L’ex ministro dell’interno a “che tempo che fa”. Maroni: la Lega da sola alle prossime amministrative
«Sono stato colpito da una fatwa incomprensibile. Che cosa c’è di peggio di non poter incontrare i propri militanti, il popolo? Non so da dove sia arrivato, forse c’è qualcuno a cui non sono simpatico nei piani alti della Lega». Così Roberto Maroni, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, definisce la censura subita da Umberto Bossi che ha ingiunto alla Lega di non organizzare più comizi in cui lo stesso Maroni potesse parlare da solo ai militanti. Bossi in seguito ha ritirato la disposizione, grazie soprattutto, sostiene l’ex ministro, alla reazione del popolo leghista: «C’è stata una risposta d’affetto e oltre 200 inviti a partecipare a comizi, che onorererò tutti. La reazione ha dimostrato quanto affetto c’è per me. E questa reazione spontanea ha spinto Umberto Bossi a ritirare il provvedimento. Da domani riprenderò a incontrare i militanti». Comunque per Maroni , l’incidente con Bossi è da considerarsi chiuso: «Già da domenica prossima dobbiamo far sentire il nostro dissenso nei confronti del governo Monti. Tutta la vicenda di ieri la considero chiusa. Ora guardo avanti».
SUL GOVERNO MONTI – Insomma, l’obiettivo numero uno, anche per l’ex delfino del Senatur, resta il «governo dei tecnici»: «Contestiamo il governo Monti per le cose che ha fatto – ha spiegato -. Ha sostituito equità-crescita-rigore, che erano le parole d’ordine, con tasse-tasse-tasse. E poi proposte sull’immigrazione, lo ius soli, una specie di indulto… tutte cose per noi negative». «La Lega – ha aggiunto l’ex ministro – è l’unica opposizione: l’Idv non è opposizione, perché ha votato la fiducia al governo, anche se è contraria a tanti provvedimenti. Svolgiamo un ruolo fondamentale per una democrazia, quello di rappresentare l’opposizione». Maroni ha anche detto di condividere l’idea che la Lega, in rotta con il Pdl sulla questione del sostegno al governo Monti, si presenti da sola alle prossime amministrative. Infine Maroni è tornato anche sula vicenda Cosentino, il parlamentare del Pdl per il quale, contro il parere dell’ex ministro dell’Interno, la Camera ha respinto la richiesta di autorizzazione all’arresto: «Perchè un parlamentare deve essere trattato in modo diverso rispetto a un cittadino normale? È questo che fa arrabbiare la gente. Se Cosentino fosse stato un cittadino normale sarebbe stato condannato».