Resta alta la tensione in Libia. Gli uomini del governo: «Volevano uccidere il Colonnello». Attacco a Misurata delle truppe fedeli al Raìs: 30 vittime Il ministro degli Esteri libico in Marocco per discutere il piano di pace messo a punto dall’Unione Africana
TRIPOLI – Le forze della Nato nella notte hanno bombardato il quartier generale di Muammar Gheddafi, a Tripoli, distruggendo alcuni degli uffici utilizzati abitualmente dal Rais e causando il ferimento di una cinquantina di persone, di cui una quindicina in gravi condizioni. Il Colonnello non risulta essere rimasto coinvolto anche se il suo ufficio stampa ha parlato dell’intervento come di un attentato alla vita del leader. Secondo fonti libiche, i raid notturni avrebbero coinvolto anche alcuni bambini. A subire i peggiori danni del raid sul complesso di Bab al-Aziziyah a Tripoli sono stati un edificio multipiano che secondo le guardie serviva come biblioteca e ufficio per Gheddafi, completamente distrutto, e un secondo edificio dove Gheddafi riceveva le visite dei dignitari, rimasto danneggiato in parte. La porta principale è stata divelta, frammenti di vetro si sono sparsi per il pavimento così come i resti delle cornici di quadri. Dopo l’attacco Nato, decine di sostenitori del colonnello Gheddafi sono salite sulle macerie, sventolando bandiere verdi e cantando slogan a favore del leader libico.
ATTACCO A MISURATA – Le truppe fedeli al colonnello hanno invece sferrato in mattinata un nuovo attacco alla città di Misurata, che sabato era tornata sotto il controllo degli insorti. Testimoni libici hanno detto alla tv Al Arabiya che oggi, negli attacchi contro la città 30 persone sono morte e 60 sono rimaste ferite. Ahmed al Qadi, un ingegnere che lavora per una radio dissidente in quella che è stata definita la «città martire» ha detto che «c’è un intensissimo bombardamento a casaccio su aree residenziali… Corpi bruciati ora vengono portati negli ospedali. Il numero dei feriti – ha continuato al Qadi – è di 60 e ci sono 30 martiri».
PIANO DI PACE – Nel frattempo si apprende che il ministro degli Esteri libico Abdelati Obeidi si è recato ad Addis Abeba per discutere il piano di pace messo a punto dall’Unione Africana per metter fine alla crisi scoppiata il 17 febbraio contro la rivolta popolare contro Muammar Gheddafi. Lo annuncia un portavoce del governo libico, Mussa Ibrahim, confermando che anche il Marocco è stato coinvolto negli sforzi per trovare una soluzione alla guerra in corso. Con Russia, Grecia, Turchia e con i governi dell’America latina, prosegue la fonte governativa, sono in corso colloqui per aderire al piano di pace. Il governo libico ha accettato il piano di pace messo a punto dall’Unione africana all’inzio di aprile, ma il Consiglio nazionale transitorio lo ha respinto in quanto nelle condizioni non si prevedono le dimissioni di Muammar Gheddafi. Nel testo si parla invece di immediato cessate il fuoco e di protezione dei civili.
Redazione Online