I ministri Ue delle Finanze hanno accolto la richiesta di aiuto del governo di Dublino che si è impegnato con un piano quadriennale di riduzione del deficit dal 32 al 3%
BRUXELLES – L’Irlanda infine ha ceduto, con una riunione d’emergenza del suo governo ha chiesto soccorso all’Unione Europea e ha messo sul piatto un piano di austerity che ammonterebbe a 15 miliardi di euro in quattro anni. E l’Unione Europea ha risposto: assicurerà il «salvataggio» dell’ex «tigre celtica» oggi in crisi perché questo è «giustificato» dalla necessità di «salvaguardare la stabilità finanziaria nella Ue e nella zona Euro».
Così ha deciso l’Eurogruppo, il vertice dei ministri finanziari ed economici della zona Euro, riunito per telefono in sessione straordinaria e poi allargato ai ministri economici di tutta la Ue e ad alcuni dirigenti del G7. Ogni singolo passo è stato concordato e condiviso con il Fondo monetario internazionale e con la Banca centrale europea. Il piano di aiuti – che prevede anche un contributo attraverso prestiti bilaterali da Gran Bretagna e Svezia, due Paesi al di fuori dell’Eurozona – si svilupperà sull’arco di 3 anni e sarà «legato a precise condizioni»: l’entità esatta sarà fissata fra pochi giorni, ma già si parla di una cifra compresa fra 80 e 90 miliardi, poco meno dei 110 concessi mesi fa alla Grecia.
Per la parte di competenza Ue, i fondi verranno attinti dal «Meccanismo per la stabilità finanziaria» che dispone di 60 miliardi di prestiti garantiti presso le casse della Commissione Europea, e dal più sostanzioso «Fondo europeo di stabilità finanziaria» pronto ad attingere sui mercati fino a 440 miliardi, anche attraverso prestiti bilaterali fra Paesi dell’Eurozona.
Ora la palla torna a Dublino , che dovrà a sua volta approvare in dettaglio le misure che Bruxelles ha proposto in una domenica sera dai momenti a tratti drammatici. «Fate in fretta», aveva detto il ministro delle finanze Brian Lenihan ai suoi colleghi di governo. E questi, almeno ieri, lo hanno ascoltato. Dublino ottiene – almeno così pare dalle prime indiscrezioni – di non aumentare la sua imposta sulle imprese, al 12,5%, considerata da altri Paesi come una misura di concorrenza sleale (in Francia la stessa aliquota è al 34%, in Spagna e in Germania al 30%, e solo in Bulgaria e Cipro al 10%). Resta anche nel vago, ma non poteva essere diversamente, come e quando gli aiuti promessi potranno riguardare anche le disastrate banche irlandesi, per metà nazionalizzate e accusate da molti di aver contribuito in modo decisivo alla crisi: ci penserà il governo, e già oggi la Bce – in un suo primo commento – si augura significativamente che l’intervento europeo serva «a stabilizzare il sistema bancario irlandese».
Il programma di aiuti, dice l’Eurogruppo , «si rivolgerà in un modo decisivo» alle sfide poste dai bilanci dell’economia irlandese. Punterà «all’aggiustamento del bilancio e alle riforme strutturali che saranno presentate dalle autorità irlandesi la prossima settimana, nel loro Piano strategico quadriennale». E questa stesso piano strategico, confida ancora Bruxelles, «fornirà i dettagli dell’impegno preso dal governo per raggiungere il consolidamento del bilancio di 6 miliardi nel 2011, come parte di una strategia che porterà a un rapporto deficit-Pil del 3% entro il 2014». Per l’Eurogruppo, quelli dell’economia irlandese sono «fondamentali forti» e se perciò il programma verrà realizzato si tornerà «a una crescita robusta e sostenibile».
Luigi Offeddu