Troppo caldo a bordo, il cane non ce la fa

L’episodio a bordo di un volo tra Palermo e Roma. La compagnia: «Abbiamo fatto il possibile». La denuncia della proprietaria: «Potevamo salvarlo, mi hanno costretto a lasciarlo morire». Alitalia smentisce

Un'immagine di Roy durante una festa di Capodanno
Un’immagine di Roy durante una festa di Capodanno

ROMA – Il musetto è quello buffo e simpatico di tutti i carlini. Con il cappellino da festa di Capodanno lo è ancora di più. Roy aveva tre anni e una compagna di vita, Piper, 6 anni, e a cui era legatissimo. Facevano tutto insieme. E insieme il 26 agosto si erano imbarcati sul volo Alitalia da Palermo a Roma per accompagnare Alessandra, la loro padrona, nella sua nuova vita nella Capitale. Ma solo Piper è riuscita ad arrivare nella nuova casa. Roy, invece, è morto sull’aereo, vittima forse di un colpo di calore, soffocato a causa dell’alta temperatura e di un impianto di condizionamento che, denuncia la proprietaria, non funzionava correttamente o comunque era insufficiente tanto da mettere in situazione di disagio anche gli altri passeggeri, già infastiditi da un ritardo della partenza. Ma anche – secondo Alessandra – per colpa degli assistenti di volo che non le hanno permesso di fare qualcosa per salvarlo.

LA DENUNCIA – La vicenda avrà ora degli strascichi giudiziari: ai carabinieri di Fiumicino è stata presentata una denuncia ipotizzando una omissione di soccorso e i militari hanno già iniziato a raccogliere le testimonianze di chi era presente a bordo e ha assistito la scena. Alessandra, 37 anni, si è rivolta ad un avvocato ed è decisa ad andare fino in fondo. «Perché se mi si consente di portare un animale a bordo mi si deve garantire di poterlo accudire in caso di necessità – commenta -. E questo non è avvenuto». Una richiesta di chiarimento in questo senso arriva dal suo legale, Monica Longo, che ha inoltrato una domanda risarcitoria alla compagnia: «Perché un conto sono i regolamenti – spiega – ma forse un minimo di elasticità, vista la situazione di emergenza, avrebbe potuto salvare l’animale. Tra l’altro si tratta di un caso anomalo perché normalmente ci si aspetta che un cane possa, eventualmente, morire nella stiva, da solo. Non certo in cabina, con tante persone che possono intervenire in caso di emergenza. Oltretutto il cane prima di imbarcarsi stava benissimo e c’è pure un certificato veterinario a confermarlo».

LA VICENDA – La denuncia ai carabinieri e il racconto della proprietaria aiutano a ricostruire la storia, che prende il via all’aeroporto di Punta Raisi, dove il volo Az 1782 accumula del ritardo. Le operazioni di imbarco e di partenza vanno per le lunghe. A bordo l’atmosfera si fa pesante: fa caldo e l’impianto di condizionamento non sembra bastare «per garantire le normali condizioni di vivibilità». I passeggeri cercano di farsi aria come possono. I due cagnolini sul pavimento sotto i sedili – Piper nella fila 10 assieme ad Alessandra e Roy in coda assieme ad un’amica della proprietaria – non possono fare nulla e iniziano a dare segni di malessere. Il volo parte, ma la situazione non migliora. «A bordo faceva davvero molto caldo – racconta Alessandra -. Ed è strano perché di solito sugli aerei c’è il problema opposto, che la temperatura sia fin troppo bassa a causa dell’aria condizionata a pieno regime». Lei e l’amica vorrebbero tirare fuori i cani dai trasportini, farli respirare, bagnarli con un po’ d’acqua. Tuttavia – ed è questo il nocciolo della denuncia – il personale di volo è inflessibile e non lo consente, tra le proteste di altri passeggeri che si prendono a cuore le sorti dei due animaletti. Alessandra ad un certo punto non resiste più, estrae Piper dal trasportino e la prende in braccio. Uno degli assistenti di volo, nelle prime file, le consiglia di portarla in bagno per rinfrescarla. I suoi colleghi che presidiano la parte posteriore dell’aeromobile, però, sempre secondo la denuncia, non la vedono allo stesso modo e vorrebbero che la donna tornasse al suo posto rimettendo il cane nella gabbietta perché il regolamento prevede che gli animali debbano restare nel trasportino per l’intera durata del volo. Alessandra non li ascolta e raggiunge il bagno. «Ma da quella toilette poi non mi hanno più fatto uscire fino al momento dell’atterraggio – protesta la signora -. Mi hanno ordinato di stare lì dentro e per tutto il viaggio nessuno è venuto a chiedermi come stessi o se avessi bisogno di qualcosa, anche solo di un bicchiere d’acqua».

LA SITUAZIONE PRECIPITA – La sua amica, sempre nel racconto della protagonista, non ha la stessa prontezza e non osa contraddire lo stewart che le intima di lasciare Roy nel trasportino. Raggiunge Alessandra alla toilette, le spiega la situazione. Ma lei è alle prese con Piper e non può fare molto. E alla fine il peggio che poteva accadere accade: Roy muore. «Solo a quel punto, quando ormai era inutile e non si poteva più fare nulla, ce l’hanno fatto togliere dal trasportino». Alcuni bambini che prima della partenza avevano accarezzato i cagnolini al gate di Punta Raisi si rendono conto di quanto è accaduto e piangono. Molti passeggeri danno ad Alessandra e alla sua amica la loro solidarietà. L’aereo arriva a Roma e i problemi si aggiungono ai problemi: che fare del cane? Alessandra non lo può portare con sè, perché nessun taxi potrebbe accoglierlo a bordo morto. Il cane, senza vita, resta a lungo sull’aeromobile. Poi dopo alcune ore viene portato con un’auto privata in una clinica veterinaria. Il lunedì all’Istituto Zooprofilattico viene eseguita l’autopsia che conferma la «causa di morte compatibile con colpo di calore».

LA VERSIONE DI ALITALIA – L’Alitalia, dal canto suo, dà una versione completamente opposta. Per cominciare precisa che «i mezzi di condizionamento e pressurizzazione dell’aereo, sia a terra che in volo, funzionavano normalmente ed in completa efficienza». Smentisce poi che gli assistenti di volo abbiano ostacolato tentativi di salvataggio da parte della proprietaria: «Su richiesta della passeggera, il personale di volo ha acconsentito, sebbene non previsto dalle procedure vigenti, a far uscire uno dei cagnolini dal trasportino per essere rinfrescato. La richiesta non è stata fatta per il secondo cagnolino. In caso contrario sarebbe stato concesso di rinfrescare anche lui. All’arrivo del volo a Roma Fiumicino alle 12.40 è stato appurato che questo cagnolino era deceduto all’interno del trasportino». Diversa anche la ricostruzione di quanto accaduto dopo l’atterraggio: «La passeggera veniva invitata a scendere dall’aereo e ad attendere nell’area Arrivi dell’aeroporto, mentre il personale di scalo Alitalia provvedeva ad informare le autorità aeroportuali e a far portare il cagnolino fuori dall’aereo per poi riconsegnarlo alla proprietaria. Nel frattempo la proprietaria, senza peraltro avvisare in alcun modo, si è allontanata lasciando il cagnolino in aeroporto». A quel punto la compagnia avrebbe chiesto ai carabinieri di far tornare la donna a recuperare l’animale. «Alle 18 circa, abbiamo ricevuto una telefonata della passeggera con la quale ci informava che avrebbe mandato a Fiumicino la sua compagna di viaggio per prelevare il cane. Come segno di attenzione verso la passeggera, nonostante non sussista alcuna responsabilità della compagnia per quanto accaduto ed alcun obbligo a prendersi cura del cane deceduto, abbiamo organizzato per la signora un trasferimento in taxi da Roma all’aeroporto e un pulmino da Fiumicino alla clinica veterinaria disponibile alla ricezione dei resti del cagnolino». Pur spiacenti per l’accaduto, riteniamo di aver fatto tutto quello che era necessario ed opportuno per la corretta gestione della sfortunata vicenda, assolutamente accidentale e non riconducibile ad alcuna responsabilità della compagnia». La parola, in ogni caso, passa ora alle carte bollate.

Alessandro Sala

Troppo caldo a bordo, il cane non ce la faultima modifica: 2011-09-12T16:00:00+02:00da alfapenta
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