Fiducia giovedì alle 12. Martedì il voto finale. Severino: «Fiducia necessaria per ostruzionismo». Monti all’Anm: «Sì a responsabilità civile, ma sia garantita serenità dei giudici»
ROMA – Il governo ha posto in Aula alla Camera la questione di fiducia per la conversione del decreto legge «svuota-carceri». Lo ha annunciato, tra le proteste dei deputati leghisti e di Idv, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, che è riuscito a fatica a parlare: dai banchi della Lega si sono levati gli urli «Vergogna! Vergogna!». Il decreto, su cui pendevano circa 500 emendamenti della Lega, che praticava l’ostruzionismo in discussione generale, scade il 20 febbraio. Il voto di fiducia si terrà giovedì a mezzogiorno, le dichiarazioni di voto cominceranno domani mattina alle 10,15. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio che ha fissato per martedì prossimo il voto finale sul provvedimento.
URGENZA – La richiesta del voto di fiducia per la conversione dello «svuota-carceri» «è una necessità alla quale non ci si poteva sottrarre», ha affermato il ministro della Giustizia, Paola Severino, interpellata dai cronisti in Transatlantico sulla decisione assunta dal Governo. Severino ha chiarito subito che l’unica motivazione che ha spinto l’Esecutivo è stata «esclusivamente quella dei tempi, di fronte al rischio» dell’ostruzionismo «preannunciato e già messo in atto» dalla Lega. «Comprendo le ragioni, dal loro punto di vista politico, della Lega – continua il ministro – ma credo che chiunque sia in grado di fare i conti circa i tempi di conversione, ci sono già circa 100 emendamenti con la Lega che aveva preannunciato attività ostili». Circa la scelta di intervenire con un decreto che «di fronte all’emergenza carceraria chiunque può comprendere» Severino ha osservato inoltre che esistono «i presupposti di necessità e urgenza». Il ministro ha spiegato che, attraverso il provvedimento all’esame della Camera per voto definitivo, il Governo ha inteso «contemperare l’esigenza di difesa sociale con quella di alleggerire il sistema carcerario». Comunque, ha assicurato, «nessun delinquente pericoloso sarà lasciato libero di camminare per strada».
GIUSTIZIA – In precedenza, il governo aveva incontrato una delegazione dell’Associazione Nazionale Magistrati e si era impegnato a «studiare soluzioni» per «raggiungere il massimo dell’intesa su una modifica» della norma che ha introdotto la responsabilità civile dei magistrati. Lo ha assicurato il presidente del Consiglio Mario Monti, nell’incontro avuto stamattina con una delegazione dei vertici dell’Anm guidata dal presidente Luca Palamara. Incontro al quale hanno partecipato il ministro della Giustizia Paola Severino e il sottosegretario Antonio Catricalà.
L’INCONTRO – A sollecitare l’incontro era stata la stessa Anm, a seguito dell’approvazione alla Camera dell’emendamento leghista alla legge comunitaria che modifica le norme sulla responsabilità civile dei magistrati. Una modifica che l’Anm aveva ritenuto «intimidatoria» nei confronti dei magistrati. Il presidente Monti – si legge in una nota di Palazzo Chigi – ha confermato l’impegno del Governo a studiare soluzioni che permettano di adeguare le norme italiane ai principi europei, anche attraverso un esame comparativo delle legislazioni nei vari paesi dell’Ue. Su questa base è ferma intenzione del Governo attivare un dialogo con le forze parlamentari per raggiungere il massimo dell’intesa su una modifica che assicuri una corretta interpretazione della giurisprudenza europea e, al contempo, consenta ai magistrati di lavorare con serenità di giudizio nell’esercizio delle loro funzioni.
«SODDISFAZIONE» – Il presidente dell’Anm, Palamara esprime «soddisfazione» dopo l’incontro con Mario Monti. In particolare, Palamara si dice soddisfatto «per l’impegno del Governo a trovare soluzioni per modificare la norma», approvata alla Camera e ora al vaglio del Senato, che introduce la responsabilità diretta del giudice. L’Anm aveva promesso di ricorrere a tutte le forme di protesta, sciopero compreso, se la sua vove non avesse trovato riscontro a Palazzo Chigi.