Minacce e botte. Assoldavano “picchiatori” per intimidire le proprie vittime. Le richieste di soldi si spingevano fino al milione di euro.
BARI – “Dal sangue vengono e col sangue torneranno”: questa era la frase usata per intimorire le proprie vittime e costringerle a pagare gli insostenibili interessi che scaturivano dai prestiti. Gli usurai sono due coniugi di Conversano, Nicola Antonio La Selva, detto la “pecora”, e Sandra Pagnini, arrestati – dopo un’attività investigativa svolta dai finanzieri della compagnia di Monopoli, coordinati dalla procura della Repubblica di Bari – sulla base di ordinanze di custodia cautelare , una in carcere e l’altra ai domiciliari , emesse dal gip del tribunale di Bari. La donna è ai domiciliari, lui in carcere. L’uomo, recidivo, era già in cella dal 2010, arrestato in flagranza di reato durante un tentativo di estorsione
Prestiti a imprenditori – I due prestavano soldi a tassi usurai che, in alcuni casi, superavano il 400% annuo. Le loro vittime erano sei imprenditori edili del Sud barese nei confronti dei quali la coppia compiva anche atti di estorsione. Secondo l’accusa, marito e moglie obbligavano le proprie vittime a pagare i corrispettivi richiesti, facendoli minacciare da alcuni “picchiatori” che, secondo quanto accertato, avrebbero compiuto atti di intimidazione e violenza fisica. Le indagini sono state avviate nel 2010 quando alcuni imprenditori, stanchi delle continue pressioni ed intimidazioni, hanno deciso di raccontare tutta la loro storia alla guardia di finanza. Immediatamente è scattata l’inchiesta e i finanzieri sono riusciti a ricostruire il vortice usurario in cui erano caduti gli imprenditori edili di Conversano, quantificando le pretese di denaro che avevano superato la soglia del milione di euro. Il sistema era basato su prestiti in denaro contante in cambio di assegni e titoli bancari di valore molto più elevato, il cui incasso avveniva nei trenta giorni successivi. Nel giro di pochi anni, le vittime erano state costrette a pagare centinaia di migliaia di euro, talvolta senza aver ricevuto alcun prestito, circostanza da cui è scaturita l’ipotesi di estorsione.
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