Il premier potrebbe incontrare i vertici delle istituzioni comunitarie. Napolitano: «Il premier ha titoli per porre all’Ue questioni che riguardano modo di garantire rigore e crescita in Europa». MIlano cede quasi il 4%. il differenziale tra btp e bund arriva fino sopra quota 520 punti. Il tasso di disoccupazione è salito all’8,6% (+0,4% su base annua), quella giovanile ha toccato il 30,1% (+0,9%)
ROMA – Il capo dello Stato interviene ancora una volta a fianco del presidente del Consiglio affinché mostri all’Europa che l’Italia sta facendo il massimo per migliorare i conti pubblici attraverso vere riforme strutturali. «Monti ha tutti i titoli per poter porre all’Ue questioni che riguardano il modo di garantire rigore e crescita in Europa. Inoltre il decreto approvato dal Parlamento è la prova concreta di come l’Italia sia, anche dal punto di vista del debito pubblico, affidabile» ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
MENO RASSEGNAZIONE – «Rispetto alla fase precedente c’è meno rassegnazione all’impossibilità di concordare riforme, più apertura e contatti in corso che spero approdino a risultati in materia di riforme istituzionali ed anche qualcuna con implicazioni costituzionale» ha sottolineato il capo dello Stato.
MONTI – Intanto Monti, ha lasciato a sorpresa Palazzo Chigi. Il premier è diretto all’aeroporto di Ciampino da dove volerà alla volta di Bruxelles. Non è ancora chiaro se il capo del governo avrà incontri con i vertici delle istituzioni comunitarie ma – a quanto si apprende – ci sono contatti in corso di definizione. Venerdì, invece, il premier si sposterà a Parigi per incontrare il presidente francese Nicholas Sarkozy. Quindi, la prossima settimana, l’incontro con la cancelliera tedesca, Angela Merkel.
MILANO – Giornata negativa per le piazze finanziarie europee su cui continua a pesare la crisi del debito sovrano. Milano è il listino peggiore con un ribasso attualmente vicino al 4%. Male anche le altre principali piazze europee. Londra cala dello 0,55%, Francoforte dello 0,48%, mentre Parigi lascia sul terreno lo 0,70%. Apertura negativa anche per Wall Street, dove l’indice Dow Jones in avvio segna -0,79%.
EUROZONA – Sulle Borse, che già mercoledì avevano chiuso in calo, continuano, come detto, a pesare i timori per la situazione del debito nell’Eurozona, nonostante la Francia abbia collocato 7,96 miliardi di euro di titoli del debito pubblico a lungo termine, quasi tutto lo stock da 8 miliardi di euro che si era proposta di vendere. Molto buona la domanda, quasi doppia rispetto all’offerta. I timori per il debito Ue sono alimentati anche dalle affermazioni del premier greco, Lucas Papademos, che a sindacati e industriali ha detto mercoledì che senza nuove misure di austerity e un nuovo accordo con Fmi e Ue il Paese è destinato a fallire già a marzo. In questo contesto soffrono le banche (l’indice Dj Stoxx di settore è il peggiore in Europa). A Milano affonda ancora una volta Unicredit sospesa più volte al ribasso, e scesa fino a un -16,5%. Sospensioni a raffica anche tra altri titoli bancari. In asta Banco Popolare (-10,57% teorico) Ubi (-8,03%), Bpm (-6,3%). Sospesa per eccesso di ribasso anche Impregilo (-4,6%) e Premafin (-14%). Prese di beneficio su FonSai (-10,49%).
SPREAD – Pressione in deciso aumento sui titoli di Stato dell’area euro: lo spread sui Btp italiani decennali è arrivato a superare i 520 punti base e il rendimento dei nostri decennali è conseguentemente tornato sopra il 7%. Poi c’è stato un lieve calo. I Bonos spagnoli viaggiano oltre 360 punti. Il premio di rendimento sui titoli portoghesi è a 1.142, la Grecia viaggia oltre 3.300 punti mentre Francia e Belgio si attestano rispettivamente a 144 e 258 punti percentuali.
DISOCCUPAZIONE – Sull’andamento della Borsa italiana pesa anche il dato della disoccupazione giovanile che a novembre 201 è salita all’8,6%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a ottobre e di 0,4 punti su base annua. Lo rileva l’Istat in base a dati destagionalizzati e a stime provvisorie. È il livello più alto da maggio 2010. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a novembre è al 30,1%, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto a ottobre e di 1,8 punti su base annua. È il tasso più alto da gennaio 2004 (anno dell’inizio delle serie storiche mensili). È allarme disoccupazione poi per le giovani del Mezzogiorno. Nel terzo trimestre del 2011 il tasso di disoccupazione delle giovani d’età compresa tra i 15 e i 24 anni che vivono al Sud è al 39%: sono senza lavoro, dunque, quasi quattro ragazze su dieci di quelle che partecipano attivamente al mercato del lavoro.