La cerimonia funebre della studentessa uccisa 18 anni fa. A Potenza migliaia di persone per il corteo funebre
POTENZA – Diciotto anni dopo, la cerimonia del dolore e l’ultimo saluto. Il giorno del funerale di Elisa Claps, la ragazza scomparsa il 12 settembre del 1993 il cui corpo è stato rinvenuto solo l’anno scorso nel sottotetto di una chiesa, coinvolge tutta Potenza e unisce migliaia di persone nell’emozione.
Un lungo applauso e il lancio di petali bianchi sul carro funebre segnano il passaggio della bara di Elisa, in via Mazzini, a Potenza, davanti al palazzo dove abita la famiglia e dove, lungo il tragitto, dalla camera ardente a piazza Don Bosco, il corteo s’è fermato per qualche istante. Qui Elisa viveva, qui è passata per l’ultima volta oggi. La madre Filomena Iemma, e i fratelli, Gildo e Luciano, sono nelle auto e il corteo riparte. Migliaia di persone accolgono l’arrivo nella chiesa dove si svolge la cerimonia funebre, celebrata da don Marcello Cozzi, referente regionale di «Libera» e da don Luigi Ciotti, leader nazionale dell’associazione. Alle spalle dell’altare, all’aperto, una gigantografia di Elisa, con il suo nome, l’immagine che ha accompagnato per 17 anni le ricerche della ragazza.
LA VERITA’ PROCESSUALE SI AVVICINA – Le indagini sulla scomparsa della ragazza di Potenza sono state nel corso degli anni misteriosamente ostacolate. Fin da subito si puntò su Danilo Restivo, l’ultimo ad aver visto Elisa, noto per aver molestato diverse ragazze a Potenza con telefonate anonime e con la sua mania per i capelli femminili. I sospetti non si concretizzarono mai in accusa. Restivo andò a vivere in Inghilterra, nel Dorset, dove recentemente è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio della sarta Heather Barnett, uccise con modalità molto simili all’omicidio di Elisa.
IL SALUTO DEL SINDACO – Il primo a prendere la parola, poco prima dell’inizio della cerimonia funebre, è stato il sindaco di Potenza Vito Santarsiero: «Non dimenticheremo mai il tuo dolce sorriso e il tuo corpo lasciato da mani assassine nel sottotetto di una chiesa. Continueremo a cercare la verità, che sia banale, complessa o scomoda».
IL BARATTO DELLA VERITA’ – «Elisa è un fiore reciso che qualcuno ha lasciato marcire in un angolo» e la verità «è stata oggetto di baratto», ha esordito don Marcello durante l’omelia. «A quelli che hanno depistato la verità dico di togliere il macigno di menzogne che ha coperto il Caino fuggiasco in una Basilicata dove la verità viene lasciata spesso sotto i tetti. Perdonaci, Signore». L’omelia del sacerdote – che da anni è vicino alla famiglia Claps – è stata più volte interrotta da lunghi applausi.
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