Faccia a faccia tra giovani creativi e business angels disposti a sostenerli. In cinquecento allo StartuParty: progetti e startup ad alto contenuto innovativo in cerca di finanziatori
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I fondatori di Gobi Lab,con la guida digitale da viaggio per iPad e iPhone (Craighero) |
MILANO – Che le idee diventino impresa. In una sera. E’ questo il motto della StartuParty che si è svolta nei giorni scorsi al Collegio di Milano, uno dei più prestigiosi collegi universitari della città, per questa occasione aperto a tutti. Un evento che ha chiamato a raccolta più di 500 persone con il pallino dell’innovazione, nato grazie all’iniziativa di giovani venture capitalist, business angel (ovvero investitori pronti a fare sinergia con chi presenta le idee, cercando di mettere a disposizione con un atteggiamento solidale, l’esperienza manageriale acquisita nel tempo), ex startupper con varie esperienze sul campo che si sono confrontati su nuove idee di impresa e sulle possibilità di tradurle in business reali. Qualcuno ha dei progetti che vuole realizzare; altri hanno i capitali da investire. Se l’incontro va a buon fine, il business parte.
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Emil Abirascid (Craighero) |
RICETTA ANTI-CRISI – E’ una ricetta contro la crisi, il tentativo di mettere in contatto domanda e offerta di nuove idee. I giovani aspiranti imprenditori, ventenni o poco più, parlano il linguaggio delle nuove tecnologie. Gli operatori economici cercano nuovi talenti e nuove formule per trovare nuovi spazi nel mercato. «C’è in atto un nuovo fermento – sottolinea Emil Abirascid, direttore della rivista Innov’azione e amministratore delegato di Startupbusiness – e si moltiplicano le startup così come le possibilità di incontro con il mondo imprenditoriale, è in atto un rinnovamento strutturale. E tra il mondo accademico e le imprese c’è networking, una formula che sarà più forte della crisi.Le start up possono essere una risposta».
CINQUE MINUTI PER UN’IDEA – Ne sono convinti gli studenti, i liberi professionisti, i free lance, i ricercatori e i team in cerca di partner che si sono dati appuntamento nell’aula magna del Collegio, dove i riflettori si sono accesi su una quindicina di progetti illustrati al pubblico. Forniti di demo, iPad, iPhone e semplici fogli di carta, gli startupper hanno avuto cinque minuti di tempo per esporre le loro idee. Ha colpito la platea il giovanissimo Nebil Kriedi, un mobile web developer che ha raccontato la sua “90 minutes”, un’innovativa applicazione che si pone l’obiettivo di aiutare gli internauti ad uscire dall’app, incentivando la comunicazione nella vita reale. Tutto parte dalla risposta alla domanda: “Come stai?”. L’applicazione consente di comunicare agli amici il proprio umore con una semplce parola, IN oppure OUT, così da far sapere ad un amico il proprio stato d’animo e comunicargli che cinque minuti assieme possono essere importanti. Degna di nota anche la presentazione su smathphone e iPad del social game Mangatar, un interessante esperimento nato dalla sinergia del trio campano Andrea, Raffaele ed Errico che si sono ispirati ai manga giapponesi per il loro prodotto. «Siamo venuti alla ricerca di investitori – dice Andrea – e crediamo nella formula del social game che unisce tre componenti come un generatore di avatar, i social network e il gioco». Davide Tommasi, fondatore di Gobi Lab, ha invece illustrato una speciale guida digitale da viaggio per iPad e iphone, monitorando il mercato dell’editoria rivolta al turismo in via di definizione per quanto riguarda la fruizione del web.
I VUOTI DEL MERCATO – «E’molto importante fare un piano operativo o un modello di business – dice Raffaele Mauro, esperto di startup che lavora per Annapurna Ventures, fondata da Massimiliano Magrini, ex country manager di Google – che coniuga l’idea alle risposte del mercato. Bisogna tener conto che l’idea da sola non basta, occorre riempire un vuoto di mercato e andare incontro alle reali esigenze dei consumatori».
Ambra Craighero