Lady Hildebrand ha comprato dollari mentre il marito studiava il modo di svalutare il franco rispetto a moneta Usa
BERNA – Dimissioni a partire da lunedì con effetto immediato. È questo l’epilogo della vicenda che ha travolto Philipp Hildebrand. Il presidente della Banca centrale svizzera ha deciso di dimettersi sulla scia dello scandalo valutario che ha coinvolto la moglie. Il governatore era infatti nell’occhio del ciclone da alcuni giorni, da quando erano divenute di dominio pubblico le operazioni di compravendita effettuate sul mercato valutario dalla consorte, Kashya, ex trader per un fondo americano. La signora Hildebrand aveva tratto beneficio in particolare in una sua operazione dalla decisione della Banca centrale, guidata appunto dal marito, di fissare un limite invalicabile al ribasso di 1,20 franchi per un euro.
IL CASO – Kashya ha acquistato 400 mila dollari attraverso la Bank Sarasin, un istituto in cui i due coniugi detengono dei conti. La donna, che ha lavorato per 15 anni nel mondo della finanza prima di diventare una gallerista d’arte, si è giustificata sostenendo che i soldi le servivano per gestire la sua galleria d’arte e che l’operazione era particolarmente vantaggiosa. A sollevare un polverone, come si diceva, il fatto che la Hildebrand avrebbe effettuato la transazione tre settimane prima che la Snb decidesse di fissare il franco svizzero all’euro, scatenando dunque il sospetto che abbia ricevuto informazioni riservate prima di operare la redditizia operazione. Dietro la diffusione di notizie sulle operazioni della donna ci sarebbe Christoph Blocher, vice presidente del partito Popolare svizzero e avversario di Philipp Hildebrand, che sarebbe stato messo al corrente della faccenda da un impiegato della Bank Sarasin, licenziato dalla stessa banca per queste rivelazioni. Fino alla settimana scorsa l’ormai ex numero uno della Banca centrale svizzera ha sempre smentito di volersi dimettere, sostenendo di aver saputo dell’operazione della moglie il giorno successivo alla transazione valutaria.