Il gettito gennaio-aprile ha avuto un incremento del 5,97%. E’ salito a quota 1890,622 miliardi euro. L’aumento negli ultimi 12 mesi è pari al 4,14%. Confartigianato: gli italiani pagano 54 miliardi in più di tasse rispetto a media Ue. Tremonti: «Le aliquote più basse possibili sono il miglior investimento per ridurre l’evasione fiscale»
Il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi (Scudieri) |
ROMA – Nuovo record del debito pubblico italiano ad aprile. L’ammontare, secondo il dato comunicato dalla Banca d’Italia, è di 1.890,622 miliardi di euro. Il precedente massimo era stato toccato a gennaio a quota 1.879,992 miliardi. A marzo il debito pubblico era risultato pari a 1.868,265 miliardi, mentre ad aprile dell’anno scorso si attestava a 1.815,385 miliardi. Il 2010 si era chiuso a 1.843,015 miliardi. Nel primo quadrimestre del 2011 si è dunque registrato un incremento del 2,58%, mentre l’aumento negli ultimi dodici mesi è pari al 4,14%.
DEBITO PUBBLICO – Sale ancora a quota 114 miliardi di euro anche il debito pubblico degli enti locali, che sfiora così il record assoluto di 114,040 miliardi toccato lo scorso maggio. È quanto emerge sempre dai dati sul debito pubblico degli enti locali riportato dal supplemento Finanza Pubblica al Bollettino Statistico di Banca d’Italia. Il debito «locale» ha segnato dall’inizio dell’anno una crescita di 3 miliardi, pari al 2,7%, mostrando un trend di crescita superiore al 2,5% segnato dal debito globale delle amministrazioni pubbliche.
ENTRATE FISCALE – Crescono nei primi quattro mesi dell’anno le entrate fiscali. Secondo sempre da quanto emerge dal supplemento al bollettino statistico di Bankitalia, il gettito gennaio-aprile si è attestato a 111,056 miliardi di euro, rispetto ai 104,794 miliardi dello spesso periodo del 2010, con un incremento del 5,97%. Ad aprile l’incasso è stato di 27,5 miliardi contro i 25,1 miliardi dello stesso mese del 2010.
Giulio Tremonti (Ansa) |
MINISTRO TREMONTI – «Credo che sia giusto un sistema con tre aliquote» Irpef: è quanto ha detto il ministro dell’economia Giulio Tremonti parlando all’assemblea di Confrtigianato. Secondo Tremonti, inoltre, con una base imponibile ampia «le aliquote più basse possibili sono il miglior investimento per ridurre l’evasione fiscale».
LA RIFORMA – Una riforma, ha ribadito Tremonti, che non si può fare in deficit. Risorse possono essere recuperate dalla riduzione della spesa assistenziale, togliendo a chi non ha diritto. Anche la politica deve fare la sua parte, dando l’esempio e portando le proprie remunerazioni nella media europea.
TROPPE TASSE – In Italia il carico tributario è superiore di 3,5 punti di Pil rispetto alla media europea, pari a 54 miliardi di euro di maggiori imposte per i contribuenti aveva detto poco prima il presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, nella sua relazione all’assemblea annuale. Secondo l’organizzazione, «gli imprenditori devono dedicare agli adempimenti di burocrazia fiscale 285 ore all’anno, equivalenti a circa 36 giorni lavorativi, il 43% in più rispetto alla media Ocse». «Noi crediamo in una riforma del fisco – ha sottolineato Guerrini – che abbia l’obiettivo di consolidare il rapporto di reciproca fiducia e rispetto tra contribuenti e amministrazione finanziaria. I cittadini e gli imprenditori devono essere messi nella condizione di adempiere a norme chiare, semplici e precise». Per Confartigianato «serve un riequilibrio della pressione fiscale su imprese e lavoro, meno adempimenti e più fiducia tra Stato e cittadini. Crediamo in una riforma – ha aggiunto ancora Guerrini – che riduca la pressione fiscale, che la riequilibri a favore del lavoro e dell’impresa, che allinei la tassazione delle rendite ai livelli europei». Tuttavia, ha precisato il presidente di Confartigianato, «noi non vogliamo una riforma fiscale a tutti i costi: siamo per un riequilibrio della tassazione a favore delle imprese e del lavoro, per un allineamento della tassazione delle rendite a quella europea, non siamo per un salto nel buio spinto da fretta e tatticismi politici». Rivolgendosi poi al ministro dell’Economia, Guerrini ha osservato: «Forse le tasse possono davvero essere cosa buona e giusta se vengono percepite come un equo versamento per avere garantiti dallo Stato servizi pubblici all’altezza dei bisogni dei cittadini. Se però questo scambio non avviene – ha concluso – diventa davvero incomprensibile e insostenibile una così elevata pressione e complessità fiscale».
Redazione online