Il giorno dopo il crollo della Domus e l’ira di Napolitano, è polemica. “I fondi destinati agli scavi non sono stati usati per la tutela del patrimonio – denuncia una guida turistica – Ma per crearne un’immagine spendibile sui media”
“Possiamo tranquillamente dire che ci sono dubbi su come siano stati spesi i fondi”. Parla così, ai microfoni di SkyTG24, Santiago Faraone Mennella, guida turistica degli scavi archeologici di Pompei.
Il giorno dopo il crollo della Schola Armaturarum ci si interroga, infatti, sullo stato dei beni culturali del Paese. E imperversa la polemica. E la rabbia. Come quella espressa dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che appresa la notizia ha dichiarato senza mezzi termini: “E’ una vergogna”.
“Dal 2008 a oggi sono stati destinati agli scavi di Pompei circa 80mila euro” dichiara Santiago Faraone Mennella. “Tuttavia – aggiunge – molti di questi soldi sono stati spesi per eventi non legati strettamente alla conservazione e alla tutela del patrimonio. Quanto piuttosto a crearne un’immagine spendibile sui media”.
Il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi, contro il quale sono piovute le polemiche dopo il crollo di parte del sito archeologico, sostiene invece che il problema sia invece la mancanza di fondi e la mancanza di professionalità adeguate con capacità manageriali.