INCHIESTA P4 – IL PARLAMENTARE SI DIFENDE DAVANTI ALLA COMMISSIONE PER LE AUTORIZZAZIONI. Il deputato Pdl, già magistrato, che rischia l’arresto: «Vittima di una fazione dell’Unicost napoletana»
ROMA – Alfonso Papa si difende davanti alla Giunta per le autorizzazioni della Camera. Coinvolto nell’inchiesta sulla P4, il deputato del Pdl – accusato di aver manovrato per pilotare nomine e appalti e di aver ricattato imprenditori ed esponenti delle istituzioni – sostiene che tutta la vicenda nasce da un astio profondo nei suoi confronti da parte degli ex colleghi magistrati napoletani. Dopo aver depositato una lunga memoria difensiva, il parlamentare – per il quale la procura ha chiesto l’arresto – ha detto ai componenti della Giunta di essere un «perseguitato da una fazione dell’Unicost napoletana».
IL RACCONTO – Secondo quanto riferiscono alcuni esponenti della Giunta, Papa ha detto che tutto avrebbe origine dal fatto che lui, quando era magistrato, aveva affiancato Agostino Cordova, prendendo posizione contro i sostituti che lo avversavano. L’indagine nei suoi confronti sarebbe dunque «il frutto di persecuzione giudiziaria di un gruppo di magistrati tra cui De Magistris, Woodcock, Narducci e Curcio che lo avevano avversato all’epoca dei fatti». Papa avrebbe raccontato ai colleghi deputati anche lo spaccato della vita associativa della magistratura napoletana da cui esce un quadro definito da alcuni componenti della Giunta «assolutamente delegittimante». «L’intero procedimento è chiaramente frutto di un chiaro intento persecutorio, arricchito dal comportamento scorretto e interessato di alcuni coindagati, e di persone a questi legate da interessi di varia natura, e da una campagna stampa sapientemente costruita per demonizzare e distruggere l’immagine del Papa come onorevole, come magistrato e come uomo» si legge inoltre nella memoria difensiva in cui il deputato Pdl si esprime rigorosamente in terza persona.
IL VOTO E IL RINVIO – Il presidente della Giunta Pierluigi Castagnetti non ha escluso il voto sull’autorizzazione a procedere nella serata di mercoledì. Il Pdl, tuttavia, punterebbe piuttosto a un rinvio in autunno, quando si sperano risolti i problemi tra il Pdl e la Lega che, con il leader Umberto Bossi, ha già annunciato che voterà «sì» all’arresto.
Redazione online