Le forniture di gas dalla Libia all’Italia stanno bloccandosi. I manifestanti della cittadina al confine con la Tunisia: «Il sangue libico è più prezioso del petrolio o del gas»
MILANO – Nuovi raid aerei sui manifestanti sono in atto da stamani a Tripoli. Dopo la tragica giornata di massacri, 250 solo i morti dei raid di lunedì, la Libia si prepara a fare la conta. La conta dei morti. E la conta di chi è rimasto con Gheddafi. Secondo l’International Federation for Human Rights (IFHR), ong con sede a Parigi, sono circa una decina le città in mano agli insorti. Oltre a Bengasi, dice Ifhr, i ribelli hanno preso il controllo di Sirte e Torbruk oltre che di Misrata, Khoms, Tarhounah, Zenten, Al-Zawiya e Zouara.
SANGUE E GAS – Il ministro degli Esteri egiziano ha fatto sapere che la pista dell’aeroporto di Bengasi è stata distrutta dai bombardamenti e gli aerei non possono decollare né atterrare. Mentre l’Egitto aumenta le guardie di frontiera, la Lega Araba convoca una riunione straordinaria, a Nalut, pochi chilometri dalla Tunisia, i manifestanti minacciano di fermare l’afflusso di gas verso l’Italia chiudendo il gasdotto che passa proprio per la loro provincia. In un messaggio pubblicato sul sito Internet del gruppo di opposizione «17 febbraio», si legge che rivolgendosi «all’Unione Europea, e in particolare all’Italia, la gente di Nalut ribadisce di far parte di un popolo libico libero e, dopo il vostro silenzio riguardo le stragi compiute da Gheddafi, ha deciso che interromperà dalla fonte l’afflusso di gas libico verso i vostri paesi, chiudendo il giacimento di al-Wafa che attraverso la nostra zona porta il gas verso l’Italia e il nord Europa, passando per il Mediterraneo». I manifestanti di Nalut sostengono di aver preso questa decisione «perché voi non avete fermato lo spargimento di sangue della nostra gente e del nostro caro paese avvenuto in tutte le città libiche. Per noi il sangue libico è più prezioso del petrolio o del gas». Nel frattempo le forniture di gas dalla Libia all’Italia sono al blocco. I flussi di gas importati attraverso il gasdotto Greenstreamsarebbero rallentati già da lunedì sera. E la situazione «è in peggioramento» riporta la Staffetta Quotidiana, giornale specializzato sui temi dell’energia. Il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega all’energia, Stefano Saglia però tranquillizza. «L’attenzione resta alta», specifica ma rassicura sul gasdotto Transitgas, che porta in Italia il gas dal nord Europa è tornato in funzione dopo l’interruzione della scorsa estate. Quindi, dice «ci sono stoccaggi non utilizzati. Non c’è motivo di preoccupazione». Il ministero ha comunque allertato il Comitato di sicurezza sulle forniture di gas ed è eventualmente pronto a utilizzare gli stoccaggi «ordinari e di sicurezza».
EGITTO E CONFINI – Si registrano le prime crepe tra i sostenitori di Gheddafi che ieri notte è apparso in tv per un brevissimo messaggio di 22 secondi dove ha affermato di essere ancora a Tripoli e di non credere alle notizie diffuse dai media in mano ai bastardi rognosi». Diversi militari e politici libici sono passati dalla parte dei manifestanti in seguito all’eccessivo uso della forza per reprimere i cortei. Mentre l’L’Egitto annuncia che sta rafforzando la presenza di truppe lungo il confine con la Libia. Obiettivi: rendere sicuro il confine egiziano e l’apertura del valico di Salum, il principale punto di passaggio sulla costa fra i due stati. In precedenza era stato aperto solo per poche ore al giorno, ora avrebbe il compito di lasciar passare i feriti. Secondo quanto annunciato due ospedali da campo sono già stati allestiti e nella zona sarebbero state aperte anche strutture per accogliere libici in fuga dalla patria.
SPAZIO AEREO E INVITI A GHEDDAFI – E mentre la tv libica di Stato si affanna a negare i raid aereo contro i civili, il ministro degli Esteri egiziano, citato dalla tv araba al Jazeera, ha detto che la pista dell’aeroporto di Bengasi è stata distrutta e gli aerei non possono atterrare. A Bengasi sarebbe atteso un C-130 dell’aeronautica militare italiana per rimpatriare i primi 100 italiani dalla città libica. Difficoltà anche per per gli aerei civili. L’agenzia di stampa Ria-Novosti informa che La Russia non riesce a evacuare i 563 cittadini che ancora sono in Libia, in maggior parte dipendenti Gazprom, del gruppo delle ferrovie di stato o familiari di diplomatici. Gli aerei di Mosca, quattro, sono ancora in attesa dell’autorizzazione a entrare nello spazio aereo libico. Per l’autorizzazione si stanno muovendo canali diplomatici. Intanto da Mosca arriva l’invito del segretario del Partito Nazional democratico russo, Vladimir Zhirinovsky, al leader libico Muammar Gheddafi. «Le suggerisco di fare di Mosca la sua residenza definitiva. La invito sinceramente come mio gradito ospite», ha affermato Zhirinovsky, rivolto a Gheddafi, in una dichiarazione pubblicata sul sito del suo partito.
DIRITTI UMANI E CONTRO – INFORMAZIONE – L’Alto commissario Onu per i Diritti Umani, signora Navi Pillay, ha chiesto un’inchiesta internazionale sulla repressione in corso contro i manifestanti anti-governativi in Libia: gli «attacchi sistematici e su larga scala», ha detto, «possono equivalere a crimini contro l’umanità». L’ex magistrato sudafricano ha citato in particolare il ricorso ad aerei da guerra, mitragliatrici pesanti e cecchini contro civili inermi. Ma Saif Gheddafi, il figlio del rais, nega i raid sui civili e precisa che l’aviazione militare è intervenuta solo per «bombardare depositi di armi lontani dalle aeree popolate». Noi stiamo solo attaccando, ha detto, «Nidi di terroristi». A supportarlo la tv di stato sostiene che nel paese non c’è stato alcun «massacro» e ha denunciato una strategia di disinformazione basata su «menzogne e semplici voci». «Dicono che vi siano stati massacri in diverse città e villaggi della Libia. Dobbiamo lottare contro queste menzogne e semplici voci che sono gli strumenti di una guerra psicologica» dice il sottotitolo che viene continuamente trasmesso su banda rossa sulla televisione Al-Jamahiriya. Queste informazioni, prosegue la scritta «vogliono distruggere il vostro morale, la vostra stabilità, le vostre ricchezze».
Redazione online