Circa 70 milioni per il 67% della societa’ giallorossa. A Boston la firma per il passaggio del pacchetto di maggioranza. L’addio della famiglia Sensi dopo 18 anni
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Thomas DiBenedetto (Reuters) |
BOSTON – Il contratto preliminare per il passaggio di proprietà del pacchetto di maggioranza della Roma è stato firmato negli uffici di uno studio legale bostoniano di 13 piani e con circa 600 dipendenti. Un particolare che da un lato dovrebbe spaventare chi si troverà in futuro a competere in campionato contro investitori – come Thomas DiBenedetto, James Pallotta, Michael Ruane e Richard D’Amore – che si appoggiano a studi legali di tali dimensioni, ma dall’altro fa scattare immediatamente la domanda delle cento pistole: è la Roma ad aver fatto un grandissimo affare nel finire in mano alla cordata bostoniana, primo e storico caso di investitori stranieri nel pallone italiano, o sono stati gli americani ad aver comprato a bassissimo prezzo una potenziale macchina da soldi? La prima ipotesi è nei fatti.
IL CONFRONTO – Nell’immediato si può solo dire che il 63% dell’Arsenal è finito nelle mani del magnate americano Stan Kroenke per una cifra vicina ai 450 milioni di sterline (e Kroenke sta cercando, senza riuscirci, a comperare anche il restante pacchetto dal re dell’accio russo Usmanov, per una valutazione finale di 730 milioni di dollari, fonte Il Sole 24 ore). Il 67% della Roma, invece, è stato acquistato da una Newco formata al 60% dalla DiBenedetto As Roma Llc e al 40% da Unicredit SpA per 70,3 milioni di euro. Divisi per i quattro ricconi americani fanno circa 10, 5 milioni a testa. Certo, in futuro ci saranno un’Opa da lanciare, due ricapitalizzazioni da fare e un calciomercato da finanziare (per cui Unicredit, peraltro, presterà 40 milioni di euro). Anche così, però, la Roma resta un potenziale grandissimo affare comprato a un ottimo prezzo.