Quattro temi: Acqua e servizi pubblici, energia nucleare e legittimo impedimento. Alle 12, si era attestata all’11,6%, terzo risultato di sempre: l’esito si gioca sulla partecipazione
ROMA – Intorno al 29%: si mantiene alta l’affluenza ai quattro referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento. Quando è pervenuta metà delle sezioni al Viminale, i risultati danno il primo quesito sull’acqua al 29,52%, il secondo al 29,28 %, il nucleare al 29,13% e il legittimo impedimento al 29%.
IL DATO DELLE 12 – Alle 12, l’affluenza si era attesta all’11,6% per tutti e quattro i quesiti. Secondo quanto avevano annunciato i sondaggisti, la soglia minima in passato, su quell’orario, dei referendum che alla fine hanno superato il quorum, era del 6,7 %. Anzi, quella era risultata come la la terza affluenza più alta della storia: alle 12, avevano fatto meglio di oggi solo il referendum sul divorzio nel 1974 (17,9%) e quello sul finanziamento pubblico dei partiti e la legge sull’ordine pubblico del 1978 (12,6%).
PIU’ DEL 2006 – Ma a differenza del dato delle 12, è difficile comparare i numeri sull’affluenza alle 19. Infatti dal 1974 al 2001 il dato sull’affluenza ai referendum rilevato dal Viminale è stato quelle delle 17. Poi, dal 2003, il ministero dell’Interno ha iniziato a fornire la percentuale dell’affluenza alle 19. Quattro, da allora, i referendum: in un solo caso è stato raggiunto il quorum, ma si trattava del referendum costituzionale del 2006, confermativo e dunque senza soglia al 50%: alle 19 aveva votato il 22,4%, alla fine si toccò quota 52,5%. Ecco i quattro casi comparabili. Nel 2003 l’affluenza delle 19 al referendum sul reintegro dei lavoratori illegittimamente licenziati era stata del 10,4% (alla fine, niente quorum e poco più del 25% finale). Nel 2005, in occasione del referendum sulla procreazione assistita, alle 19 aveva votato il 13,3% (niente quorum e poco più del 25% finale). Nel 2006, in occasione del referendum costituzionale sulla modifica della seconda parte della Carta – valido indipendentemente dal quorum del 50% – votò alle 19 il 22,4% degli elettori. E proprio in quella occasione – come detto – si superò per la prima volta dopo oltre dieci anni la soglia del 50%: quota finale si attestò al 52,5%. L’ultima tornata referendaria è datata giugno 2009, sulla legge elettorale: alle 19 fu toccata quota 11,3%, alla fine niente quorum e soglia finale del 23,5%.
I CINQUE DI MILANO – A Milano, si votava inoltre per cinque referendum consultivi. Alle ore 12, l’affluenza per questi era del 9,48% . I quesiti riguardano l’estensione dell’ecopass, verde, mantenimento del giardino botanico dell’Expo a conclusione della manifestazione e sistemazione della Darsena dei Navigli. Per questi referendum, a differenza di quelli abrogativi, il quorum è fissato al 30% degli aventi diritto. Sulla consultazione nazionale invece l’affluenza nel capoluogo lombardo è stata del 10,15%.
LE POLEMICHE – Vi sono anche da registrare le proteste degli esponenti del Comitato promotore dei cinque quesiti milanesi. In un comunicato Edoardo Croci, Enrico Fedrighini e Marco Cappato scrivono: «Avevamo ricevuto precise garanzie dall’amministrazione comunale e dalla Prefettura riguardo all’effettiva diffusione di una circolare per fornire istruzioni ai presidenti di seggio affinchè le 5 schede milanesi fossero consegnate contemporaneamente alle 4 schede nazionali. Invece si moltiplicano le segnalazioni di elettori a cui vengono consegnate le schede dei referendum milanesi solo su richiesta, in contrasto anche con le istruzioni ministeriali che indica che “in nessun caso il presidente deve prendere l’iniziativa di chiedere per primo all’elettore se vuole astenersi dal votare per una o per alcune delle consultazioni che si svolgono contemporaneamente.”(cosa che è successa in molti casi, tra cui al presidente del Comitato promotore, Edoardo Croci al seggio 624)». E continua:«Si tratta – affermano ancora gli esponenti del Comitato promotore – di una vera e propria opera di boicottaggio, non importa se involontario o meno, che può pregiudicare il risultato della consultazione. Per questo abbiamo chiesto un intervento immediato di sindaco e prefetto, nell’ambito delle rispettive responsabilità, per fornire con ogni mezzo l’informazione ai seggi per garantire la correttezza delle operazioni di voto e far applicare l’informativa relativa alla consegna contemporanea di tutte le schede di voto agli elettori».
IN SINTESI – Ma ecco su che cosa si vota e i colori delle schede. Ogni elettore al seggio non deve per forza votare per tutte le consultazioni ma può scegluiere su quali referendum esprimersi e non ritirare le altre schede.
Referendum 1 – Scheda di colore rosso. Il quesito prevede l’abrogazione di norme che attualmente consentono di affidare la gestione dei servizi pubblici locali a operatori economici privati.
Referendum 2 – Scheda di colore giallo. Il quesito propone l’abrogazione delle norme che stabiliscono la determinazione della tariffa per l’erogazione dell’acqua, il cui importo prevede attualmente anche la remunerazione del capitale investito dal gestore. –
Referendum -Scheda di colore grigio. Il quesito propone l’abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare.
Referendum numero 4 – Scheda di colore verde. Il quesito propone l’abrogazione di norme in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale.
TESSERA ELETTORALE – Il ministero dell’interno ricorda che gli elettori residenti in Italia, per poter esercitare il diritto di voto presso gli uffici di sezione nelle cui liste risultano iscritti, dovranno esibire un documento di riconoscimento e la tessera elettorale personale. Chi avesse smarrito la propria tessera elettorale personale, potrà chiederne un duplicato agli uffici comunali anche nei giorni della votazione (domenica 12 giugno e lunedì 13 giugno) per tutta la durata delle operazioni di voto.
Redazione online