Dopo la giornata di terrore. Annullate tutte le cerimonie istituzionali. Il sindaco Matteo Renzi: «Questo è un dolore di tutta la città»
FIRENZE – Oggi è la giornata di lutto cittadino: Firenze piange per la strage dei senegalesi messa in atto da Gianluca Casseri, militante di estrema destra, che dopo aver ucciso due ambulanti, ferito gravemente altri tre, si è sparato. Bandiere a mezz’asta, cerimonie istituzionali annullate e negozi con le serrande abbassate per dieci minuti (dalle 12 alle 12.10).
MINUTO DI SILENZIO E CONSIGLIO STRAORDINARIO – I dipendenti comunali si sono riuniti alle 12 nel cortile della Dogana di Palazzo Vecchio. «Come 18 anni fa – ha detto il sindaco Matteo Renzi – ci siamo svegliati nel dolore della bomba dei Georgofili che aveva sventrato la nostra città e ci siamo svegliati non sentendoci una città mafiosa ma una città colpita dalla mafia, oggi ci siamo svegliati non come una città razzista ma colpita al cuore dal razzismo. Chiedo a tutti i dipendenti comunali di tornare a lavoro con lo spirito di sempre, perché noi siamo Firenze». Nel pomeriggio arriverà il ministro per la cooperazione Andrea Riccardi che andrà all’ospedale di Careggi, in forma privata, a visitare i feriti. Il ministro alle 17 parteciperà, insieme al sindaco Renzi, all’incontro con la comunità senegalese a Palazzo Vecchio e al consiglio comunale straordinario.
IL GOVERNO DEL SENEGAL: «SIAMO INDIGNATI» – Il governo del Senegal si è detto indignato per l’«uccisione» dei due immigrati senegalesi. «Il governo del Senegal esprime la sua indignazione in seguito all’omicidio dei nostri due compatrioti in Italia», sottolinea nel comunicato il portavoce del governo e ministro della Comunicazione, Mustapha Guirassy. Lo stesso tiene a precisare che «sarà fatto ogni sforzo per fare luce sulla vicenda e per prendere le misure necessarie», senza però precisare il tipo di misure.
L’INTERVENTO DEL CARDINALE – «Quanto uno straniero risiede nel nostro territorio non deve essere nè molestato nè oppresso. Deve essere trattato come un nativo». È quanto scrive il card. Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della Cultura, su Twitter.
MAZZI DI FIORI E PREGHIERE – Questa mattina in tanti hanno deciso di andare nel luogo della strage, portare un mazzo di fiori, accendere una candela oppure lasciare un messaggio. Un gruppo di venti persone è sempre presente, prega per i ragazzi senegalesi uccisi. La signora Donatella abita proprio nella piazza, piange: «Questi ragazzi li conosco uno per uno, non hanno mai dato fastidio a nessuno. Erano abitanti come noi di questa piazza». Vincenzo è arrivato da Sesto Fiorentino: «Sono qui perchè i ragazzi uccisi sono delle persone e togliere la vita a un essere umano, di qualsiasi razza sia, non è mai giusto». Intorno alle 9.30 è arrivato anche il sindaco Matteo Renzi che ha portato la sua solidarietà all’edicolante, che ha provato a fermare il killer, e poi si è avvicinato al luogo della strage con grande commozione e ha pregato. Al mercato soltanto due bancarelle erano presenti, la maggior parte ha deciso di non aprire. E fra un commerciante aperto e uno che ha chiuso c’è stato un battibecco. Chiusi anche i banchi del mercato di San Lorenzo. Su tutti i banchi, uno dei quali gestito proprio da uno dei feriti, lo stesso cartello «No al razzismo, oggi si chiude in segno di solidaretà» con i «colleghi» ambulanti senegalesi. «Quello di ieri è stato un momento di follia che non vogliamo veder ripetere», ha detto Claudio Iacovelli, titolare di uno dei banchi oggi chiusi. Nella grande struttura del mercato coperto gli stand che vendono prodotti alimentari sono aperti, ma tutti espongono cartelli contro il razzismo e di solidarietà con le vittime del raid.
PAURA TRA SENEGALESI E NON SOLO – I senegalesi non sono gli unici ad avere timore. «Viviamo con la paura addosso anche se nessuno ne parla – spiega un commerciante iraniano del mercato -, è vero che apparentemente siano tutelati se siamo stranieri, ma è anche vero che si sente un’insofferenza forte, non dichiarata, nei confronti di chi non è italiano. Questa crisi sta rendendo le cose ancora più difficili, il clima è più pesante». «Ho paura – racconta Mohamed, ambulante senegalese con permesso di soggiorno -, le persone qui a Firenze sono amichevoli, non ho mai avuto problemi, anzi, molti aiutano perchè mi conoscono e mi vedono da tanto tempo. Ma si parla troppo di venditori abusivi, che in gran parte sono persone povere, descrivendole come dei delinquenti perchè offrono borse e altri oggetti falsi. Se ne parla come delinquenti e sembra che siano loro il problema di questa città. Ne parli e ne parli e sembra che i criminali siano proprio loro quando tutti sanno che vendono oggetti che non possono essere borse o cinture di marca perchè costano molto molto meno».
IL SINDACO «UN GESTO ISOLATO» – Il sindaco Renzi questa mattina aveva detto: «Temo il fanatismo che produce violenza, che semina morte». Il sindaco esclude «reazioni violente» perchè «questa non sembra l’azione di un gruppo ma la follia xenofoba di un gesto isolato – afferma – . E poi la senegalese è una comunità storica. Gestiremo insieme questo passaggio delicato». Il sindaco esclude il rischio di nuove manifestazioni di razzismo. «La città di cui sono orgoglioso di essere il sindaco – sottolinea – è la città aperta, plurale, la città dei corsi di alfabetizzazione per i bambini stranieri e di formazione professionale per gli immigrati». Renzi, inoltre, fa sapere che Casapound, il movimento a cui si era avvicinato il killer, aveva già dato segni pubblici di intolleranza. «A Firenze si sono resi protagonisti di un gesto meschino il giorno della Liberazione quando hanno invitato a commemorare i cecchini fascisti – afferma Renzi – contro la cerimonia ufficiale organizzata dal Comune».
L’HARD DISK SPARITO – Anche se il killer si è suicidato, la vicenda non è considerata chiusa dagli inquirenti che vogliono conoscere bene vita e contesto di riferimento di Casseri. I carabinieri indagano sui due omicidi e sui tre tentati omicidi mentre la squadra mobile indaga sulla fase finale della vicenda, culminata nel suicidio di Casseri dentro il garage di San Lorenzo. Ieri sono state effettuate perquisizioni nelle due case dell’uomo a Cireglio (Pistoia) e a Firenze, in via del Terzolle. Qui gli investigatori hanno sequestrato libri di esoterismo e miti celtici, ma è più importante quello che non hanno trovato: manca l’hard disk del computer. La magistratura vuole capire se sia stato lo stesso Casseri ad aver pianificato la sparizione oppure se qualcuno abbia eliminato l’unico «magazzino delle notizie» dell’uomo.
Federica Sanna