Il rogo in un ufficio vicino al reparto di rianimazione. Le fiamme sono state subito domate dal personale dell’ospedale. Mamme e infermieri hanno preso in braccio e i piccoli pazienti per portarli in salvo. Oltre 40 intossicati, nessuno grave
Momenti di panico nell’ospedale dei bimbi, il Bambin Gesù di Roma. Un rogo nel primo pomeriggio di venerdì 5 novembre si è sviluppato in un ufficio attiguo alla rianimazione dove dieci bimbi erano ricoverati. Istanti terribili anche se le fiamme sono state subito domate dal personale del nosocomio vaticano: mamme e infermieri che hanno preso in braccio i piccoli pazienti per trarli in salvo, il fumo che invadeva il padiglione Pio XII al terzo piano, medici che soccorrevano genitori in apprensione, qualcuno che spaccava le finestre per far uscire il fumo denso.
Un “bel miracolo” ha detto il sindaco Gianni Alemanno in visita. E all’ospedale si è recato anche il segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone.
Il cardinale ha visitato il reparto, ormai evacuato, interessato dall’incendio. Un sopralluogo del quale riferirà al Papa. Più che le fiamme però è stato il fumo a creare il panico. Alla fine gli intossicati, per il 118, sono 48. Non i bimbi in rianimazione che, essendo intubati, non hanno respirato il fumo. Tra gli intossicati uno è stato portato in codice rosso al San Camillo e una donna incinta è ricoverata in codice giallo al Policlinico Umberto I. Sette persone sono state trasportate all’ospedale Pertini, 11 al Sant’Andrea, 12 al Sant’Eugenio, 9 al Gemelli (tra cui i due bimbi intubati), 2 al San Camillo, 3 all’Aurelia Hospital, due al Santo Spirito.
“Per circa un’ora – racconta la nonna di una neonata ricoverata – abbiamo assistito a scene terribili: i medici e gli infermieri portavano i bambini dalla rianimazione ad altri reparti, c’era un gran caos, le mamme dei piccoli urlavano e piangevano”. Un centralinista del Collegio americano, struttura attigua all’ospedale, ha visto che qualcuno ha spaccato i vetri delle finestre per far uscire il fumo: “C’è stato un impressionante via vai di ambulanze, finché il reparto non è stato completamente evacuato”.
In molti dei parenti dei bambini affermano di non aver sentito l’allarme antincendio. “In molti non l’hanno sentito, io non ho visto uscire neanche l’acqua dagli impianti”, dice una mamma. Le indagini sulle cause, affidate a vigili del fuoco e polizia giudiziaria, non escludono nessuna ipotesi. Le fiamme si sono sviluppate in un ufficio dove non sono presenti macchinari dunque oltre al corto circuito viene ritenuta possibile anche l’ipotesi accidentale o della disattenzione. La macchina dei soccorsi comunque è partita subito: i mezzi dei vigili del fuoco sono arrivati nell’immediatezza, le ambulanze hanno fatto la spola con gli altri ospedali, sono stati utilizzati bus del trasporto pubblico per trasferire gli intossicati.
La presidente della Regione Lazio Renata Polverini, che è accorsa all’ospedale subito, ha sottolineato che “l’intervento è stato immediato: pompiere, forze dell’ordine e 118 hanno agito in sei minuti, per cui il servizio ha funzionato in modo straordinario. Il reparto ècomunque in pessime condizioni, muri neri, odore come di plastica bruciata e ambienti pieni di acqua”. E il senatore Domenico Gramazio parla di “danni gravissimi: èandato tutto bruciato attorno al reparto di rianimazione, per le operazioni di soccorso sono stati sfondati tutti i vetri”. Intanto il pronto soccorso rimarrà chiuso fino alle 9 di sabato 6 novembre.