Monti parlerà alle 19. I deputati approvano con 495 sì, 88 no e 4 astenuti le modifiche al dl varate in Commissione. In serata il voto finale. “Le alleanze già strette a livello locale restano valide – dice l’ex ministro dell’Interno – ma alle amministrative del 2012 non possiamo andare con un partito che ha posizioni opposte alle nostre. Su pensioni e Ici loro hanno cambiato idea”
ROMA – La Camera conferma la fiducia al governo sulla manovra economica con 495 voti a favore, 88 contrari e quattro astenuti. Via libera quindi alle modifiche al decreto varate in commissione, poi stasera ci sarà il voto finale a Montecitorio, prima di trasferire il provvedimento al Senato. Il presidente del Consiglio Mario Monti interverrà in aula, alle 19.00, prima delle dichiarazioni di voto finali sulla manovra, per fare delle comunicazioni, così come chiesto dalla Lega. Lo ha reso noto il presidente dell’assemblea di Montecitorio Gianfranco Fini al termine della conferenza dei capigruppo.
LEGA-PD – Battaglia in aula tra i gruppi parlamentari prima del voto di Fiducia. Scontro acceso soprattutto tra Pd e Lega, con Franceschini che accusa i deputati padani di aver fatto per 10 anni i «soldatini ubbidienti» e poi aver riscoperto da qualche giorno i diritti delle classi più deboli. «Siete stati saldamente al governo per gli ultimi tre anni e incollati alle poltrone romane per gli ultimi otto anni su dieci e mentre eravate seduti su quelle poltrone non sembravate guerrieri padani…no, sembravate soldatini obbedienti» ha gridato Franceschini tra gli applausi di gran parte dell’Aula. La Lega dal canto suo aveva proseguito lo show parlamentare cominciato nei giorni scorsi. Dopo gli insulti al Senato e i cartelli di giovedì alla Camera, oggi lo «spettacolo» messo su dal Carroccio va in scena ancora a Montecitorio. Protagonista la deputata Emanuela Munerato. Si alza in piedi, prende la parola e toglie il soprabito: «Mi spoglio dei panni di deputato e indosso la divisa di lavoro che ho indossato fino a due giorni prima di entrare qui». Maglia arancione e copri capelli bianco, prosegue: «Signor Monti, non le sarà capitato spesso di vedere una divisa da operaia, ma questa è la mia rappresenta milioni di lavoratori disgustati da questa manovra».
LIBERALIZZAZIONI – Franceschini è poi ritornato anche sulla questione delle liberalizzazioni in cui ha invitato il governo a fare di più e a indicare i partiti che si oppongono. Il governo del resto non ci sta a passare per conservatore. E punta a riprendere la battaglia sulle liberalizzazioni dopo il primo stop subito dalle lobby di ogni tipo che hanno portato ad attenuare fortemente alcune delle proposte più significative in materia contenute nella manovra.
PDL – Dopo Franceschini è toccato al capogruppo del Pdl Cicchitto: «Il nostro è un atteggiamento critico ma non di sabotaggio. Riteniamo che, probabilmente, questa ultima operazione può servire per costruire le condizioni affinchè il prossimo provvedimento del governo sia in funzione della crescita». Oggi «per senso di responsabilità votiamo il decreto ma vi diciamo che occorre una seconda fase funzionale alla crescita o rischiamo trovarci in una situazione in cui le contestazioni rischiano di mordere nel vivo della società italiana» ha concluso Cicchitto.
LEGA NORD – Se i rapporti tra Pdl e Lega rimangono quelli attuali alle amministrative della primavera 2012 il Carroccio correrà da solo e “vincerà, perché il fatto di essere l’unico partito di opposizione gli farà “guadagnare tantissimi consensi”. A dirlo Roberto Maroni parlando con i cronisti a Montecitorio.
Interpellato sui rapporti tra Lega e Pdl, l’ex ministro dell’Interno ha osservato che il primo vota ‘no’ al governo mentre il secondo sì. “E’ difficile dialogare tra partiti con posizioni diametralmente opposte. Il rapporto è interrotto. O meglio noi dialoghiamo con tutti, non siamo sull’Aventino; dialoghiamo con tutti dalla nostra posizione di unico partito all’opposizione”.
I cronisti gli hanno quindi chiesto cosa avverrà delle alleanze a livello locale. “Noi siamo un partito serio – ha replicato Maroni – e rispettiamo gli accordi. Nel 2008 dicemmo che non si toccavano le pensioni e si toglieva l’Ici sulla prima casa; ora il Pdl ha cambiato idea e a livello centrale i rapporti sono interrotti. Sul territorio gli accordi del 2010 restano validi, anche perché noi siamo un partito federale, che non decide tutto nella segreteria politica”. “Ma l’anno prossimo – ha quindi osservato – se non si fa qualcosa, questa posizione non ci consentirà di fare un accordo con il Pdl. E non sono convinto che perderemo, come ha detto ieri Berlusconi. Anzi vinceremo. E poi, tra vincere con una coalizione contraddittoria e vincere da soli, preferisco la seconda. Semmai potremmo fare intese con alcune liste civiche. E in ogni caso – ha concluso Maroni – se continuiamo ad essere l’unico partito di opposizione al governo Monti sono convinto che acquisiremo talmente tanti consensi da poter vincere da soli”.