Le autorità tunisine sono pronte a cooperare con altri paesi. Tunisi respinge le ingerenze «negli affari interni». Il ministro Frattini replica: «pattuglie italiane sulle coste»
MILANO – È corto circuito sugli sbarchi dal Nord Africa tra l’Unione europea e il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Il ministro dell’Interno replica alla Commissione Europea che aveva replicato alle sue accuse di lentezze burocratiche. Andando con ordine. Il ministro Maroni aveva chiesto «una convocazione urgente» del Consiglio Europeo dei capi di Stato e di Governo per «darsi una strategia» nel contrasto all’immigrazione nel Mediterraneo a fronte della situazione nei Paesi del Maghreb. Ma aveva anche accusato l’Ue di non fare nulla per aiutare l’Italia. Il commissario europeo per gli Affari interni Cecilia Malmstrom, tramite un portavoce, aveva replicato con sorpresa delle critiche italiane, sostenendo di aver offerto aiuto per risolvere l’emergenza. E ora il ministro Maroni controbatte: «Non è vero che l’Italia ha rifiutato l’aiuto offerto dalla Commissione europea per fronteggiare l’emergenza sbarchi dalla Tunisia», ha affatto sapere attraverso la sua portavoce.
BATTIBECCHI – «L’Europa – aveva detto il ministro italiano- non sta facendo nulla. Sono molto preoccupato. Noi siamo come al solito lasciati soli». Secca la risposta della Commissione europea: «Sabato ho chiesto alle autorità italiane se avessero bisogno di aiuto per affrontare la situazione eccezionale a proposito degli sbarchi dalla Tunisia. Abbiamo ricevuto una risposta chiara: ‘No grazie, non abbiamo bisogno di assistenza”». La Commissione europea ha anche detto di essere consapevole «dell’eccezionalità della pressione sull’Italia» e di essere pronta a «mostrare completa solidarietà». Parole che contrastano nettamente con quelle del ministro Maroni. La questione dovrà essere risolta nelle prossime ore. Sul caso è prevista una conferenza stampa alle 17.45 al termine della riunione sullo stato di emergenza per gli sbarchi.
COOPERAZIONE – Rimpalli anche sul fronte Mediterraneo. Dalla Tunisia era arrivato un no a «qualunque ingerenza nei affari interni» in reazione all’ipotesi del ministro Maroni di dispiegare forze di polizia per contenere il flusso di immigrazione clandestina verso l’Europa. Roma, attraverso il ministro Frattini aveva ribadito che occorre «ripristinare il sistema che ha azzerato l’immigrazione clandestina». Da parte della autorità di transizione tunisine era, poi, arrivata la disponibilità a «cooperare» con gli altri paesi per far fronte alla nuova ondata di immigrazione clandestina. Ma , riguardo alla ipotesi del governo italiano di dislocare forze di polizia nel paese per cercare di fermare quello che il ministro dell’Interno Maroni ha definito un «esodo biblico», il responsabile di Tunisi ha detto: «Tanto la Tunisia è fortemente interessata a preservare le relazioni di amicizia e cooperazione stabilite con l’Italia e a continuare a svilupparle, tanto esprime il suo stupore per tale decisione». Ma resta il no alla polizia italiana sulle coste del Magreb.
QUOTA ZERO – Dopo il primo rifiuto da parte di Tunisi, oggi Franco Frattini andrà a Tunisi per insistere sulla necessità di un’azione congiunta da parte dei due governi: «sono certo che la collaborazione tra i nostri due paesi riprenderà più forte di prima», ha detto il ministero degli Esteri, conversando con i giornalisti a Damasco, prima tappa del suo tour regionale. «Finora il meccanismo ha funzionato e vogliamo ripristinare quel meccanismo che fino a un mese fa aveva portato a zero l’immigrazione clandestina» ha detto, motivando la richiesta di pattugliamenti delle coste nordafricane per far fronte all’emergenza sbarchi.
STRUMENTI – Il tema dell’immigrazione irrompe nella fitta agenda di impegni del ministro degli Esteri, Franco Frattini, in visita a Damasco per incontrare il presidente siriano, Bashar al-Assad, e il pari grado Walid Moallem. L’Italia è pronta a collaborare con la Tunisia per fermare gli enormi flussi di migranti irregolari degli ultimi giorni attraverso «un aiuto logistico, equipaggiamento per le forze di polizia e la messa a disposizione di strumenti importanti, sia navali sia terrestri, per il pattugliamento della costa tunisina», ha sottolineato il ministro prima di atterrare in Siria. Frattini, dopo una tappa in Giordania per incontrare re Abdallah, sarà nel pomeriggio a Tunisi dove avrà un faccia a faccia con il primo ministro ad interim, Mohamed Gannouchi. Obiettivo della visita nel Paese maghrebino, ha spiegato il titolare della Farnesina, è «ottenere la conferma della volontà di lavorare con l’Italia, come sempre si è fatto, per frenare quel flusso migratorio irregolare» che si può fermare solo intervenendo sui porti di partenza.
L’intenzione del governo italiano è stato ribadito anche dal ministro dell’Interno Maroni che spiegato che vuole «dare un aiuto alla polizia tunisina inviando i nostri contingenti che sono in grado di fare il controllo sulle coste, che è l’unico modo per prevenire le partenze: oggi non c’è più un sistema di sicurezza in Tunisia e noi siamo disponibili a dare una mano, a fornire mezzi, motovedette, fuoristrada».
AVVENIRE – Con una nota pubblicata dal sito web di Avvenire, il giornale dei vescovi interviene sulle notizie relative allo straordinario afflusso di profughi provenienti dal Nord Africa. Avvenire chiede all’Italia di agire «con realismo e senso di umanità», «gli stessi ingredienti che dovrebbero animare l’Unione Europea». «Mai come in queste ore l’Italia – scrive Avvenire – è costretta dalle circostanze a capire che quanto accade nella sponda settentrionale del Mediterraneo la riguarda molto da vicino».
Redazione online