Il fiscal compact rafforzerà le regole su deficit e debito. No di Repubblica Ceca e Gran Bretagna. Monti soddisfatto. Barroso propone per l’Italia e per altri Stati ad alta disoccupazione il sostegno di un gruppo di lavoro. I leader divisi sulla Grecia. PIAZZA AFFARI, fonsai guadagna 10%, spread in calo. Bene anche Parigi e Francoforte. In prima linea le banche con Unicredit e Bpm
BRUXELLES – I leader dell’Unione europea hanno approvato nella serata di lunedì 30 gennaio il fiscal compact per rafforzare le regole di bilancio sul deficit e il debito in tutti i Paesi dell’Unione, tranne la Repubblica Ceca e la Gran Bretagna, che già il 9 dicembre scorso non aveva sottoscritto l’accordo.
Intesa raggiunta anche sulla questione dell’allargamento delle riunioni dell’eurozona anche ai Paesi che hanno sottoscritto il fiscal compact pur non facendo parte dell’eurogruppo. Sulla questione, nelle ore scorse, c’era stato un lungo braccio di ferro tra la Polonia, favorevole all’argamento, e la Francia, contraria.
La decisione trovata è quella di tenere due incontri annui dell’eurozona che dibatteranno i temi della convergenza e delle strategie legate alla moneta comune. Una terza riunione aperta agli altri Paesi firmatari del nuovo patto sul bilancio sarà dedicata invece ai temi dell’architettura dell’euro e della competitività. Restano invece le devisioni su come risolvere una volta per tutte la crisi greca.
“Una pagina importante per la stabilitàd ell’euro”, l’ha definita il premier italiano Mario Monti (video in alto), l’Italia, “che ha ricevuto molti riconoscimenti”, è “molto soddisfatta”.
Sanzioni semiautomatiche – Il pareggio di bilancio diventa una “regola d’oro” per i 25 paesi della Ue che accettando il nuovo Patto hanno accettato di inserire l’obbligo dell’equilibrio dei conti nelle Costituzioni nazionali o in leggi equivalenti e si sono impegnati a fare scattare sanzioni ‘semi-automatiche’ in caso di violazione. I paesi che hanno un debito superiore al tetto fissato da Maastricht del 60% sul Pil si sono impegnati inoltre ad un piano di rientro pari ad 1/20 l’anno, tenendo però conto -come chiesto dall’Italia – dei fattori attenuanti già previsti dal six-pack, il pacchetto di disposizioni sulla nuova governance economica. L’accordo sul nuovo Patto è stato tenuto in sospeso per alcune ore dalla Polonia, che – contestata dalla Francia – chiedeva di partecipare a tutti i summit dell’Eurogruppo. Alla fine ha prevalso un compromesso: gli eurosummit sono stati portati da due ad almeno “tre” l’anno, e uno di questi sarà aperto ai paesi non-euro. Il compromesso non è però bastato a Praga, che ha anche problemi interni.
Barroso: “Un tema dell’Ue per i paesi in difficoltà” – Nelle stesse ore, è arrivata la proposta del presidente della Commissione Ue Josè Barroso ai leader Ue di inviare un team della Commissione stessa in Italia e in altri sette Paesi ad alta disoccupazione tra cui Grecia e Spagna che lavorerà con governi e parti sociali per creare occupazione anche con l’aiuto dei fondi Ue non spesi.
Prima dell’avvio dei lavori del summit, il premier Monti, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy hanno invece avuto un incontro informale a tre. Sul tavolo il capitolo crescita e quello sulla competitività. Non sarebbe stato affrontato invece il dossier Grecia e, secondo fonti vicine al governo “probabilmente non se ne è parlato nemmeno al vertice”, ma dopo il raggiungimento dell’accordo sul fiscal compact le trattive sulla crisi di Atene sono continuate, con un vertice notturno a cui ha partecipato anche il presidente della Bce Mario Draghi.
Juncker: “La politica ha trovato il cammino della ragione” – Il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker nell’arrivare al vertice aveva definito “inaccettabile” la proposta della Germania di mettere sotto tutela la sola Grecia per monitorare la corretta attuazione dei suoi impegni di bilancio. Un monitoraggio più stretto dovrebbe essere al limite applicato “a tutti quei Paesi che non fanno il loro dovere”, ha aggiunto, non solo ad Atene. Juncker ha parlato anche dell’Italia. La politica italiana, ha detto, “ha ritrovato il cammino della ragione”.
Sulla Grecia restano le divisioni – L’Ue resta divisa su come risolvere una volta per tutte la crisi greca. La difficoltà della Grecia a raggiungere un accordo con i creditori privati e le polemiche suscitate dal documento tedesco che ha chiesto un commissariamento di fatto di Atene, sono stati i convitati di pietra: la questione è stata discussa dai leader “informalmente” a cena. “Sono fermamente contrario a questa idea di una commissione che avrebbe per sola missione di sorvegliare la Grecia”, ha detto Jean-Claude Juncker, il premier del Lussemburgo e presidente dell’Eurogruppo. Per il cancelliere austriaco Werner Faymann la proposta tedesca è “vessatoria”. Contrari anche Mario Monti e Nicolas Sarkozy, mentre un moderato appoggio a Berlino lo hanno dato l’Olanda e la Svezia. Sulla Grecia “vogliamo un accordo globale da qui alla fine della settimana”, ha dichiarato il presidente della Commissione Ue Jose’ Manuel Barroso.
CONFERENZA STAMAPA DI MARIO MONTI
MILANO – L’intesa trovata sul nuovo patto Ue mette le ali a Piazza Affari che apre in rialzo. Il Ftse Mib guadagna l’1,01% a 15.923 punti e il Ftse All Share l’1,04% a 16.833 punti. Ma non è solo Milano. Parigi avanza dello 0,93% e Francoforte dello 0,73%. Buona partenza anche per Atene che registra +0,29%, con l’Indice Generale a 752,22 punti.
I TITOLI- Sul listino di Piazza Affari sono anche bancari e assicurativi a catalizzare l’attenzione e a pesare sull’Ftse Mib (+0,95%). Premafin si ferma in asta di volatilità con un ribasso teorico del 5%, Fonsai corre in rialzo del 10%, Unipol sale più composta (+1,41%). Bene Unicredit (+1,85%) in attesa del cda che esaminerà i risultati dell’aumento di capitale. Fuori dal paniere principale strappa Seat (+15% teorico) scommettendo su un accordo per la ristrutturazione del debito. Sul listino milanese, Buzzi è la peggiore delle blue chip (-2,4%) dopo il downgrade di Goldman Sachs, in calo anche Tod’s (-0,7%) e Impregilo (-0,3%) su cui si fanno sempre meno chiare le ipotesi di un rinnovo dei patti. Deboli anche le utility con Enel Green Power (pari) e A2A (+0,3%), mentre rimbalza con decisione il settore delle banche, guidato da Unicredit (+2,1%). In rialzo anche Salvatore Ferragamo (+1,4%), Fiat Industrial (+1,5%) e Finmeccanica (+1,4%); Atlantia (+0,6%) non si scalda per la creazione di una joint venture in Brasile col gruppo Bertin.
IL DIFFERENZIALE – Lo spread tra Btp e Bund apre in lieve calo. Il differenziale tra titoli di stato italiani e tedeschi, a dieci anni, si attesta a 425 punti. Lunedì c’era stato un balzo che aveva riportato lo spread a quota 430 punti. Durante la mattinata è sceso ulteriormente a 415 punti con un rendimento sotto il 6% (5,99%).