LE BORSE. Sui mercati l’influenza dell’accelerazione politica in Italia Milano chiude positiva è la migliore in Europa. Telefonata del presidente Usa al Quirinale. Incoraggiamento anche da Merkel, ma la Ue avverte:«Fare di più sulle pensioni»
MILANO – Giornata altalenante in Borsa e anche per la volatilità dello spread, tra la spinta positiva della politica interna e le fosche previsioni economiche per l’Eurozona diffuse a Bruxelles. Piazza Affari recupera comunque le perdite di mercoledì e chiude con la performance migliore d’Europa. Il differenziale Btp-Bund differenziale è sceso sotto i 500 punti nel corso della giornata per poi risalire nel tardo pomeriggio e chiudere a 510.
LA GIORNATA IN BORSA – Piazza Affari apre in rosso: -1,3%. Dopo pochi minuti però va in positivo. Poi inizia a correre fino a superare il +3% in mattinata, per rallentare intorno a mezzogiorno: il Ftse Mib si mantiene in rialzo di un punto e mezzo percentuale intorno ai 15.310. L’AllShare avanza dell’1,13% e il Mid Cap sale dello 0,4% circa. E alla fine la chiusura è positiva: il Ftse Mib ha messo a segno un rialzo dello 0,97% a 15.218 punti, mentre il Ftse All Share è salito allo 0,75%. Il listino milanese registra la migliore performance in Europa.
LO SPREAD – La giornata incomincia con un nuovo record dall’introduzione dell’euro per il Btp a 5 anni, il cui rendimento sale fino al 7,80%; tutti in rialzo i tassi dei Btp italiani, con quello a 2 anni che arriva al 7,36% e quello a 10 anni che sale al 7,39%, con uno spread di 570 punti base. Sulla scia della Borsa, poi cala anche lo spread. Scende sotto i 530 punti, poi intorno a mezzogiorno torna ad allargarsi sopra quota 540 (nella giornata di mercoledì era arrivato al record di 576) e alle 14 torna sotto la soglia dei 500 punti base a 499,4 punti. Ma intorno alle 17,15 è risalito fino a quota 520. Il rendimento dei Btp decennali ha toccato esattamente quota 7%, confermandosi comunque in flessione di 26 punti base rispetto alla chiusura di mercoledì, ma risalendo dal minimo di seduta di 6,81 toccato attorno alle 14,35. E a chiusura della Borsa lo spread chiude a 510, mentre il rendimento del decennale italiano si attesta al 6,89%.
BOT – Si è allentata anche la tensione sui titoli di stato, con l’asta dei bot ha superato il test dei mercati: assegnati annuali per 5 miliardi al 6,087% con una domanda a 10 miliardi.
BENE LE BANCHE E MEDIASET – Tonico il comparto bancario con Unicredit (+5,38%), Intesa sp (+3,66%) Banco popolare (+5,09%) ed Mps (+3,03%). Bene gli energetici dopo una partenza debole, con Enel (+2,03%) e Saipem (+2,05%). Giù Eni (-0,45%). Tra gli industriali, vola Pirelli (+5,64%) all’indomani della presentazione del piano industriale al 2014. Molto bene anche la galassia Agnelli (Fiat +3,79%; e il titolo industrial +4,32%). In evidenza Finmeccanica (+5,03%). Rimbalzo deciso per Mediaset (+4,90%) dopo lo scivolone della vigilia.
NEW YORK – Fiducia degli Usa in Giorgio Napolitano. Nel pomeriggio di giovedì, Barack Obama ha avuto un colloquio telefonico con il capo dello Stato. Il presidente degli Stati Uniti si è informato sugli sviluppi e le prospettive della situazione politica in Italia, ha spiegato il portavoce della casa Bianca Jay Carney, esprimendo «fiducia nel presidente della Repubblica italiana impegnato a dare vita a un governo che sviluppi un programma di riforme aggressivo e ristabilisca la fiducia dei mercati».
INCORAGGIAMENTO ANCHE DA MERKEL – Da Berlino, dove l’economista milanese si trovava mercoledì, arriva l’incoraggiamento di Angela Merkel: «È importante che il Paese recuperi fiducia, cosa che sembra stia accadendo» ha riconosciuto il Cancelliere.
MA LA UE INCALZA LE RIFORME – Tiene dritta la barra sulle riforme la Commissione europea. L’Italia ha bisogno di «stabilità politica», ha riconosciuto il Commissario agli Affari internazionali Olli Rehn, affermando però che «è necessario che faccia di più sulle pensioni». Nel rapporto previsionale di Bruxelles, peraltro, l’ Italia non centrerà il pareggio di bilancio nel 2013. «In via preliminare posso dire che nel pacchetto previsto dalla “lettera” ci sono varie misure positive come quelle relative al mercato del lavoro, alle liberalizzazioni, ma la “lettera” – ha aggiunto Rehn – è silenziosa su molte altre questioni, non va abbastanza avanti sulla concorrenza e molto potrebbe essere fatto sulle pensioni».
Paola Pica & Redazione Online