La donna lavora nel reparto di neonatologia del policlinico Gemelli di Roma ed è stata sospesa dopo aver scoperto di essersi ammalata. A scopo precauzionale scatteranno da subito gli esami sui bambini nati da marzo a luglio
Roma – E’ allarme al policlinico Gemelli, dove un’infermiera del reparto di neonatologia ha scoperto di essersi ammalata di tubercolosi. La donna è stata immediatamente sospesa dall’incarico, ma per ragioni precauzionali oltre mille bambini nati nella struttura da marzo fino metà luglio verranno sottoposti a controlli a partire da domani in un ambulatorio dedicato.
Basso il rischio di contagio La donna è ora in cura con una terapia antitubercolotica ma vista la delicatezza del suo incarico, in accordo con l’assessorato alla Sanità della Regione Lazio, è stato deciso di avviare i test sui piccoli. Il rischio che i bambini siano stati contagiati, ha spiegato il responsabile del reparto Costantino Romagnoli, “non è giudicato elevato”. “La maggiore possibilità di essere stati contagiati riguarda chi convive con un malato”, ha aggiunto il medico sottolineando che in un nido il contatto fra personale sanitario e i piccoli è più diradato e non è sempre la stessa infermiera ad occuparsi dello stesso bambino. Per sicurezza la struttura da domani mattina sottoporrà i bambini, 25 ogni giorno, a visite e ad un esame del sangue, più accurato rispetto a quello classico della intradermo reazione, utilizzato in genere sugli adulti. Basteranno 48 ore per avere il risultato degli esami. I bambini saranno accolti da una squadra di medici attrezzata per fare fronte a questa emergenza, pool che sarà coordinato dallo stesso Romagnoli.
La malattia La tubercolosi, o tisi, è una malattia infettiva causata dal Bacillo di Koch che si trasmette attraverso l’aria, proprio come il raffreddore. I sintomi di un eventuale contagio sono la tosse persistente e la febbre. La malattia si sviluppa dal momento del contagio, in circa 12 settimane. Per questa ragione è stato deciso di iniziare a controllare i bambini nati a partire dal primo marzo assieme ad un gruppo di più piccoli nati nelle ultime settimane. I controlli, ha anche spiegato Romagnoli, dureranno alcuni mesi.
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