Partecipa anche la Chiesa: Napolitano: «In qualche forma ci sarà anche il papa». Decisione in Consiglio dei ministri, ma tre rappresentanti leghisti si dissociano. Calderoli: pazzia incostituzionale
ROMA – Il Consiglio dei ministri ha deciso: il 17 marzo sarà festa nazionale per celebrare la ricorrenza dei 150 anni dall’Unità d’Italia. E ci sarà anche il Papa. «C’è l’impegno, ribadito anche dai cardinali Bertone e Bagnasco per la partecipazione della Chiesa e in qualche forma anche del Pontefice alle celebrazioni: un fatto molto importante», ha reso noto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Secondo quanto apprende l’Ansa, si tratterebbe di un messaggio di Benedetto XVI. Fonti vaticane fanno sapere che non c’è ancora nulla di stabilito. Il messaggio potrebbe essere letto dal cardinale Bagnasco durante la Messa annunciata per il giorno delle celebrazioni.
4 NOVEMBRE SOPPRESSO PER UN ANNO – Una decisione, quella del governo, che, per venire incontro alle proteste arrivate soprattutto dai rappresentanti degli industriali, prevede che «al fine di evitare nuovi e maggiori oneri a carico della finanza pubblica e delle imprese private, per il solo anno 2011 gli effetti economici e gli istituti giuridici e contrattuali previsti per la festività soppressa del 4 novembre non si applicano a tale ricorrenza ma, in sostituzione, alla festa nazionale per il 150mo anniversario dell’Unità d’Italia». Il 4 novembre, dunque, non verrà pagato come festività soppressa.
Umberto Bossi con Roberto Calderoli (Emblema) |
CALDEROLI: FOLLIA – Il governo si è però spaccato sulla decisione: «Non hanno aderito tre ministri» ha detto Ignazio La Russa, ministro della Difesa. Si tratterebbe dei tre rappresentanti leghisti Bossi e Calderoli, mentre Maroni è uscito prima della votazione. Secondo quanto è stato possibile ricostruire, anche il ministro Gelmini ha espresso riserve – se non una vera e propria contrarietà – rispetto al decreto, ma alla fine ha votato a favore. Anche il ministro Sacconi, che nei giorni scorsi si era fatto carico delle perplessità del mondo produttivo e che era fautore della ricerca di una soluzione di compromesso, ha votato a favore. La discussione, sempre secondo quanto è stato possibile ricostruire, è stata accesa: i più strenui sostenitori dell’istituzione della festa sarebbero stati i ministri La Russa e Meloni.
LA LEGA – Roberto Calderoli ha sparato ad alzo zero subito dopo il Cdm: «Fare un decreto legge per istituire la festività del 17 marzo, un decreto legge privo di copertura (traslare come copertura gli effetti del 4 di novembre, infatti, rappresenta soltanto un pannicello caldo e non a caso mancava la relazione tecnica obbligatoria prevista dalla legge di contabilità…), in un Paese che ha il primo debito pubblico europeo e il terzo a livello mondiale e in più farlo in un momento di crisi economica internazionale è pura follia. Ed è anche incostituzionale». Poi ha proseguito con il suo attacco alla decisione: «Come ho già detto sono e resto contrario alla decisione di non far lavorare il Paese il 17 di marzo, sia per il costo diretto che è insito in una festività con effetti civili che per quello indiretto, che proverrà dallo stimolo di allungare la festività in un ponte da giovedì fino a domenica. Se vogliamo rilanciare davvero il Pil di questo Paese, con il decreto legge di oggi abbiamo fatto l’esatto contrario», conclude.
LA RUSSA – «Non c’è nessuna frattura o rottura con la Lega, ma solo una diversità di opinioni. Chiediamo a tutti rispetto, ma non obbligheremo nessuno a festeggiare», ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa in conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri. «Ho parlato con Bossi, dopo il cdm – ha aggiunto La Russa – e gli ho detto che dove il federalismo è più forte, più forte è la spinta nazionale. Le due cose possono e devono andare di pari passo: così come sono un convinto assertore del federalismo solidale, non capisco che ostacoli culturali possano esserci a far procedere di pari passo federalismo e identità nazionale».
LE REPLICHE DEL PDL – «C’è molta soddisfazione per gli effetti positivi che la festa del 17 marzo porterà al settore del Turismo» ha detto Michela Vittoria Brambilla. «Ci sono diverse festività che cadono nel week end e nel lunedì quindi questa festa sarà un’occasione per viaggi in Italia e compenserà l’assenza di altri ponti». E per il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, celebrare il 17 marzo è «neutrale da un punto di vista economico», anche perché il 2011 è «un anno positivo dal punto di vista dei giorni lavorati». Secondo il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, in Consiglio dei ministri si è «cercata la convergenza e trovata una soluzione che potesse unire e non dividere e, soprattutto, senza rischiare di configurare il 17 marzo come una celebrazione di serie B. Il 17 marzo è la data più unificante che abbiamo e sarebbe stato sbagliato non usare crismi che si utilizzano normalmente per le grandi celebrazioni». Poi sia Meloni che La Russa hanno ringraziato Roberto Benigni per il suo intervento sull’Inno di Mameli dal palco di Sanremo. «Penso che valga la pena, per quello che molti milioni di italiani hanno visto, ringraziarlo per la passione con cui ha raccontato l’Unità d’Italia. Speriamo che ci dia la disponibilità a diffondere la sua rappresentazione tra i ragazzi» ha detto la Meloni.
BERSANI – «È una vergogna avere un governo che riesce a spaccarsi su cose di questo genere»: questo il commento del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, alla spaccatura al Consiglio dei ministri sulla festa nazionale del 17 marzo. «È un calcio agli stinchi del Paese – ha detto – una testimonianza in più che in questo momento non abbiamo un presidente del Consiglio in grado di dare una rotta».
Redazione online