Gli avvocati del giornale: sia ruper che james hanno mentito ai parlamentari. Nella missiva uno dei giornalisti incriminati spiegava: pagamenti ai detective fatti dai manager del gruppo
Clive Goodman (Reuters) |
LONDRA – «The smoking gun», la pistola che fuma, è una lettera del 2007 scritta dal royal correspondent di News of the World: i vertici del gruppo Murdoch erano perfettamente a conoscenza dello spionaggio illegale. Per lo «Squalo» e per il figlio James si prospetta l’accusa di avere insabbiato per quattro anni lo scandalo e di avere testimoniato il falso davanti alla commissione della Camera dei Comuni nell’ audizione del luglio scorso. La loro posizione diventa ancora più pesante alla luce di una dichiarazione, un’ammissione, fatta dagli stessi avvocati di News of the World: sia Rupert sia James Murdoch hanno ingannato i parlamentari.
LA LETTERA – Questa lettera, «the smoking gun» come la chiamano i giornali inglesi, ora agli atti degli inchiesta, fu scritta al direttore delle risorse umane del gruppo da Clive Goodman (il giornalista arrestato per avere ordinato l’hackeraggio del telefonino del principe William) il 7 marzo 2007. Nella missiva Goodman si difende dicendo che i pagamenti al detective privato responsabile delle intrusioni telefoniche furono effettuati da manager del gruppo, che altri «membri dello staff stavano eseguendo le medesime procedure», che «se ne discuteva ampiamente nella riunioni quotidiane» fino a che fu vietato ogni esplicito riferimento ad esse dal direttore del tabloid, all’epoca Andy Coulson, l’ex responsabile della comunicazione di Downing Street. Dunque, da ben 4 anni i vertici del gruppo Murdoch sapevano e hanno taciuto. A rendere più pesante la loro posizione vi è un ulteriore particolare: la lettera è stata manomessa. Ne esistono due versioni. Quella originaria con le accuse di Goodman e quella «ripulita», citata dagli stessi Murdoch nella loro audizione ai comuni ma senza i riferimenti più compromettenti. Chi aveva cancellato le parti più delicate? A chiarirlo è l’ufficio legale dei Murdoch (Harbottle & Lewis): noi, su suggerimento della polizia, ci limitammo a togliere i nomi, soli i nomi delle persone coinvolte, chi invece ha operato un vero e proprio colpo di spugna su interi paragrafi sono stati i piani alti di News International, lo società dei Murdoch che pubblica i giornali nel Regno Unito. «E’ difficile dare credito a James Murdoch», sostengono adesso gli avvocati di Harbottle & Lewis. Un colpo durissimo. Ai quali arriva a dare manforte persino l’ex direttore degli affari legali del gruppo, Jon Chapman che punta l’indice: «Le testimonianze dei Murdoch sono ingannatrici». Il muro del silenzio si sgretola. Torna la bufera sullo «Squalo» e il figlio James.
Fabio Cavalera