Bossi chiama Napolitano. Bersani interviene dopo lo scontro tra Berlusconi e Bossi sull’escalation nella guerra con la Libia
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Pier Luigi Bersani (Fotogramma) |
ROMA – La crisi libica ha diviso Lega e Pdl. Tanto che questa settimana non si terrà neanche il consiglio dei ministri, che sarebbe stato rimandato alla prossima settimana. E a questo punto anche il Pd vuole che, prima di affrontare i nuovi sviluppi della crisi libica, che ora prevede anche i bombardamenti della nostra aviazione contro le forze di Gheddafi, la maggioranza si conti. Soprattutto dopo le vistose spaccature tra Pdl e Lega emerse nella giornata di martedì.
BERSANI – «Davanti a contingenze così rilevanti non abbiamo una maggioranza, nè un governo che tiene la barra. E pertanto bisognerà riverificare in parlamento lo stato delle cose» spiega il segretario del Pd Pier Luigi Bersani a Sky tg 24 parlando del caso Libia. «Se fossi io presidente del Consiglio, di fronte a una situazione come quella in Libia -prosegue Bersani- prima di tutto verificherei di avere una maggioranza, perchè non si fanno delle scelte senza una maggioranza di governo». «Dopodiché -aggiunge il segretario del Pd – mi sarei strettamente attenuto a scelte riferibili a decisioni dell’Onu, che sono rivolte a usare mezzi militari pr fermare possibili massacri di Gheddafi sui ribelli». Poi «invocherei al più presto possibile il passaggio dagli interventi militari all’azione diplomatica e politica, e sarebbe interessante conoscere questa, a che punto è». Bersani si è poi soffermato sulla vicenda relativa al referendum sul nucleare. Le frasi del premier sul nucleare sono «affermazioni in cui c’è il tradimento completo delle ragioni dei referendari» spiega il leader del Pd che ribadisce: «In ogni caso il piano del governo sul nucleare non funziona comunque lo si legga». Per Bersani è chiaro: «Chi non vuole il nucleare dovrà anche non volere Berlusconi perchè mi pare intenzionato a insistere». Il segretario del Pd ha poi ribadito le sue posizioni sulla possibile elezioni di Silvio Berlusconi al Colle «Penso sia una cosa da brividi, lo ribadisco, e anche nel centrodestra c’è chi la pensa così…».
SLITTA CONSIGLIO DEI MINISTRI – Le differenti posizioni tra Lega e Pdl sulla crisi libica hanno generato realmente una frattura nella maggioranza. Tanto che salvo sorprese dell’ultima ora questa settimana non ci sarà il Consiglio dei ministri. La riunione potrebbe tenersi, a quanto si apprende da fonti di governo, solo nei primi giorni della prossima settimana. Questa mattina si è riunito il pre-consiglio dove però non è stata formalizzata nessuna data di convocazione. Stando alle indiscrezioni circolate martedì il Consiglio dei ministri doveva tenersi venerdì. Sul tavolo, come detto, c’è sicuramente la questione Libia e le tensioni con la Lega Nord contraria ai bombardamenti. Oltre ai malumori del Carroccio, Berlusconi avrebbe dovuto fare i conti con i mal di pancia di alcuni ministri del Pdl che avrebbero colto l’occasione per porre il problema di una maggiore collegialità nelle decisioni.
BOSSI CHIAMA NAPOLITANO – «La Padania» oggi in edicola riferisce anche di una telefonata intercorsa martedì sera tra il leader del Carroccio e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in merito alla decisione dell’Italia di bombardare la Libia. Decisione di cui la Lega non sapeva nulla. Il leader leghista, secondo il quotidiano, avrebbe spiegato al Capo dello stato la posizione del Carroccio affermando che «il consiglio dei ministri non ha mai detto sì ai bombardamenti». «Siamo diventati una colonia francese», ha detto Bossi. Ed è, si legge sul quotidiano, «la sintesi efficace fino alla brutalità che Bossi escogita per suggellare una giornata che ha visto il governo italiano, nella figura di Berlusconi, del tutto supino di fronte alle richieste del presidente francese». «Berlusconi- prosegue Bossi- pensava che dicendo sì a tutto potesse acquisire nuovo peso internazionale, ma è il contrario. Non è bombardando poveracci in Libia che si conta di più. Sei forte solo quando sai dire anche dei no». A questo punto «dopo le dichiarazioni di Berlusconi, Gheddafi ci riempirà di clandestini». Secondo Bossi, l’azione di Berlusconi ha anche «travolto l’ottimo lavoro in senso contrario», fatto da «Roberto Maroni e Giulio Tremonti: ha fatto far loro la figura dei cioccolatai».
PD PUNTA A MOZIONE – Il Pd, riunito in ufficio di presidenza alla Camera, non esclude a questo punto una mozione per testare la tenuta della maggioranza sul tema Libia dopo gli ultimi sviluppi. È quanto si apprende da fonti del partito. E gli occhi sono puntati sul Carroccio. Oggi ci sarà una riunione congiunta delle commissioni parlamentari che si occupano di Difesa. Lì si capirà se la Lega terrà la sua linea e il Pd potrebbe presentare una mozione magari insieme alle altre opposizioni.
Redazione online