Emergenza nucleare in giappone/Gli Usa: stop import di alcuni alimenti. Dai rubinetti tasso di iodio radioattivo oltre il limite legale. Le autorità ne sconsigliano l’uso dell’acqua
Nuova emergenza a Fukushima. Del fumo nero si sta alzando dal reattore n.3 della centrale nucleare e i tecnici al lavoro nell’impianto sono stati evacuati. L’Agenzia per la sicurezza nucleare nipponica ha chiarito comunque che i livelli radioattivi sono rimasti invariati dopo la fuoriuscita di fumo. Nella zona è stata registrata una nuova scossa di assestamento, con magnitudo preliminare 4.7. Al momento non ci sono notizie di ulteriori danni. In Giappone cresce intanto, l’allarme per le contaminazioni radioattive L’acqua che sgorga dai rubinetti di Tokyo (una megalopoli che conta 25 milioni di abitanti) presenta un tasso di iodio radioattivo che supera il limite legale ammesso per i bambini. Per questo le autorità della capitale giapponese sconsigliano di darla ai bambini o di utilizzarla per preparare loro il latte.
I REATTORI – «Non sappiamo se la fumata proviene dall’edificio che ospita la turbina o dalla struttura di contenimento del reattore» ha spiegato un portavoce della società che gestisce l’impianto, la Tokyo Electric Power (Tepco). «I dipendenti sono stati evacuati dalla sala di controllo del reattore 3» ha aggiunto, senza però precisare il numero di persone che si trovava sul posto. Proprio nella sala di controllo del reattore 3 della centrale nucleare – gravemente danneggiata dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo – era stata riportata nelle ultime ore parzialmente la luce: l’illuminazione è tornata qualche ora dopo che tutti e sei i reattori in pericolo erano stati collegati a una fonte di energia esterna. In tutti e sei i reattori della centrale Fukushima 1 (Fukushima Daiichi) l’alimentazione elettrica era stata interrotta dal disastro naturale. Il rettore 3 è stato particolarmente danneggiato da un’esplosione: è caricato di combustibile Mox, che è una miscela di combustibili riciclati e ha quindi un punto di fusione più basso dei normali combustibili e tempi di decadenza più lunghi.
CONTAMINAZIONE – Il problema dell’acqua emerso in particolare a Tokyo si unisce a quello del cibo. Valori notevolmente alti di radioattività sono stati infatti riscontrati anche in undici vegetali prodotti nei pressi della centrale di Fukushima, danneggiata dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo e che sorge 240 km a nord di Tokyo. Il premier giapponese Naoto Kan ha invitato la popolazione a non consumare alcuni vegetali provenienti dalla zona dell’impianto danneggiato e ha chiesto anche alla prefettura di Ibaraki, vicina a quella di Fukushima, di sospendere la distribuzione di latte e prezzemolo.
BLOCCO USA – La contaminazione dei cibi preoccupa anche gli Stati Uniti. Che ora hanno deciso di vietare l’importazione di alcuni prodotti alimentari dal Giappone. In particolare, secondo quanto riferito dall’agenzia Jiji, gli Stati Uniti hanno bloccato l’import di latte e spinaci prodotti nelle quattro prefetture giapponesi adiacenti la centrale nucleare di Fukushima.
STIME – Il bilancio delle vittime del sisma e dello tsunami dello scorso 11 marzo si aggrava di giorno in giorno. In base ai dati forniti dalla polizia giapponese, i morti sarebbero 9.408 e 14.716 i dispersi . Un portavoce di una delle prefetture più colpite, Miyagi, ha stimato le vittime a circa 15mila nella sua sola regione. Preoccupano anche le stime dei costi economici del terremoto e dello tsunami, che secondo il governo giapponese potrebbero oscillare tra 190 e 309 miliardi di dollari, determinando anche un calo dell’0,5% del prodotto interno lordo.
MORTI SEPPELLITI – Lo sciame sismico continua a provocare scosse. Alle 7.12 di mercoeldì (23.11 di martedì in Italia) a Iwaki, prefettura di Fukushima, è stato registrato un terremoto di magnitudo 6. E 36 minuti dopo, un altro sisma di magnitudo 5,8. Le autorità delle prefetture giapponesi più colpite dal terremoto dell’11 marzo hanno deciso, nel frattempo, di iniziare a seppellire i corpi delle vittime già identificate: una scelta estrema, dettata dalla carenza di combustibile, in una cultura che, invece, utilizza prevalentemente la cremazione di rito buddista. Il comune di Higashimatsushima, nella prefettura di Miyagi, è stato il primo ad annunciare l’imminente sepoltura di mille cadaveri; 24 corpi sono già stati interrati martedì, come scrive il Japan Times.
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