LA TRAGEDIA NEL CAMPO ABUSIVO DI VIA APPIA NUOVA. I genitori dei bimbi rom uccisi dalle fiamme domenica: grazie per l’ospitalità a Napolitano e al Comune di Roma, adesso aiutateci a portare i nostri piccoli a casa. Lombardia: Cesare Bossetti (Lega Nord) è rimasto seduto quando l’assemblea regionale ha ricordato la tragedia di Roma. Polemica su Facebook dove la notizia è subito rimbalzata. Lui a Sky.it dice: “Non me ne ero accorto. È una tragedia, colpa dei genitori”
ROMA – Sono arrivati di mattina presto. In mano dei fiori. Il volto segnato dalle lacrime. Hanno raggiunto quello spiazzo nero, dove resta solo un mucchio di cenere. I pianti, le grida, i nomi strillati con disperazione hanno rotto il silenzio di quel posto segnato dalla tragedia. Ancora ci sono delle baracche, stracci appesi, teloni di plastica a fare da divisorio. E all’esterno valigie e trolley colorati: chi abita qui ha raccolto i pochi averi e riempito i bagagli. Tra qualche giorno, le ruspe butteranno giù quel poco che le fiamme non hanno bruciato.
Lo strazio di Elena e Mircea (Proto) |
SULLA CENERE – Sono tornati lì Elena e Mircea. Dove domenica sera un rogo nella loro baracca ha portato via i loro tre figli, Fernando (7 anni), Patrizia (8) e Sebastian (11) e il nipotino Raul, appena 4 anni. Hanno pregato, pianto e urlato forte i loro nomi. Abbracciati e consolati da parenti e amici sono arrivati martedì mattina nello spiazzo dove da qualche mese avevano portato le loro cose e trasferito le loro vite. Una piccola processione per non staccarsi da quel luogo che ha visto gli ultimi minuti di vita dei quattro piccoli bambini rom. E sotto la cenere sono andati a caccia di quello che resta dei loro piccoli, una scarpa rosa, un’altra da ginnastica rossa, una ciabatta. Se le stringe forte a sé Elena. E Mircea la consola e piange con lei.
LA MAMMA DI RAUL – E poi c’è l’altra mamma, quella che in questi giorni pochi hanno notato, la mamma del più piccolo dei quattro bimbi uccisi dalle fiamme, Raul, 4 anni. Il suo strazio è urlato e arriva a toglierle i sensi, si accascia a terra. Altre donne le stanno intorno, cercano di sorreggerla, la aiutano a sedersi. Quattro anni aveva il suo Raul, e lei urla con rabbia il nome del suo piccolo. Sigaretta in mano, capelli sul viso, bagnati dalle lacrime. E su una vecchia sedia di legno, candele rosse e due mazzetti di fiori improvvisano un piccolo altare.
La mamma di Raul (Proto) |
«GRAZIE A NAPOLITANO» – Nel dolore, Elena e Mircea ringraziano il presidente Napolitano che lunedì è andato a consolarli all’obitorio, dove sono state portate le salme dei 4 piccoli. «Grazie al Presidente per l’ospitalità, e anche al Comune di Roma, li preghiamo di aiutarci a portare i bambini a casa (ne hanno altri 4, ndr)». Mercoledì vogliono partire per la Romania, lì vogliono organizzare i funerali dei piccoli. «Ma non restiamo in Romania – dice Elena – lì il nostro Paese ci ha fatto tanto male, mai più torneremo lì. L’Italia invece ci ha aiutato e ringraziamo molto molto Napolitano, lui ci ha dato una mano, ci ha dato una casa per 5 giorni». Mercoledì a Roma sarà proclamato per tutto il giorno il lutto cittadino con bandiere a mezz’asta in ogni sede comunale. E sempre mercoledì alle 17.30, in Santa Maria in Trastevere, il cardinale vicario Agostino Vallini celebrerà una messa in memoria di Raul, Fernando, Patrizia e Sebastian. Proprio mentre le loro salme saranno in viaggio per la Romania.
GIOVEDI’ IN PIAZZA – Intanto, le associazioni di rom della Capitale annunciano una mobilitazione per giovedì 10 febbraio in piazza del Campidoglio. Riunite in presidio manifesteranno contro il Piano rom del Campidoglio, altre saranno in piazza in solidarieta’ ai familiari dei bimbi vittime del rogo, altre ancora chiederanno al sindaco un incontro per rivedere insieme il Piano rom e trovare una soluzione comune. Alla mobilitazione di piazza finora hanno aderito, tra gli altri, l’Arci, le associazioni Popica, 21 luglio, Lunaria, oltre alla Cgil, a Sinistra e libertà, a Rifondazione comunista.
“Non l’ho fatto apposta, non mi ero accorto del minuto di silenzio”. Cesare Bossetti, consigliere regionale della Lega Nord in Lombardia, si giustifica così. E’ stato l’unico a rimanere seduto mentre gli altri colleghi del Pirellone, riuniti in giunta, si erano alzati per ricordare in silenzio i quattro fratellini morti nella notte tra domenica e lunedì in un campo nomadi di Roma. A far rimbalzare la notizia all’esterno è stato Pippo Civati, consigliere del Pd, che l’ha postata immediatamente su Facebook e sul suo blog.
“Se avessi voluto protestare sul serio allora sarei uscito dall’aula – spiega Bossetti, amministratore unico di Radio Padania Libera a Sky.it – Io invece sono rimasto seduto, stavo leggendo un articolo di giornale e non mi sono accorto della richiesta di osservare un minuto di silenzio. Dico, sono morti quattro bambini. Non si protesta su queste cose, è una tragedia incredibile”.
Poi aggiunge: “In quello che è successo a Roma vedo sicuramente una colpa gravissima dei genitori. Quei bambini dovevano essere custoditi, invece… Siamo nel 2011 e la gente vive ancora nelle baracche, mi chiedo come sia possibile. Il problema dei rom è un problema enorme che non riguarda solo l’Italia ma l’Europa intera. La Romania deve farsi carico dei loro problemi, noi non possiamo pensarci da soli. Siamo, insieme alla Spagna, uno dei paesi che subiscono maggiormente il fenomeno dell’immigrazione, negli stati più a nord ciò non succede. Che immigrazione possono avere loro, quella dei pinguini? Nel nostro paese invece vanno trovate delle alternative”.
E quali sono queste alternative? “Devono tornare a casa loro perché in tutti i paesi in cui vanno a vivere poi non si trovano bene”. A dar loro una sistemazione più dignitosa non ci pensa proprio il consigliere leghista: “Macché, se uno è nomade è nomade, vuol dire che non vuole stare fermo”.
Intanto, dopo la sua “gaffe” al Pirellone, su Internet sono cominciati a piovere commenti e in poco tempo le polemiche hanno preso il sopravvento. “Facessero e dicessero quello che vogliono, io non ho fatto nulla di male. Come ho già detto se avessi voluto protestare sarei uscito dall’aula, come hanno fatto alcuni miei colleghi. Sì, perché durante il minuto di silenzio c’erano persone fuori dall’aula, e non erano solo della Lega”.
Ma Pippo Civati, il consigliere che ha denunciato sul web il comportamento di Bossetti, smentisce questa ricostruzione: “Noi non ci siamo accorti di nessuno fuori dall’aula. Certo, mi sembra strano che se ne sia accorto proprio Bossetti che dichiara però di non essersi reco conto che in quel momento si stava osservando il minuto di silenzio. Il suo atteggiamento mi è sembrato inequivocabile e, insieme ad altri miei colleghi, lo abbiamo fatto notare al presidente del Consiglio (Davide Boni, Lega Nord, ndr). Che è sembrato dispiaciuto, ma non ha condannato il gesto di Bossetti. In fondo sono dello stesso partito…”.
Daniele Troilo e Redazione online