Nella stessa data il verdetto della Consulta sul legittimo impedimento. Il 14 dicembre la fiducia alle Camere. Bossi: stiamo lì fino a marzo. Trattative in corso con i finiani indecisi
Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi (Ansa) |
ROMA – Fiducia oppure voto. Ma per il verdetto c’è ancora tempo. circa un mese. Nel corso del quale può succedere di tutto, soprattutto dal punto di vista della composizione dei due schieramenti. Silvio Berlusconi si dice convinto di potere ottenere il consenso in entrambi i rami del Parlamento. Ma alla Camera i numeri, sulla carta ancora non ci sono. E per questo potrebbero diventare fondamentali i dietrofront di esponenti finiani pronti a ritornare nel Pdl pur di salvare la legislatura. Martedì è stato un deputato eletto nella circoscrizione Estero, Giuseppe Angeli, a rientrare nelle fila berlusconiane. E secondo il sottosegretario Daniela Santanchè, che sta affiancando i coordinatori La Russa e Verdini in questa campagna di recupero dei fuoriusciti dal partito, altri sono pronti a seguirne l’esempio.
«CI SCALDIAMO PER IL VOTO» – La crisi, intanto, resta congelata. In accordo con il Quirinale si è deciso di dare la priorità alla legge di stabilità e per questo sarà necessario attendere fino a metà dicembre per conoscere il responso delle Camere sulla fiducia a questo esecutivo. Che se anche dovesse esserci non precluderebbe comunque l’ipotesi di elezioni anticipate. Umberto Bossi ha dichiarato che «duriamo fino al 27 marzo» rispondendo a chi gli chiedeva del futuro delle norme sul federalismo, calendarizzate entro la fine dell’anno e i primissimi giorni di gennaio. E i rumors da Palazzo Grazioli già parlano del 10 gennaio come possibile data di scioglimento del Parlamento. Non solo: Gianni Alemanno, che ha preso parte al vertice alla Camera tra coordinatori e capigruppo della maggioranza, ha laconicamente commentato che «il Pdl scalda i motori per le elezioni».
IL VERDETTO DELLA CONSULTA – Il 14 dicembre non sarà solo la data della fiducia alla Camera e al Senato: è anche quella in cui è previsto il verdetto della Consulta sulla costituzionalità del legittimo impedimento, lo scudo-ponte che preserva anche il premier dai processi attualmente in corso (Mills, Mediaset e Mediatrade). Si parla dunque di un possibile rinvio, non tanto per motivi di «opportunità» quanto piuttosto per consentire agli avvocati del premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo che sono parlamentari, di prendere parte alle sedute.