L’appello. Lettera di Abi, Confindustria, Rete imprese, Ania e Cooperative. Il premier: «Soldi finiti, ci inventeremo qualcosa. Ma non c’è fretta»
Silvio Berlusconi |
ROMA – Ultimo appello delle imprese al governo per affrontare la crisi con misure «concrete e credibili» nel dl Sviluppo, perché ormai «il tempo è scaduto». L’appello è stato lanciato in una nuova lettera inviata al premier Silvio Berlusconi da Abi, Confindustria, Rete imprese Italia, Ania e Alleanza cooperative.
BERLUSCONI, SOLDI NON CI SONO – Poco prima, parlando del decreto sviluppo, il premier aveva spiegato che «è in corso una riflessione. I soldi non ci sono – ha aggiunto – dobbiamo inventarci qualcosa». Il premier ha comunque preso tempo: «Il provvedimento sarà varato quando il testo sarà convincente, non c’è nessuna fretta. Alle 19 ci sarà una riunione con tecnici e ministri che andrà avanti fino a notte fonda. Conto sul varo del decreto appena sarà convincente e cioè quando ci sarà un provvedimento che sia di stimolo a sviluppo e crescita».
RIFORME STRUTTURALI – Tornando all’appello delle imprese, nella lettera aperta inviata al governo si legge: «Abbiamo fatto proposte concrete, ma finora non c’è nessuna reazione dal governo. Alcuni giorni addietro – spiegano Confindustria, Abi, Rete imprese, Ania e Alleanza cooperative – abbiamo presentato, come associazioni di imprese, alcune proposte tese a favorire la sostenibilità del debito pubblico nel medio periodo e la ripresa economica del nostro paese. Ci ha mosso la preoccupazione (…), l situazione – sottolineano – è sempre più difficile, la fiducia nel nostro Paese sta velocemente diminuendo». Le aziende tornano a chiedere riforme all’esecutivo: «È di fondamentale importanza che il decreto sviluppo contenga misure strutturali, concrete e credibili».
RITARDO COSTA MOLTISSIMO – «Sappiamo – evidenziano gli imprenditori – che il governo ha in animo di approvare un decreto Sviluppo e, anche a questo proposito, riterremmo utile poter partecipare alla individuazione e alla messa a punto delle misure per contribuire ad accrescerne fattibilità ed efficacia. Un confronto di tal genere sarebbe oltremodo utile e pienamente in linea con quanto avviene in ogni paese della Unione europea». «Il ritardo – aggiungono – che stiamo accumulando sul fronte del rilancio della crescita e della credibilità sta costando moltissimo in termini di occupazione, valore dei beni e dei risparmi delle famiglie, investimenti e valore delle imprese».
Redazione Online