Per Bruxelles il nostro Paese si può riprendere se lo spread resta sotto 370. Le stime aggiornate della Commissione europea: il Pil scenderà dell’1,3% nel corso del 2012; l’eurozona perde lo 0,3. PREVISIONI EUROZONA. Traguardo raggiunto nel 2013 grazie alla prudenza nei conti: «Le case di Spagna e Italia guardano al condominio Europa»
BRUXELLES – La Commissione europea ha rivisto al ribasso le stime relative alla crescita dell’Italia e prevede che il prodotto interno lordo italiano calerà dell’1,3% nel corso del 2012. Nell’autunno 2011 aveva invece previsto una lieve crescita dello 0,1% del Pil per l’Italia nel 2012. Anche il Pil del 2011 è stato rivisto al ribasso. Ora la Commissione stima che l’Italia sia cresciuta lo scorso anno dello 0,2%, mentre lo scorso novembre aveva stimato una crescita dello 0,5%. Il prodotto interno lordo dell’Eurozona, invece, si ridurrà dello 0,3% nel 2012. Nelle stime economiche pubblicate oggi si parla di una situazione di «mild recession», ovvero di leggera recessione. Ma il giudizio è relativo alla media europea e chiaramente non si applica anche alla situazione italiana. L’Italia, anzi, stando all’Ue, registrerà quest’anno la terza peggiore performance tra i 27 partner europei, dietro solo nell’ordine a Portogallo (-3,3%) e Grecia (-4,4%).
PREVISIONI AL RIBASSO – A causa delle condizioni economiche critiche e «del perdurante basso livello di fiducia», è stato spiegato a Bruxelles, la Commissione europea ha dovuto rivedere al ribasso le ultime stime sulla crescita pubblicate nel novembre 2011. Allora si prevedeva un aumento del Pil dell’Eurozona dello 0,5% nel 2012. Adesso quella stima è stata rivista al ribasso di 0,8 punti percentuali. L’esecutivo europeo prevede una sostanziale stagnazione nei primi due trimestri del 2012, e «una modesta ripresa» nella seconda parte del 2012. Nei 27 Paesi dell’Unione europea in complesso si registrerà invece una sostanziale stagnazione nel corso del 2012 con crescita piatta allo 0%. Anche in questo caso, la Commissione ha rivisto le sue stima al ribasso di 0,6 punti percentuali.
L’EFFETTO SPREAD – La Commissione europea conferma dunque la recessione italiana nella prima metà del 2012 e prevede che l’economia possa registrare una ripresa soltanto nella seconda metà del 2012 e a condizione che lo spread di rendimento con i bond decennali tedeschi resti intorno ai 370 punti. In Italia «a causa di un alto livello di incertezza, i consumi più cospicui e gli investimenti delle aziende vengono rimandati, con la conseguenza che le stime di crescita per la prima parte del 2012 sono peggiorate rispetto alle stime precedenti» si legge nel documento sulle previsioni economiche pubblicato oggi dalla Commissione Ue. La stima prevede un calo del Pil dello 0,7% nel primo trimestre 2012, e dello 0,2% nel secondo trimestre. «Si prevede che l’attività economica si stabilizzi nella seconda parte del 2012 purché non si verifichi un ulteriore deterioramento delle condizioni sui mercati finanziari e lo spread tra i bond decennali italiani e quelli tedeschi rimanga intorno ai 370 punti,» si legge nella nota della Commissione Ue.
L’INFLAZIONE – Per quanto attiene l’inflazione, secondo la Ue nell’Eurozona frenerà al 2,1% nel corso del 2012, ma resterà ben più elevata in Italia dove si stima che resti invariata al 2,9% nel 2011 e nel 2012. Nel 2011 l’inflazione media registrata in Eurolandia è stata del 2,7%. Il rallentamento dell’inflazione è causato «dall’indebolimento dell’attività economica», si legge nelle previsioni della Commissione Ue.
CONFINDUSTRIA – Anche il centro studi di Confindustria stima «un’accentuazione della caduta del Pil italiano nel primo trimestre, complice il maltempo». Si legge in «Congiuntura flash». Dopo aver ricordato il -0,7% del quarto trimestre 2011, che ha fatto entrare l’Italia in recessione, il Csc rileva che «l’anticipatore Ocse è diminuito in dicembre per il dodicesimo mese consecutivo (-0,4% mensile, -8,6% annuo) ma a un ritmo meno marcato rispetto ai precedenti. Ciò è coerente con il proseguimento della contrazione del Pil fino a tutta l’estate, ma a ritmi via via meno intensi».
GOVERNO– «Non è necessaria una nuova manovra per conseguire l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013, alla luce delle nuove previsioni dell’Eurozona». Lo ha sottolineato il premier Mario Monti durante la conferenza stampa congiunta al termine dell’incontro con il suo omologo spagnolo Mariano Rajoy.
«NESSUNA SORPRESA» – È sereno, quindi, il primo ministro, quando da Palazzo Chigi ribadisce che le nuove stime del Prodotto interno lordo fatte dalla Commissione Europea «non sono una sorpresa» e consentono all’Italia di confermare «l’obiettivo del pareggio di bilancio per il 2013. E non occorrerà una nuova manovra per conseguire questo obiettivo perchè nel pacchetto adottato in dicembre noto come Salva-Italia abbiamo tenuto conto di una previsione molto prudenziale per l’andamento del Pil». In realtà il Professore resta sorpreso da un particolare, il dato Istat sulla fiducia dei consumatori: «L’indicatore in febbraio è salito sensibilmente, e questo dato fa riflettere. È una piacevole sorpresa».
PRUDENZA AMPIO MARGINE – Gli obiettivi sono quindi stati conseguiti perché «pur avendo introdotto strumenti rigorosi che stanno dando risultati per accrescere l’efficacia della lotta, non avevamo contabilizzato neppure un euro. Abbiamo costruito quindi margini prudenziali sul Pil e sui tassi di interesse», ha spiegato Monti, includendo nel discorso anche la lotta all’evasione fiscale per la quale sono stati «introdotti strumenti rigorosi che stanno dando risultati».
IL CONDOMINIO EUROPEO – «Credo che sia la Spagna che l’Italia facciano molto affidamento, per uscire dalla recessione, oltre che sui lavori in corso nelle rispettive case, anche nel miglioramento del condominio europeo per renderlo portatore di crescita», ha sottolineato Monti che ha ricordato come il Vecchio Continente abbia bisogno di «una sana dose di concorrenza, ancora carente: creerebbe più imprese e posti di lavoro per i nostri giovani e abbasserebbe i prezzi». Come esempio l’italiano cita le liberalizzazioni nel campo del trasporto aereo e delle telecomunicazioni sottolineando come l’Europa possa «raggiungere risultati importanti in energia e creando un mercato unico digitale». In Italia, per il premier, «molte liberalizzazioni riguardano il settore dei servizi» e sono «in corso di avanzata discussione in Parlamento».
LIBERALIZZAZIONI ITALIANE – E proprio in tema di queste liberalizzazioni, è di mercoledì la parziale marcia indietro su quella che riguarda i taxi. Una modifica che ai più è parsa una concessione alle lobby. Monti però precisa: «Abbiamo una responsabilità verso l’opinione pubblica. Ci saranno alcune modifiche che verranno accolte, e non significano arretramento, e qualche altra modifica che non potremo accogliere e che non accoglieremo».
IL DIALOGO – Per il governo trattare con le parti non è cedere a interessi delle lobby, perché «le nostre opinioni pubbliche, sia pure con modalità differenti, e i nostri sistemi politici, stanno dando prova di grande maturità nella consapevolezza che è in gioco il benessere collettivo. Gli interessi di categoria sono legittimi il più delle volte, è comprensibile che cerchino di tradursi in proposte fatte al governo e ed è naturale e doveroso che il governo sia attento al dialogo».
Bello il tuo blog … potresti dirmi come fare per inserire le foto?
A presto ciao!