La norma. Emendamento del leghista Fava passa in commissione. Fli e Pd alzano le barricate: «È il bavaglio di Internet»
Il deputato che ha proposto l’emendamento Giovanni Fava, della Lega |
ROMA – Lo chiamano già il Sopa italiano. Una norma che consente la rimozione immediata di contenuti online su qualsiasi piattaforma sulla base della richiesta di «qualunque soggetto interessato». È un emendamento presentato dal deputato della Lega Nord Gianni Fava, licenziato giovedì scorso in commissione Affari comunitari della Camera, e associato alla legge comunitaria in discussione alla Camera proprio in questi giorni. Il governo non ha preso una posizione ufficiale sul testo. Il ministro Moavero Milanesi, presente in commissione, ha dichiarato: «L’emendamento affronta un tema – quello del commercio elettronico – di particolare delicatezza, che incontra sensibilità diverse e che avrebbe meritato di essere affrontato in uno specifico provvedimento. Mi rimetto, in ogni caso, sul punto, alla valutazione della Commissione».
L’ALLARME – Secondo i giuristi che si occupano del mondo informatico si tratta di un altro tentativo di imbavagliare Internet. Soprattutto perché la nuova norma consente di aggirare l’autorità giudiziaria o amministrativa, e chiedere direttamente al fornitore di servizi Internet la rimozione di contenuti ritenuti lesivi del diritto d’autore, diffamatori, o comunque illeciti. Tra i primi a segnalare il problema è stata Libertiamo, l’associazione che fa capo a Benedetto Della Vedova, che assieme a Flavia Perina del Fli, ha presentato un contro emendamento per fermare l’iniziativa di Fava: «Siamo di fronte ad una pesante limitazione all’attività di alcuni dei più importanti operatori della società dell’informazione – spiega il deputato finiano -. Google, Facebook Youtube o Yahoo, che sono semplici intermediari di informazioni e servizi pubblicitari, non hanno né la capacità né il compito di accertarsi se i contenuti segnalati siano effettivamente illeciti. Imporre ai prestatore di servizi online di rimuovere o disabilitare l’accesso a informazioni segnalate da chiunque si traduce in un immediata ed automatica censura».
CONTRARI ANCHE NEL PD– Sicuramente contrari sono Giuseppe Giulietti e il senatore Vincenzo Vita del Pd: «Allarme rosso: è passato un orribile emendamento nella legge comunitaria 2011 nella commissione competente della Camera dei deputati, volto a censurare la Rete». Più sfumata la posizione di Alberto Losacco, a sua volta democratico, per il quale «bisogna bloccare a tutti costi il Sopa italiano: per questo, insieme ad altri colleghi, ho presentato una serie di emendamenti che cancellano la normativa anti-web. Ma Il diritto d’autore va protetto dalla pirateria con leggi apposite e anche attraverso adeguate riforme ma è possibile farlo senza mettere a rischio la libertá della rete».
L’EMENDAMENTO – L’emendamento Fava (nel testo approdato lunedì in aula a Montecitorio si tratta dell’articolo 18), recita testualmente: «Nella prestazione di un servizio della società dell’informazione consistente nella memorizzazione di informazioni fornite da un destinatario del servizio, il prestatore non è responsabile delle informazioni memorizzate a richiesta di un destinatario del servizio, a condizione che detto prestatore: non sia effettivamente a conoscenza del fatto che l’attività o l’informazione è illecita e, per quanto attiene ad azioni risarcitorie, non sia al corrente di fatti o di circostanze che rendono manifesta l’illiceità dell’attività o dell’informazione; non appena a conoscenza di tali fatti, su comunicazione delle autorità competenti, agisca immediatamente per rimuovere le informazioni o per disabilitarne l’accesso». Il che, tradotto, vuol dire che basta una mail che «informi» della presunta illegalità per rendere anche la piattaforma responsabile del contenuto pubblicato. Quale provider a quel punto correrebbe il rischio? La rimozione sarà automatica. L’iniziativa legislativa è partita durante le ultime fasi del governo Berlusconi. Ora ritorna di attualità, con una fretta giudicata da qualche osservatore «sospetta».
L’ANNO DEL COPYRIGHT – L’emendamento Fava potrebbe anticipare la revisione della direttiva europea sul «copyright enforcement», attesa entro la prossima primavera. Come scrive l’avvocato Fulvio Sarzana sul suo blog, «il 2012 sarà l’anno del Copyright». Prima il Sopa e il Pipa, i due progetti di legge che negli Usa per il momento sono slitatti. Poi la chiusura di Megaupload e l’arresto del suo fondatore Kim Schmitz. Ora la palla potrebbe passare alla Commissione Europea, e in particolare al commissario Michel Barnier. «Che vede la violazione del diritto d’autore in rete – chiosa Sarzana – più o meno come gli Stati Uniti vedevano Bin Laden».
LA CONFERENZA STAMPA – Sul tema martedì mattina alla Camera dei Deputati è prevista una conferenza stampa denominata «Contro il Bavaglio al Web», organizzata dalle associazioni Libertiamo, Il Futurista, Articolo 21 e Agorà Digitale. Parteciperanno, tra gli altri, i deputati Flavia Perina (Fli), Giuseppe Giulietti (Misto) e Marco Beltrandi (Radicali italiani). Il sito della Camera la trasmetterà in diretta.
Antonio Castaldo