«Scadevano gli stimoli e lo Stato ha scelto in fretta e furia senza consultarci». Atzechi e indiani sul piede di guerra dopo la scelta di due siti in California per l’installazione di nuove centrali
Barack Obama parla al pubblico da un impianto per la produzione di energia solare in Florida (Afp) |
WASHINGTON – E’guerra – per fortuna metaforica – tra le tribù azteche e indiane da una parte e lo stato della California dall’altra. Lo stato ha deciso di installare sei immense centrali solari nel suo deserto meridionale, e alcune tribù che lo abitano sono ricorse in tribunale per impedirglielo. Il motivo: le centrali eliminerebbero o danneggerebbero luoghi sacri datanti fino a diecimila anni fa.
L’ENERGIA DI OBAMA – Alfred Acosta Figueroa, il capo de La Cuna de Aztlan, ha portato un giornalista del Los Angeles Times su due dei luoghi. Nel primo è scavata nella terra, più visibile da un aereo che passandovi a piedi, l’immagine di Cicimiti, il Creatore, che guida le anime dei fanciulli e delle madri verso il Monte dell’anziana. Nel secondo, è scolpito sulla roccia il calendario solare azteco. «Questi luoghi – ha protestato Figueroa, a 77 anni lo storico della etnia -, verrebbero se non distrutti almeno deturpati». Secondo Cory Briggs, l’avvocato delle tribù, la colpa è indirettamente del presidente Obama. «Per usufruire dei suoi stimoli all’economia che scadevano lo scorso dicembre – ha spiegato – lo stato della California ha varato i progetti delle centrali solari all’improvviso, senza consultarci come stabilito dalla legge».
DANZE PROPIZIATORIE – Le tribù, responsabili della preservazione dei luoghi di maggiore importanza religiosa e culturale, si sono ribellate: la Cuna de Aztlan ha tenuto danze azteche propiziatorie, la tribù di Quechan, che teme ne vada di mezzo il sito dedicato a Kokopelli, la dea della fertilità, ha indetto dimostrazioni di protesta lungo una autostrada, e così via. Sono andati in loro aiuto i verdi, finanziandone il ricorso in tribunale, e promettendo di sollevare subito la questione con la Casa Bianca e con il Congresso a Washington.
LA DISPUTA SULLE DATE – La datazione di alcuni luoghi sacri è controversa. Per gli aztechi e gli indiani, a esempio, quella di Kokopelli, raffigurata dalla statua di una donna gobba e incinta, ha diecimila anni, mentre per lo stato della California ne ha appena venti. La Commissione all’energia ha però ammesso che il deserto nasconde tesori archeologici, da geroglifici a reliquie, che meritano di essere portati alla luce. Ne ha approfittato Figueroa, chiedendo che vengano effettuati al più presto numerosi scavi: «Non si possono profanare né la storia né madre terra» ha detto al Los Angeles Times. Delle sei centrali solari, le più importanti sarebbero la Solar millenium, presso Blythe, dove si trovano l’immagine di Cicimiti e il calendario azteco, e la Bright source della Valle Ivanpah, nella contea di San Bernardino, presso Los Angeles. Lo stato della California, che peraltro produce petrolio, sottolinea di averne bisogno perché mancante di fonti alternative di energia.
Ennio Caretto