IL VOTO ALLA CAMERA, DOPO LA SCONFITTA SUL RENDICONTO DELLO STATO. L’esecutivo può contare sulla maggioranza assoluta. Berlusconi: agguato sventato, figuraccia dell’opposizione
ROMA – Il governo Berlusconi ottiene la fiducia alla Camera: 316 i sì, 301 i no. Ovvero la maggioranza assoluta. Dopo che il governo era stato battuto a Montecitorio sul rendiconto dello Stato, l’aula era stata chiamata a un voto di fiducia.
STRATEGIA – L’opposizione non ha partecipato alla prima «chiama», tentando di non far raggiungere il numero legale (315) per la votazione. Il tentativo non sarebbe andato comunque a buon fine perché la maggioranza avrebbe avuto lo stesso il numero esatto di presenti ma, in ogni caso, la strategia è stata fatta saltare da cinque deputati radicali e da due dell’Svp. Questi ultimi, infatti, sono entrati in aula e hanno votato (315 sì e 7 no i risultati della prima chiama). Tanto che al secondo «appello», al resto dell’opposizione non è rimasto che prendere parte al voto.
L’IRA DELLA BINDI– Feroce la reazione di Rosy Bindi. «Ora che hanno votato i radicali, entrate, non restate qui. Fate presto» le dice un sorridente Maurizio Lupi (Pdl), vicepresidente della Camera. La presidente dell’Assemblea del Pd, Rosy Bindi, allarga sconsolata le braccia e poi, quando Lupi con una battuta le fa presente che «i voti sono voti», replica ironica: «No, gli stronzi sono stronzi».
MAGGIORANZA ASSOLUTA – Secondo le previsioni, il governo avrebbe dovuto ottenere la maggioranza. Il problema era la sua consistenza, ovvero raggiungere la maggioranza assoluta di 316 deputati che garantisse una maggior forza per governare: risultato ottenuto.
BERLUSCONI – «Ho la fiducia dopo aver sventato la figuraccia dell’opposizione che ha sbagliato i suoi calcoli mettendo in atto i vecchi trucchi del più bieco parlamentarismo e offrendo una immagine su cui gli italiani rifletteranno» commenta Silvio Berlusconi ancora prima che finisca la seconda «chiama».
GLI «SCAJOLIANI» – Non sono bastate a far cadere il governo le assenze dei cosiddetti «scajoliani» Fabio Gava e Giustina Destro. L’ex ministro invece ha votato sì. In precedenza aveva rassicurato: «Oggi ci sarà la fiducia». Pur chiedendo un’inversione di rotta: «Se non si cambia, i nomi dei deputati che non voteranno la fiducia si moltiplicheranno e si andrà a sbattere».
EX RESPONSABILI: IL CASO SARDELLI – In occasione della sconfitta sul rendiconto dello Stato, erano mancati all’appello alcuni voti degli ex Responsabili. Nel corso delle dichiarazioni di voto Silvano Moffa, capogruppo di Popolo e Territorio, aveva assicurato a Berlusconi: «Saremo qui a sostenerla». Nelle sue file alla fine c’è stata la sola defezione di Luciano Sardelli, che non ha preso parte al voto. «Non parteciperò – aveva anticipato il deputato – ho suggerito al premier Berlusconi di andare al Colle inaugurando così una nuova fase». Sardelli ha raccontato anche di essere stato chiamato da Berlusconi e di aver suggerito allo stesso premier di andare al Quirinale.
Redazione Online