Cento soldati libici si consegnano alla frontiera tunisina. Il capo di Stato maggiore Usa: forze del Raìs distrutte al 30-40%. Sì dell’Eliseo allo scongelamento dei beni libici
Ribelli a Misurata (Liverani) |
TRIPOLI – Nicolas Sarkozy andrà a Bengasi. Il presidente della Repubblica francese ha dato al Consiglio di transizione libico il suo «accordo di principio» per la visita, dopo l’invito ricevuto dal presidente del Cnt, Mustafa Abdel Jalil. Lo riferisce l’Eliseo. Continuano intanto gli scontri tra i ribelli e le forze leali a Gheddafi , come pure gli interventi aerei della coalizione. Nonostantele migliaia di morti e feriti di settimane di battaglia la soluzione del conflitto resta incerta. Gli attacchi della coalizione hanno ridotto del 30-40% le forze di terra libiche, ma il confronto si sta avviando in una situazione di «stallo» ha detto il capo di stato maggiore interarmi americano Mike Mullen . Mentre in un comunicato Tripoli condanna il piano di intervento europeo, un centinaio di soldati dell’esercito libico, tra cui una decina di ufficiali, nelle ultime ore si sono consegnati ai militari tunisini che controllano la frontiera nei pressi di Wazzan (Libia) e Dehiba (Tunisia).
SI’ ALLO SCONGELAMENTO DEI BENI LIBICI – La Francia è favorevole all’ipotesi di scongelare beni libici bloccati dalle sanzioni Onu per sostenere il Consiglio nazionale di transizione libico. «Se i fondi restano congelati – spiegano dall’Eliseo -, il Cnt si troverà a corto di risorse. È in atto una discussione con i nostri partner europei per vedere quello che si può fare». Quanto alla fornitura di armi ai ribelli che combattono le truppe di Muammar Gheddafi, dall’Eliseo ribadiscono che la Francia resta contraria ad armare i rivoltosi, ma la risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza dell’Onu «porta a ritenere che sia legale per chi volesse farlo».
MULLEN – Mullen ha precisato che «sono state annientate tra il 30 e il 40% delle loro forze di terra, della sua capacità di terra». Il capo di stato maggiore interarmi ha aggiunto che non ci sono segni di rappresentanza di Al Qaeda nell’opposizione libica, smorzando i timori di infiltrazioni nel conflitto libico. «Siamo molto attenti e concentrati su questo aspetto. In realtà non ho visto nessun tipo di rappresentanza di Al Qaeda» ha concluso Mullen.
L’IRA GHEDDAFI – L’invio di «consiglieri militari» a Bengasi da parte di Italia, Francia e Gb e il piano di intervento militare-umanitario dell’Ue a Misurata vengono «condannati» dal regime di Gheddafi che «considera» tali misure come «l’avvio di un intervento militare terrestre in violazione della risoluzione dell’Onu». Dopo aver minacciato giovedì «conseguenze» per Roma, Londra e Parigi, il ministero degli Esteri di Tripoli, riferisce l’agenzia Ansa, afferma in un comunicato che tali misure rappresentano «un’ingerenza negli affari interni dello Stato libico e una violazione della sovranità libica».
IL COMUNICATO DI TRIPOLI – Il Comitato popolare generale per le relazioni estere e la cooperazione internazionale si riferisce alla missione Ue come ad un «piano per operazioni di schieramento di truppe militari in Libia con un numero di mille soldati con il pretesto di garantire forniture per i civili libici». Il ministero degli Esteri, nel comunicato, «ribadisce che non c’è altra via per risolvere la crisi se non quella del dialogo politico tra le parti del popolo libico sotto l’ombrello delle Nazioni Unite e dell’Unione africana»
DRONI – Gli Usa hanno deciso anche di inviare droni da utilizzare in Libia. Il segretario alla Difesa Usa Robert Gates ha detto ad una conferenza stampa a Washington che il presidente Barack Obama ha utilizzato l’uso di droni Predator e che sono già operativi. Il generale James Cartwright, vice-presidente del Joint Chiefs of Staff Usa, ha spiegato che i primi due Predator sono stati inviati in Libia giovedì ma che sono dovuti tornare indietro a causa del maltempo. Gli Usa hanno in programma di mantenere due pattuglie di Predator sopra la Libia in qualsiasi momento, ha aggiunto Cartwright. I ribelli hanno accolto con favore l’invio degli aerei Usa senza pilota e hanno detto di sperare che proteggano i civili.
MCCAIN – Il senatore americano John McCain è intanto arrivato a Bengasi, la roccaforte dei ribelli libici. Come annunciato precedentemente da Brooke Buchanan, portavoce del senatore repubblicano ex candidato alla Casa Bianca, McCain incontrerà i leader degli insorti che combattono contro il regime del colonnello Gheddafi.
SIRTE – Sul piano più strettamente militare nove persone sono morte per un bombardamento della Nato la notte scorse su Sirte. Lo riferisce la tv di Stato libica. Alcune delle vittime, secondo la tv, lavoravano per l’azienda di stato dell’acqua. Continuano anche i combattimenti a Misurata. Secondo i ribelli, la missione internazionale in Libia è stata troppo cauta in quella parte del Paese. «La Nato è stata inefficiente a Misurata. Ha completamento fallito nel tentativo di cambiare le cose sul terreno», ha detto il portavoce dei ribelli Abdelsalam said. Cibo e medicinali stanno scarseggiando e ci sono lunghe file per la benzina. L’elettricità è stata tagliata e quindi i residenti dipendono dai generatori.
FRONTIERA – Secondo i media tunisini sarebbero più di cento i soldati libici che, nelle ultime ore, incalzati dall’offensiva dei ribelli anti-Gheddafi sul versante occidentale della Libia, hanno passato il confine tunisino, a Dhiba, per consegnarsi. I militari, confermano oggi i media locali, hanno attraversato la linea di confine disarmati. Tra essi, anche tredici ufficiali. Sul posto di frontiera di Dhiba, una volta conquistato dagli insorti, il vessillo verde libico è stato sostituito da quello monarchico scelto dai ribelli, mentre un trattore ha demolito il grande ritratto di Gheddafi che, sino a giovedì, campeggiava sul confine. Alcuni soldati libici, rimasti feriti negli scontri di giovedì, sono stati portati nell’ospedale tunisino di Dhiba.
Redazione online