La protesta contro il regime. Altri dieci feriti negli scontri con la polizia dopo i tre morti di martedì. Sgomberata piazza Tahrir
IL CAIRO (EGITTO) – Non si ferma il braccio di ferro tra dimostranti e governo in Egitto. Dieci manifestanti sono rimasti gravemente feriti nell’azione avviata in nottata dalle forze di sicurezza per disperdere le migliaia di persone raccolte da martedì pomeriggio in una grande piazza al centro del Cairo.
REPRESSIONE – La polizia ha utilizzato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua nelle prime ore della giornata per disperdere i manifestanti che avevano occupato la centrale piazza Tahrir durante la notte. All’alba le strade sono tornate tranquille, con il traffico che fluisce attraverso la capitale. Due manifestanti e un poliziotto sono rimasti uccisi negli scontri propagatisi martedì in diverse città del Paese, dove i dimostranti infuriati per la povertà e la repressione sono stati ispirati da quanto accaduto questo mese in Tunisia, dove il presidente è stato deposto. Martedì sera, il centro web di un’università aveva annunciato che in tutto il Paese nordafricano sarebbe stato bloccato l’accesso al sito di microblogging Twitter.com, usato in altre occasioni – come è stato il caso delle rivolte in Iran dopo il contestato esito del voto – per organizzare manifestazioni e diffondere notizie fuori dai canali ufficiali. «Abbasso, abbasso Hosni Mubarak» hanno gridato i manifestanti al Cairo. Nel corso delle proteste nella Capitale, ha detto la tv egiziana, un agente è rimasto ucciso. Ma sulla sua morte non sono state fornite informazioni più precise. A Suez, invece, due persone sono morte in seguito alle proteste. Una fonte medica ha parlato di due cadaveri portati in ospedale. La fonte ha detto che a provocarne la morte sarebbero state pallottole di plastica, ma altri hanno detto che la causa non sembra ancora chiara. Ad Alessandria alcuni manifestanti hanno abbattuto un ritratto di Mubarak, 82 anni, e di uno dei suo figli, Gamal, che molti egiziani ritengono sia destinato a succedere al padre quando questi si ritirerà. «Tunisia, Tunisia» hanno gridato i manifestanti in tutto il paese. Gli attivisti sul web – tra i più duri contestatori di Mubarak – hanno organizzato le proteste contro la povertà e la repressione in concomitanza con una festività pubblica della polizia.
Redazione online