Il clan di Al-Isuhn con le forze governative. Il Papa: soccorso a popolazioni. Voci sulla cessazione delle ostilità. Attesa per un discorso in tv del Raìs. I ribelli: le città dell’Est nelle nostre mani
TRIPOLI – I tank di Gheddafi sparano su Misurata. Un morto e otto feriti è il primo bilancio. Un’enorme esplosione è risuonata su Ras Lanuf. Seguita poi dal fuoco delle batterie antiaeree. Un elicottero delle forze governative è precipitato. I rivoluzionari di Ras Lanuf ne rivendicano l’abbattimento e assicurano di averlo visto precipitare in mare. Una mattina di guerre ed esplosioni per tutta la Libia. A Tripoli, dove la televisione di stato ha annunciato che l’esercito ha riconquistato numerose città ribelli, la domenica è cominciata con colpi di armi automatiche e di artiglieria. Poi l’esplosione di gioia, con le strade invase di auto che suonano i clacson e duemila persone davanti al campo di Bab al-Aziziya che sventolano bandiere verdi della Jamahiriya.
SMENTITE – Secondo i media governativi la Libia starebbe tornando nelle mani del Raìs e l’esercito governativo avrebbe riconquistato le città che erano state «prese» dai ribelli, tra cui Zawiya, Misurata, Ras Lanuf e Tobruk, e marcia ora verso Bengasi. Gli insorti, però smentiscono che Tobruk sia stata riconquistata. Anche dal porto petrolifero di Ras Lanouf la notizia è contestata. «Non ci sono stati combattimenti nella notte, la città è sotto il nostro controllo», fanno sapere gli oppositori del Raìs, confermate da un giornalista della France Presse. «Siamo diversi giornalisti in un albergo all’ingresso ovest della città e non abbiamo sentito il rumore di combattimenti». E da Misurata, 200 km a est di Tripoli, i residenti fanno sapere che «la città è sotto il pieno controllo dei rivoluzionari, lo è da circa due settimane. Ora c’è calma e non ci sono combattimenti». Le stesse fonti hanno poi fatto sapere di avere sentito spari «questa mattina presso l’aeroporto…» . «Le brigate (di Gheddafi) sono là», dicono, «ma sono circondate dai ribelli e hanno sparato a caso per terrorizzare le persone». Secondo voci non confermate raccolte a Tripoli, nella notte sarebbe stato raggiunto un accordo tra Gheddafi e i capi di alcune tribù per la fine delle ostilità.
IMBOSCATA – Sugli accordi con le tribù il leader libico farà un annuncio nelle prossime ore. A Ben Jawad le milizie ribelli si sarebbero ritirate, negli scontri sono rimaste uccise almeno due persone e altre 30 sono rimaste ferite. Secondo fonti ribelli la nuova linea di difesa sarà organizzata poco più a ovest, a Ras Lanuf: le truppe fedeli al leader libico Muammar Gheddafi sarebbero meglio armate, e in possesso di armi pesanti. Tra i feriti vi è anche un giornalista francese, ricoverato nell’ospedale locale e le cui condizioni non sono gravi. Secondo fonti locali a innescare gli scontri sarebbe stata un’imboscata tesa ai ribelli da alcuni miliziani della tribù di Al-Isuhn, che sarebbe passata dalla parte delle forze governative in cambio di denaro.
PAPA: SOCCORSO A POPOLAZIONI – Sulla crisi libica si è espresso anche il Papa, nell’Angelus a San Pietro, domenica mattina: «Il mio accorato pensiero si dirige alla Libia, dove i recenti scontri hanno provocato numerose morti e una crescente crisi umanitaria. A tutte le vittime e a coloro che si trovano in situazioni angosciose assicuro la mia preghiera e la mia vicinanza, mentre invoco assistenza e soccorso per le popolazioni colpite», ha detto Benedetto XVI.
MILITARI INGLESI CATTURATI – Secondo altre notizie, nel frattempo, Un commando delle forze speciali britanniche, composto da otto militari, è stato catturato dalle forze ribelli libiche nell’est della Libia. Lo riporta il Sunday Times, precisando che i militari stavano scortando un diplomatico britannico che sperava di poter avviare contatti con i rivoltosi. Il governo non ha voluto confermare nè smentire la notizia. «Non rilasciamo commenti sulle forze speciali», è stato detto dal ministero della Difesa di Londra.
LA MINACCIA ALL’EUROPA – Intanto Gheddafi si fa sentire attraverso un’intervista rilasciata al settimanale francese Le Journal du Dimanche: «Migliaia di persone provenienti dalla Libia invaderanno l’Europa, senza nessuno che sia in grado di fermarle», ha detto. «Se mi minacciano, se destabilizzano il Paese ci sarà il caos, avrete il problema dell’immigrazione», ha proseguito il rais, avvertendo che l’Europa «avrà Bin Laden alle porte, verrà a sistemarsi in Africa del Nord». Gheddafi ha infatti ribadito la tesi dei disordini manovrati da Al Qaida, senza alcun movente di riforma democratica: «Avrete il jihad davanti a voi, nel Mediterraneo, attaccherà la Sesta Flotta americana e ci saranno atti di pirateria qui, a cinquanta chilometri dalle vostre frontiere. Sarebbe una catastrofe mondiale e non permetterò che accada». Il Raìs ha infine affermato di aver appreso dai servizi segreti che «gli uomini di Al Qaida hanno già preso contatti con Dako Amirov, che guida il jihad in Russia: sappiamo che tali contatti esistono e che vi sono discussioni in corso perché vengano ad aiutarli qui in Libia».
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