A FIRENZE / E sulle riforme: «Il federalismo non basta, serve Camera delle Regioni». Il capo dello Stato: sento la fiducia di tutti gli italiani. «Il Parlamento non sia ridotto a ruolo meschino»
FIRENZE – «Faccio quello che posso e che devo fare secondo la Costituzione». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, incontrando gli studenti universitari nel Salone dei Cinquecento, a Palazzo Vecchio, a Firenze. «Sento la responsabilità e la fiducia degli italiani di tutte le idee politiche e di tutte le condizioni sociali» ha detto ancora il capo del Quirinale. Il quale, riferendosi al 150esimo dell’unificazione del Paese, ha poi colto l’occasione per un appello alla solidarietà e al confronto tra le idee: «La nostra unità – ha sottolineato durante il suo intervento – richiede pluralismo, sussidiarietà. Questo vale per l’Italia e anche per l’Europa».
«IL PARLAMENTO NON SIA MESCHINO» - Napolitano ha parlato anche del ruolo delle Camere: «Il Parlamento nazionale non è condannato a sparire e non è destinato a ridursi a un esercizio povero e meschino delle sue facoltà». Il suo discorso non era limitato solo all’Italia: «Esiste il problema di riqualificare i Parlamenti ed i parlamentari nazionali. In Gran Bretagna per piccole cose i parlamentari si sono dovuti dimettere. Ma noi abbiamo una scala di giudizio un po’ diversa e per questo motivo tutto quel clamore ci può sembrare eccessivo…». «Io credo – ha in ogni caso puntualizzato – che ci sia la questione di rilanciare il ruolo del Parlamento nazionale».
«POCHE DONNE? CADONO LE BRACCIA» – Si è quindi affrontato il tema della rappresentanza femminile nelle istituzioni: «A vedere le piccole percentuali di donne elette in Parlamento in Italia cadono le braccia» ha detto Napolitano evidenziando che c’è un problema generale di sottorappresentanza femminile in tutte le istituzioni e nelle aziende «ma il punto più nero è la rappresentanza nel Parlamento». Per i consigli di amministrazione delle aziende, ha spiegato, si è fatto ricorso alle quote rosa. «È un metodo sbrigativo ma efficace. Sarebbe meglio dare prove collettive di impegno». Dare più spazio alle donne significa anche riconoscere, ha concluso, i loro meriti, «vorrà pur dire qualcosa il fatto che siano sempre di più le donne a vincere in maggioranza nei concorsi pubblici, anche nell’ultimo concorso in magistratura».
«NON BASTA IL FEDERALISMO» - E’ poi stato toccato il capitolo delle riforme. Secondo il capo dello Stato, «per andare verso un sistema delle autonomie che comprenda anche aspetti di federalismo non ci si può limitare al campo fiscale. Occorre anche una Camera delle Regioni e delle Autonomie per corresponsabilizzare i rappresentanti locali e regionali sui problemi del bilancio pubblico». In ogni caso, «restano da misurare gli effetti sociali» dei decreti attuativi del federalismo anche ricorrendo a «correttivi necessari». Quello che è certo, ha però evidenziato, è che «se si vuole andare verso un autonomismo che raggiunga anche aspetti di federalismo non ci si può limitare solo all’aspetto fiscale».
«NESSUNA DICHIARAZIONE DI GUERRA» – Quanto al caso Libia, il presidente ha precisato che «l’Italia non ha dichiarato guerra a nessuno». «Ritengo che non ci potessimo sottrarre all’intervento militare», ha aggiunto il Capo dello Stato, perché «avviene sotto l’egida dell’Onu» e «nel Consiglio di sicurezza nessun Paese ha messo il veto ma alcuni si sono astenuti».
Redazione Online