Era in servizio presso l’ambasciata italiana a Kabul come esperto antidroga. La vittima è il tenente colonnello Cristiano Congiu: colpito a raffiche di mitra durante una rapina
Cristiano Congiu in una foto del 1998 (Ansa) |
KABUL – Un ufficiale dei carabinieri – il tenente colonnello Cristiano Congiu, 50 anni, di Roma – è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco in Afghanistan, dove era in servizio presso l’ambasciata italiana a Kabul come esperto antidroga. Lo si apprende da fonti dell’Arma, le quali precisano che si è trattato di un fatto di criminalità comune, da non mettere in relazione alla sua attività. L’uomo avrebbe cercato di difendere un’amica americana dall’aggressione di un giovane rapinatore afghano, e sarebbe rimasto ucciso da una raffica di kalashnikov sparata da complici del ragazzo. Congiu lascia la compagna e un figlia, che vivono a Pontecorvo, in provincia di Frosinone. Uomo di grande esperienza e prestanza fisica, Congiu aveva iniziato la sua carriera nel battaglione paracadutisti Tuscania e nella compagnia Traiano di Napoli, aveva fatto parte dei servizi di sicurezza durante le olimpiadi di Atlanta ed era stato assegnato nel 1998 ad un incarico operativo in Albania. Per anni aveva comandato la compagnia dei carabinieri di Pontecorvo, assegnando alla giustizia uomini di elevato spessore criminale e riuscendo a smantellare anche un’associazione di stampo mafioso dedita alle estorsioni nel sud del Frusinate. Nel 1998, proprio nell’ambito di queste indagini, era salito agli onori delle cronache per aver arrestato a Frosinone un pericoloso pluriomicida, senza mettere in pericolo la vita dei due bambini di quest’ultimo. La notizia della sua tragica morte ha sconvolto la cittadina di Pontecorvo e l’intera provincia di Frosinone, dove il colonnello Congiu era conosciutissimo.
L’AGGRESSIONE ALLA DONNA – Secondo una prima ricostruzione, Congiu – ufficiale della Dcsa, la Direzione centrale dei servizi antidroga, a Kabul dal 2007 – si trovava in una località della valle del Panjshir, nell’Afghanistan nord orientale, insieme a due suoi conoscenti di vecchia data, entrambi civili: un afghano (che aveva anche frequentato l’Accademia militare di Modena, alcuni anni fa) e una donna americana. Durante questo viaggio – stando alle informazioni finora apprese da fonti dell’Arma – i tre sono stati fermati da tre ragazzi del luogo, che con molta probabilità volevano rapinarli. La donna ha reagito e uno di questi si è avventato contro di lei, sbattendola violentemente contro un muro. Il tenente colonnello Congiu ha interpretato questo atto come un’aggressione nei loro confronti e ha fatto fuoco con la sua pistola, ferendo lievemente al fianco il ragazzo. Gli altri afghani sono scappati e lo stesso militare dell’Arma ha prestato le prime cure al giovane: stava per caricarlo in auto e trasportarlo in ospedale, quando i compagni del ragazzo ferito sono tornati, questa volta insieme ad altri uomini armati. Questi, da lontano, hanno sparato tre colpi di kalashnikov, uno dei quali ha centrato alla testa Congiu, che è morto sul colpo. La donna americana e l’afghano sono riusciti a raggiungere la loro vettura e a scappare. Al primo posto di polizia afghano, a circa un chilometro, hanno denunciato l’episodio.
LE INDAGINI – Le forze di sicurezza locali si sono recate sul posto ed hanno recuperato il corpo dell’ufficiale. Durante successive ricerche è stato individuato il ragazzo ferito, che è stato arrestato per l’aggressione all’americana. E’ stata aperta una inchiesta dalla polizia afghana, e quattro ufficiali dei Ros sono stati inviati in Afghanistan per svolgere accertamenti. Sull’episodio ha aperto un’inchiesta la procura di Roma, competente ad indagare sui fatti in cui sono coinvolti i cittadini italiani all’estero.
IL CORDOGLIO DI FRATTINI – Il ministro degli esteri, Franco Frattini, ha espresso il proprio dolore e cordoglio per la tragica scomparsa del tenente colonnello Cristiano Congiu. «Questo ulteriore pesante tributo che ci troviamo a pagare – ha detto Frattini in una nota diffusa dalla Farnesina – non ci deve far deflettere dal nostro impegno quotidiano di stabilizzazione dell’Afghanistan e di progressivo trasferimento all’esercito e alla polizia afghani delle responsabilità di sicurezza del proprio Paese». Frattini ha quindi rivolto ai familiari della vittima «un sentimento di vicinanza e di commossa ammirazione per un uomo che ha dato la vita in una missione di pace per il proprio Paese».
Redazione online