreti della guerra speriamo di correggere in parte questo attacco alla verità”, ha aggiunto Assange.
I 400mila nuovi documenti sull’Iraq fotografano sei anni di “bagno di sangue” in Iraq: così il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, ha commentato il nuovo materiale sul conflitto iracheno pubblicato dal suo sito. “Questi documenti rivelano sei anni di guerra in Iraq con dettagli dal terreno, le truppe sul territorio, cio’ che vedevano, facevano e dicevano”, ha dichiarato Assange in un’intervista alla Cnn.
Dai documenti usciti dopo che Al Jazira ha rotto l’embargo e ne ha anticipato la pubblicazione è emerso che tra il 2003 e il 2009 in Iraq ci sono stati più di 109mila morti, di cui oltre 66mila civili. In particolare si apprende di 15mila persone che hanno perso la vita in incidenti di cui finora non si era saputo nulla e per i quali nella maggior parte dei casi la responsabilità ricade sulle truppe irachene. Documentate anche torture sistematiche sui detenuti da parte dei militari di Baghdad, senza che ci fosse un intervento degli Usa, e uccisioni di civili inermi.
Per Assange questi ‘file’ militari segreti offrono una fotografia molto più nitida rispetto al materiale pubblicato sull’Afghanistan che avevano documentato la morte di 20mila persone. “In Iraq parliamo di un livello di uccisioni cinque volte superiore, un vero bagno di sangue paragonato all’Afghanistan”, ha affermato il fondatore di Wikileaks. “Ora di quei morti vediamo non solo il totale, ma anche come è avvenuto il decesso di ogni singola persona, abbiamo le precise coordinate geografiche e l’operazione in cui hanno perso la vita”, ha aggiunto, “non si tratta più di anonimi”. Per Assange “il risultato di questo materiale è potente e un po’ più facile da comprendere rispetto alla complessa situazione in Afghanistan”.